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25 aprile 2023 - 78° Anniversario della Liberazione Nazionale
25aprile2023

Martedì 25 aprile, presso il Sacrario militare dei Caduti d’Oltremare, la Città di Bari e l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ricorderanno il 78° anniversario della Liberazione nazionale con una cerimonia commemorativa alla quale parteciperanno il Sindaco Antonio Decaro, la Prefetta Antonia Bellomo,  il Generale di squadra aerea Silvano Frigerio e il Presidente del comitato provinciale dell’Anpi Pasquale Martino.

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Il programma della cerimonia:

·        ore 9.30 - onori ai Caduti con deposizione di corone

·        ore 9.40 - momento di preghiera, benedizione, interventi autorità e lettura del messaggio del ministro della Difesa da pare del Generale Frigerio.

Alle ore 11.30 il sindaco Antonio Decaro, sulle note del Silenzio eseguito da un trombettiere dell’Aeronautica militare, deporrà una corona d’alloro presso la lapide commemorativa affissa sulla facciata esterna di Palazzo di Città in ricordo del sacrificio dei partigiani baresi. Per l’occasione, grazie alla collaborazione della Fondazione Petruzzelli, il maestro Andrea Sabatino suonerà al flicorno “Bella Ciao” sotto il colonnato del teatro comunale Nicolò Piccinni, luogo che ospitò i lavori del 1° Congresso del CLN, nel gennaio del 1944.

Nel pomeriggio, alle ore 16.30, l’assessora Ines Pierucci parteciperà al momento di omaggio organizzato dall’Anpi e dall’Osservatorio regionale sui neofascismi in ricordo della caduta partigiana Gianna Giglioli, in via Angelo Valle e Gianna Giglioli a Torre a Mare.

A seguire, alle ore 17.30, in piazza Carabellese, organizzata dal Coordinamento antifascista, si terrà una festa popolare con musica e dibattiti.

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La vigilia, nel frattempo, è stata caratterizzata dalla manifestazione organizzata a Brindisi "Verso il 25 aprile": “C’è stata una importante risposta popolare alle teorie revisioniste di questi giorni, tra cui le ultime imbarazzanti dichiarazioni del Presidente del Senato. La Costituzione per noi è l’Antifascismo – ha dichiarato Domenico De Santis, segretario del PD Puglia, a margine dell’evento - Siamo di fronte a coloro che da un lato si dimenticano di chi ha costruito la democrazia e la libertà nel nostro paese e dall’altro vogliono dividere l’Italia con l’autonomia differenziata”.

“Martedì - ha aggiunto Marco Lacarra, deputato pugliese del Partito Democratico - celebreremo i 78 anni dalla Liberazione. Dev’essere un giorno di festa e di commemorazione, innanzitutto per ricordare chi con il suo sacrificio ci ha restituito la libertà perduta per vent’anni. Il fatto che ancora oggi, a così tanto tempo di distanza, ci siano polemiche intorno a questa data, è un sintomo evidente di un disagio che nel Paese esiste e trova rappresentanza politica. Se solo, da ogni parte, si riuscisse a fare i conti col passato, ne guadagnerebbe lo spirito di unità nazionale e si rafforzerebbe la consapevolezza che il 25 aprile è un’eredità di tutti, da proteggere sempre e senza alcuna distinzione di colore politico.”

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Secondo Claudio Stefanazzi, parlamentare PD, “Siamo a Brindisi, sotto la stele dedicata ad Antonio Gigante, vittima del fascismo, per celebrare la vigilia del 25 Aprile. Questo è il primo 25 Aprile che festeggiamo con un governo in carica, che nega la pietra miliare della nostra vita democratica. Il 25 aprile è una frontiera. È il riconoscimento di un percorso di sofferenza e dolore che è culminato nella nostra meravigliosa Costituzione. Il governo in carica sta calpestando i principi più sacri della carta costituzionale. L'unità del Paese è sotto attacco sia a causa del progetto autonomista di Calderoli, sia per il tentativo di indebolire una parte del paese: la mancata assegnazione delle risorse FSC sono un attentato al mezzogiorno, sono un modo subdolo e crudele per trasformare gli amministratori e i cittadini del mezzogiorno in clienti e sudditi”.

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E il presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, alla solenne cerimonia, con la deposizione della corona sul monumento "La Scheggia Marmorea", in occasione del 78° anniversario della Liberazione della Repubblica Italiana, alla presenza del ministro Raffaele Fitto, ha detto:

"Voglio cominciare con un grazie, sentito, da cittadina di questo tempo, a tutte quelle donne e quegli uomini che hanno sacrificato la propria vita nella Resistenza per gli ideali di libertà. Donne e uomini come noi, che siamo qui, tantissimi giovani, anche una tredicenne, Annunziata Fiore, di Lecce, che ha combattuto in Albania nella divisione Gramsci.

"Donne e uomini come noi, con una famiglia, sogni, con la propria storia, che al destino personale hanno scelto la libertà di tutti, combattendo per liberare il nostro Paese da chi aveva ripudiato il più elementare dei valori del vivere civile, come più volte ha avuto modo di dire Enzo Sozzo che, nel 1946, insieme a pochi altri, fondò l’Anpi di Lecce".

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"La resistenza leccese ha visto la partecipazione di oltre 1200 partigiani cui si aggiungono gli ottomila salentini reclusi nei lager di lavoro. C’erano operai, professionisti, contadini, religiosi. La Resistenza non fu solo un moto patriottico militare contro l’occupante tedesco, i fascisti e la Repubblica di Salò. “La Resistenza - come disse Aldo Moro, nel 1975 al Petruzzelli - viene da lontano e va lontano”. Affonda le sue radici nella storia del nostro Stato risorgimentale e dà il fondamento alla democrazia italiana. Per questo il 25 aprile non può essere solo un omaggio alla memoria, può e deve farsi ponte verso l’umanesimo della civiltà, il collegamento tra il 25 aprile e il 2 giugno, tra la festa della Liberazione dai nazifascisti e la nascita della Repubblica italiana con il voto, finalmente, delle donne e l’avvento della democrazia".

"Senza il 25 aprile non ci sarebbe stato il 2 giugno. Quella Resistenza, ramificata e diffusa, fatta delle azioni partecipate del nostro corpo di liberazione, e arricchita da un’infinità di episodi spontanei, che rappresentarono l’immediata risposta delle popolazioni alle sopraffazioni delle brigate nere e dell’esercito nazista in tanti sperduti paesi rurali, fu un impegno civile diffuso e profondamente sentito. Un impegno spesso connesso alle lotte fortemente determinate che le leghe contadine avevano condotto in tante regioni: dal Veneto all’Emilia Romagna, alla Toscana, alla Puglia".

 

"Da quell’impegno civile è nata la nostra Costituzione su cui oggi giurano i rappresentanti delle massime Istituzioni. A dimostrazione che la libertà non è mai scontata e non è per sempre, si conquista lottando ogni giorno, con il contributo di ciascuna e ciascuno di noi. La Festa della Liberazione deve essere per tutte e tutti bandiera di orgoglio e unità e, allora, stamattina, guardandoci negli occhi, dobbiamo dirci che il 25 aprile è di tutti, che non ci sono intestatari né proprietari ma solo beneficiari, che l’antifascismo è patrimonio comune, perché il sacrificio di quelle donne e quegli uomini è valso la nostra libertà".

"Quella libertà che nessuna tensione politica può arrogarsi il diritto di compromettere perché è innanzitutto diritto inviolabile dei cittadini. Quella libertà che dopo tre quarti di secolo e numerosi tentativi di sfigurarne i connotati, è ancora tutta intatta in quell’elenco di articoli che abbiamo il dovere di difendere e rilanciare. Quella libertà minata dalla precarietà del lavoro, che fa dell’Italia un Paese sempre più vecchio, che vede fuggire via anche quei pochi figli che le sono rimasti, in un Paese dove non c’è spazio per la teoria scellerata della ‘sostituzione etnica’ secondo cui dietro la solidarietà per i poveri immigrati che scappano dalla guerra o dalla persecuzione si nasconde un piano per rimpiazzare gli italiani. Quella libertà tradita nei fondamentali se l’Europa ti condanna e ti paragona alla Polonia e all’Ungheria per la retorica anti Lgbt e anti migranti".

"Quella libertà che si traduce negli stessi diritti per tutte e tutti, in servizi pubblici uguali da nord a sud, che più che parlare di autonomia differenziata lavora per l’unità rafforzata. Che per farsi concretezza nella quotidianità difficile dei nostri giovani e delle donne dovrebbe creare i presupposti perché indipendenza e parità non siano solo uno slogan da tirare fuori all’occorrenza ma facciano rima con asili nido, scuole a tempo pieno, stage retribuiti".

"Ecco perché - ha concluso Loradana Capone - finchè ci saranno nuove liberazioni da conquistare, nuovi diritti da affermare, nuove libertà da far fiorire, ci sarà sempre bisogno del 25 aprile, quello dell’oggi".

Antonio StornaioloAntonio StornaioloGuarda la gallery

Anche Antonio Stornaiolo, rispondendo a una sollecitazione augurale del Maestro Rino Marrone - "Buon 25 Aprile - L'antifascismo è la nostra Costituzione" - ha diffuso una nota a commento: "25 Aprile, per la Repubblica Italiana, è festa nazionale per commemorare la liberazione dall'occupazione nazista e la definitiva caduta del regime fascista. È un giorno fondamentale per la storia d'Italia e per la Resistenza, cioè la lotta condotta dai partigiani a partire dall'8 settembre 1943. È il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane di attaccare i loro presìdi per imporne la resa prima dell'arrivo delle truppe alleate. La Liberazione mise così fine a vent'anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra. La data del 25 aprile segna l'avvio di una fase che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione. Già, la Costituzione: il nostro faro. Dunque, almeno martedì 25 aprile, per carità, tutti insieme, senza ormai superate differenze, rileggiamo la Storia e cerchiamo di non fare di tutta un’erba un fascio.

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato sul tema: Antifascismo, insofferenza e ignoranza storica dilagante

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