Politica
L'intesa con l'Ue spazza via la crisi di governo. Con buona pace dei rosiconi

"L'estate sarà calda e tranquilla" affermava lo scorso 27 giugno al direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. Oggi, con la conferma ufficiale che non ci sarà alcuna procedura di infrazione da parte della Commissione europea uscente (con la conferenza stampa tragi-comica del trombato Pierre Moscovici che come l'ultimo dei giapponesi ha insistito ostinatamente a mettere in guardia l'Italia sul 2020), si può affermare che salvo clamorosi e improbabili colpi di scena non ci sarà alcuna crisi di governo. E, quindi, la finestra del 10 luglio (data entro la quale andrebbero sciolte le Camere se si volesse votare a settembre) verrà superata senza particolari scossoni. La prova provata che le elezioni anticipate sono ormai scongiurate è la discesa dello spread Btp-Bund sotto i 200 punti. Il differenziale è proprio lo strumento con il quale avrebbero voluto mettere nell'angolo l'esecutivo inviando la troika a Roma.
Ovviamente sappiamo che il governo M5S-Lega è frutto di un contratto tra due forze politiche profondamente diverse e pertanto frizioni e incomprensioni sono sempre possibili. E i temi di divisione non mancano, dall'autonomia regionale ad Autostrade fino alla flat tax e al salario minimo. Però su una cosa non ci sono dubbi. I rosiconi dei talk show e dei giornaloni (ce ne sono tantissimi) e dei partiti di opposizione (alla Renzi e Brunetta per intenderci), che già pregustavano il sapore della vendetta con l'Europa che puniva l'Italia sovranista e populista e con lo spread sempre più in alto, devono rimettere lo spumante in frigo e accantonare almeno per ora i sogni di rivincita contro chi ha trionfato nelle urne.
Attenzione, però, la nuova Europa rosa della signora Ursula Gertrud von der Leyen e della signora Christine Madeleine Odette Lagarde non farà sconti all'Italia. Una è il clone della Merkel (ovvero di Madre Angela da Berlino Est che ci rispedisce i migranti in aereo e poi ci fa la morale sulla Sea Watch) e l'altra è quella che nel 2011 da capo del Fmi ha massacrato il popolo greco. Quindi sarebbe molto, anzi troppo, ottimistico aspettarsi un cambio di rotta rispetto ai grigi Moscovici e Oettinger e al bizzarro (per usare un eufemismo) Juncker.
Conte, Di Maio e Salvini dovranno tenera alta la guardia perché la nuova Europa, sorda rispetto alla voglia di cambiamento uscita dalle urne del 26 maggio (almeno in Italia), potrebbe ben presto tornare a fare le pulci sullo zero virgola, sul deficit-Pil, sul debito e su tutto il resto. Facendo ovviamente finta di dimenticarsi delle infrazioni continue e impunite di Berlino e Parigi. Ma oggi celebriamo la mancata crisi e domani è un altro giorno.