Diciotti, Salvini non ha “il diritto” di farsi processare per la nave
Il vicepremier ha compiuto un’azione a tutela dei confini nazionali e nel pieno rispetto del programma che aveva proposto agli elettori
È bene che chiunque tenga ancora a un briciolo di serietà nella politica di questo paese, esprima con chiarezza la propria posizione. Non si sta parlando di mazzette, ma dell’imputazione di un reato abnorme a carico del capo del Viminale: il tribunale dei ministri ha chiesto al Senato – di cui Salvini è membro – l’autorizzazione a processarlo per sequestro di persona e altri reati.
In questa Italia dove la libertà di opinione dovrebbe essere tutelata è bene purtroppo essere prudenti nel mettere nero su bianco il giudizio che vorremmo riservare a questa richiesta contro Salvini.
Ma non è più il tempo delle anime belle.
Salvini guarda lo spettacolo, finge di non essere preoccupato e anzi tenta di capitalizzare elettoralmente un eventuale processo. Che si trasformerebbe in uno show a piazze contrapposte.
I cinque stelle – i vigliacchi della brigata di governo – dicono di non poter fare altro che votare a favore dell’autorizzazione a procedere, come se non fossero essi stessi “complici” dell’assunzione di responsabilità sulle vicende della Diciotti la scorsa estate.
Ma non è affatto normale, invece, pensare di processare chi ha compiuto un’azione a tutela dei confini nazionali e nel pieno rispetto del programma che aveva proposto agli elettori. Ecco perché Salvini non ha “il diritto” a far concedere l’autorizzazione a procedere.
Perché è una questione di democrazia: se si processa lui qualunque governo dovrebbe chiedere il permesso alla magistratura per agire e non più applicare il programma per il quale ha chiesto e ottenuto il consenso popolare. Di più: se Salvini lascia passare il principio che il Senato possa farlo giudicare con un voto fazioso e politico della sinistra unita ai Cinque stelle ha il dovere di non minimizzare e chiudere invece la fase di governo con Di Maio e compagnia.
Guai a tollerare che per un’iniziativa assunta ad esempio con il ministro Toninelli, debba pagare penalmente il solo ministro dell’interno mentre i suoi alleati se ne lavano le mani scaricandolo in tribunale.
Sarebbe gravissimo e fanno bene Forza Italia e Fratelli d’Italia a esprimersi con nettezza. Giorgia Meloni ha giustamente dichiarato: “Fratelli d’Italia votera’ no alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini. Consideriamo francamente vergognoso che venga indagato un ministro che fa il suo lavoro quando nessuno ha pensato a indagare ministri che facevano favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E considero ancor piu’ vergognoso che il M5S intenda invece votare a favore dell’autorizzazione a procedere. Mi chiedo davvero da che parte stiano i grillini”.
Se lo chiedono un po’ tutti per la verità di fronte ad una banda di irresponsabili che maneggiano i posti di comando con la disinvoltura di un elefante in cristalleria.
Questa storia deve essere guidata dalla buona politica: è il momento di dire basta alle scorribande giudiziarie.
Se il governo deve difendere o no i propri confini, semmai lo stabilirà il popolo italiano.
E non qualche palazzo di giustizia.
Commenti