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Politica
La più grande bufala della sinistra L'onda nera, scomparsa da media e tv

 

Che fine ha fatto “l’onda nera” fascista che per mesi ha ossessionato i media italiani? 

 

Ricordate Walter Veltroni che incitava a scendere in piazza perché “la democrazia è a rischio”. E gli speciali televisivi a tamburo battente, i talk show dopo il blitz a Como degli skinheads con Renzi “partigiano” da Fabio Fazio: “Noi saremo a Como sabato prossimo… Stiamo sottovalutando il peso dell’ignoranza. Sul nazifascismo non si scherza.” E manifestazioni, cortei, prese di posizione. Un crescendo che dalla Legge Fiano, i presunti report dei servizi segreti sull'avanzata fascista, la xenofobia che invade l'Europa, Casa Pound e Forza Nuova sulla cresta dell'onda, gli allarmi del secondo e terza carica dello Stato (Grasso e Boldini), l’esplosione delle aggressioni di strada, è arrivato fino al culmine dell'agguato razzista di Luca Traini a Macerata. Traini non sarebbe stato un “pazzo” ma un violento, mosso dagli intenti politici della destra contri i neri.

 

 

Dal 4 marzo è scomparso tutto. Il tema si è volatilizzato. Né un telegiornale né un talk dicono più una parola sull'argomento. Alle elezioni Casa Pound e Forza Nuova hanno raccolto un prefisso telefonico (lo 0,9% e lo 0,3%) e “l'onda nera” è scomparsa nello scarico del water.

 

 

Bufale ad hoc per influenzare il giudizio dei cittadini e che come ogni bufala a larga diffusione è un prodotto di chi controlla i media, solitamente chi sta al governo. I media le alimentano e gli intellettuali costruiscono l’immaginario per legittimare un'azione o un pericolo. Come è già accaduto altrove per fatti ben più rilevanti e drammatici, dalle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein agli animali sepolti nello zoo di Tripoli fatti passare per fosse comuni della repressione di Gheddafi.

 

 

Per la sinistra italiana (Pd, Leu e vari corpi militanti) è sempre meglio occuparsi del “pericolo fascista” che dell'impoverimento radicale della classe media o del collasso del nostro sistema economico. Qualcuno potrebbe sempre cascarci per legittimare la loro esistenza.

 

 

C'è stato addirittura chi con l'imputazione di "concorso in manifestazione fascista" ha portato in Cassazione due manifestanti che durante una commemorazione di Fratelli d'Italia hanno fatto il saluto romano.

 

Dopo lungo discutere la Cassazione li ha assolti perché si è scoperto che il saluto romano non è un reato se ha intenti commemorativi e non violenti: è una libera "manifestazione del pensiero".

 

Ma non serviva lo spolvero di tanta dottrina. Bastava leggere la nota sentenza della Corte costituzionale n°74, del 6/12/1958. Il giudice Romano De Grazia (cattolico e culturalmente di centrosinistra) di cui Affaritaliani ha raccontato le battaglie, nel 1971 assolse sulla base degli stessi principi quattro militanti di destra rei di saluto romano. La sentenza di De Grazia: “La legge del 1952 (la Scelba, ndr), si preoccupò di impedire la ricostituzione del partito fascista... Tale difesa non è stata però dal legislatore apprestata in maniera incongrua, confusa e demagogica... il legislatore ha voluto sanzionare comportamenti costituenti in concreto un pericolo per la democrazia... Per attentare ad essa occorrono ben altri comportamenti e non può essere certo rilevante il nostalgico gesto dei prevenuti che sentiti dal Magistrato, non hanno avuto nemmeno il coraggio di confermare l'effettivo intendimento con tale gesto perseguito”.

 

 

Una bufala quella dell' “onda nera”, alimentata dall'atteggiamento illiberale e demagogico della sinistra italiana, che come si è visto è stata anche perdente. Decretandone la definitiva sconfitta all'ultima tornata elettorale.

 

 

Nelle nostre società è fisiologica l'esistenza di gruppi estremisti di destra come di sinistra. Non si può certo impedirli con una bolla papale. Ma se per amplificare una bufala si dà tanta visibilità mediatica a piccoli episodi si rischia di spingere altri giovani a emularli e ad amplificarli, con conseguenze personali non trascurabili.

 

 

 

 

 

 

 

 

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