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Politica
Unioni civili, vescovi in campo. Pressing su Renzi e i senatori


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


L'Italia non è la Germania. E nemmeno la Francia o il Regno Unito. In Italia c'è il Vaticano, e il peso della Chiesa cattolica, nonostante la secolarizzazione delle società occidentali e i gay-pride, è ancora determinante. E' lo scenario che spiega quanto sta accadendo in queste ore dietro le quinte del Palazzo. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, sarebbe in atto un pressing da parte di esponenti di medio-alto livello (comunque non i vertici) della Conferenza Episcopale Italiana su senatori di tutti i partiti affinché durante le votazioni in Aula su emendamenti e articoli del ddl Cirinnà non dimentichino "le radici cattoliche del nostro Paese".

Un invito, qualcuno lo definisce un "suggerimento sentito e profondo", affinché, seppur rispondendo alle richieste dell'Europa per una legge in tal senso, non si ecceda con norme che "potrebbero urtare la sensibilità cattolica della maggioranza del popolo italiano". Ai tempi della Democrazia Cristiana i vescovi avevano un interlocutore politico facilmente individuabile (come dimenticare le battaglie in Parlamento e nel Paese su divorzio e aborto) ma oggi la situazione è diversa.

I cattolici ci sono sia nel Pd sia negli altri partiti. E quindi l'azione di convincimento e di pressing da parte della Chiesa italiana (non del Vaticano e quindi non del Papa, questo è importante precisarlo) viene portata avanti a 360 gradi, esclusa forse Sinistra Italiana e Sel (la cui posizione a favore della stepchild è a dir poco scontata). Non solo. Anche gli uomini vicinissimi al presidente del Consiglio avrebbero ricevuto in queste ore l'invito, evidentemente diretto allo stesso Renzi, da parte di esponenti di spicco della Cei a "rivedere alcune posizioni del ddl Cirinnà evitando una possibile dolorosa lacerazione della società".

Non siamo ovviamente alle parole di fuoco di Gandolfini al Family Day ("Ci ricorderemo di come i partiti voteranno"), ma comunque siamo di fronte ad una chiara azione diplomatica, condotta dietro le quinte, per tentare di ammordibire alcuni punti del ddl all'esame del Senato. In particolare si lavora per una modifica in senso restrittivo della stepchild in modo tale che si eviti l'adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso o, quantomeno, la pratica del cosiddetto utero in affitto considerata dai vescovi come una barbarie. Il premier ascolterà le sirene cattoliche? Probabile. O comunque difficile che il leader del Pd rischi di inimicarsi milioni di cittadini (ed elettori) cattolici.

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