Titti Di Salvo |
In pratica, Sd in Parlamento vuole svolgere un ruolo coerente con il profilo politico che si è data, "perciò lavoreremo in particolare su tre fronti - dice la presidente dei deputati -: coprire il vuoto di rappresentanza politica del lavoro, combattere la precarietà e rappresentare le donne". La Di Salvo ha poi annunciato la prima iniziativa in programma: un Forum contro la precarietà. "Una lotta che va compiuta con decisione - ha spiegato - perchè la Finanziaria non ha affrontato il tema dei contratti a termine il cui uso continua in modo improprio. L’obiettivo è il superamento della Legge Biagi che era previsto nel programma di governo".
Sposata, madre di Marta, è nata a Gonzaga (Mantova) nel 1955, compiuti gli studi - è laureata in Scienze politiche con indirizzo economico - Titti Di Salvo comincia a lavorare in banca, alla Cassa di Risparmio di Torino. Il suo impegno sindacale la porta, nel giro di pochi anni, nella Rsa dell'Istituto di credito impegnata, in quella fase, nel rinnovo del Contratto di lavoro.
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Nell'85 viene eletta nella segreteria regionale della Fisac-Cgil del Piemonte e, dopo cinque anni, passa alla struttura confederale regionale dove si occupa, dapprima, di stato sociale per poi assumere la responsabilità di segretaria organizzativa. Nel '99 viene eletta Segretaria generale della Cgil del Piemonte.
La sensibilità verso i temi del lavoro produttivo e riproduttivo la vedono a lungo impegnata nel movimento delle donne fino al punto di promuovere, insieme ad altre, la nascita di una specifica forma di rappresentanza all'interno del sindacato. Viene eletta l'8 luglio 2002 nella segreteria confederale, dove ha la responsabilità delle politiche internazionale e della cooperazione. Nel 2006 viene eletta alla Camera dei Deputati nella lista dell'Ulivo, nella Circoscrizione Piemonte 1. È attualmente membro della Commissione Lavoro pubblico e privato. Nel maggio 2007 aderisce a Sinistra Democratica; il 16 maggio viene eletta Presidente dei deputati Sd.
Chi la conosce bene dice che ha un tipico approccio da sindacalista. Non parla di schieramenti e di correnti, ma entra subito nel merito delle questioni. E' precisa, puntigliosa e ferma. Quasi maniacale nella ricerca dei dettagli, nell'analisi dei numeri. Non ama alzare la voce, non sbatte i pugni sul tavolo, ma quando deve dire qualcosa sa come farsi sentire. Non si trucca quasi mai e si presenta alle riunioni acqua e sapone. Spesso veste casual, più pantaloni che gonna. E, nonostante l'età, non disprezza i jeans.