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Roma
M5S: nel Lazio tutti con Conte: la crisi rischia di travolgere Zingaretti

Il primo effetto della crisi? Zingaretti ha perso il sonno, perché con l'uscita del gruppo di Conte, per la Regione Lazio di prepara un agosto tremendo: l'accordo Pd-M5S, considerando che tutti gli esponenti del Lazio sono con l'ex presidente del Consiglio, ora non sanno più che pesci prendere e si ritrovano contro il Pd.

Uniti a livello locale ma separati e quasi pronti per far deflagrare la coalizione, col rischio che dopo mercoledì, giorno del giudizio per Draghi, si possa innescare una reazione a catena. Anche perché, ironia della sorte, due assessori pesanti della Giunta Zingaretti, hanno firmato l'accordo pre-elettorale col Pd. Si tratta dell'assessore alla transizione ecologica, Roberta Lombardi, fedelissima a Conte e Valentina Corrado, delegata al Turismo, nominata da Giuseppe Conte qualche giorno fa a coordinatrice regionale del Movimento Cinque Stelle. Vista la scissione in corso, la Corrado si ritrova in mano una nomina inutile, mentre la Lombardi sarà per forza all'opposizione del Pd, dopo l'uscita di Enrico Letta che ha giurato di non fare mai più alleanze, col Movimento.

Dunque per Zingaretti, già messo in discussione dal Nazareno per la sua voglia di ripetere l'asse anche nel 203 e poi stoppato dallo stesso Letta che ha chiuso in una stanza i vice Leodori e il boss regionale Bruno Astorre, invitandoli a smettere i pensare alle elezioni di contrarsi invece sul programma, la fuoriuscita di Conte dal Governo è un bel problema. Come spiegare al partito che gli attuali soci di minoranza sono considerati “avversari” a livello nazionale?

Così la partita che sembrava chiusa si riapre. Anche perché a differenza di Zingaretti, ormai proiettato verso un riposo forzato su un seggio di Camera o Senato, il partito di largo del Nazareno due conti se li è fatti e ha scoperto che prima della scissione il peso specifico del Movimento era uscito dalle amministrative con le ossa rotte, diviso tra Contiani e “Dimaiani”, il valore potenziale nell'urna esce ancora più indebolito.

Così la matassa di Zingaretti, Lombardo e Corradi si smonta e per il Pd del Lazio si apre una nuova stagione: rischiare tutto e andare al voto nel 2013 da solo, oppure ripartire da zero con la ricerca di un nuovo alleato? Un rebus.

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