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Roma
Pantheon e Fori: diktat Sangiuliano a Gualtieri, “L'eterno scontro tra poteri”
 Gennaro Sangiuliano

Topi al Colosseo, il ministro Sangiuliano detta la linea a Gualtieri sulla “pulizia straordinaria”; fondi per il Pnrr per i Fori Imperiali, anche qui è Sangiuliano che indica prescrizioni personali ed salva i 900 metri “Imperiali”. Roma Commissariata?

“Mah neanche tanto”, risponde Alberto Civica, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio ma anche profondo conoscitore delle cose romane. “Quello dei poteri è il primo dei problemi di Roma e la “madre” di tutti i guai della Capitale. Un concerto mai attuati tra Governo, Regione e Comune è stata la prima delle rogne mondiali. Faccio un esempio: Roma subisce storicamente di avere gli interessi della Regione Lazio che non coincidono con Roma; ad un presidente che non governa Roma non gli riesce altro che governare le Province che e purtroppo per lui valgono un quarto di Roma. Tute le Capitali del mondo hanno una normativa speciale mentre a Roma siamo vincolati: se lo devi fare per Roma lo devi fare anche per Milano. Roma dallo Stato è considerata come Frascati. E questo è il primo punto. Poi c'è il problema del finanziamento per Roma che è sistematicamente definanziata e le risorse stanno diventando un problema”.

Ma il diktat di Sangiuliano per pulire il Pantheon “pagando il Comune” è normale?

“Fa parte della normalità, si costruisce l'immagine mortificando l'unico sindaco che non è della parrocchia”.

Torniamo alla strettissima attualità, Il Giubileo, i cantieri e il caos che ci aspetta

“Non si capisce la natura di questi interventi. Non vedo come grande priorità per il Giubileo la pedonalizzazione di piazza Pia, piuttosto un favore al Vaticano. Ma la seconda cosa è che i romani ancora non hanno capito cosa ci guadagnano. Avevamo posto un problema al sindaco: cosa guadagna la città dai cantieri? Miglior trasporto pubblico? Investimento sul sociale? Ed era un ragionamento accoppiato ad Expo con grandi investimenti che lasciano sul tessuto della città. Bene non lo abbiamo capito. Nei prossimi mesi avremo Roma messa a ferro e fuoco dai cantieri, tutto bello ma avremo una città a ottobre che sarà impazzita”.

Non è che siete i soliti sindacalisti rompiballe che vogliono mettere bocca su tutto?

“A noi non interessa sinceramente se levano o mettono sanpietrini ma solo che i romani per andare a lavorare lavorare ci metteranno due ore la giorno in più, ma che potrebbero partire cantieri senza garanzie per i lavoratori. All'inizio dell'estate, tanto per fare un esempio, ci siamo trovati operai che lavoravano con 40 gradi e più al sole. Lo ripeto: noi non ci occupiamo di appalti ma di ciò che rappresentano: posti di lavoro, precariato, lavoro nero, sicurezza. Ma collegato al sistema del disagio c'è il trasporto pubblico che non è in grado di fare da cuscinetto. E qui siamo ancora senza idee sul Tpl. Anello ferroviario o no, resta il problema di come muoversi”.

E poi?

“I rifiuti. Parlano da soli. In campagna elettorale i candidati sindaco parlano dei primi 100 giorni. Non do a Gualtieri tutte le colpe dei mali storici ma questo è un problema irrisolto e che non so cosa si riuscirà a fare col Giubileo e tutti i progetti sono al di là da venire”.

Come sindacato dovreste festeggiare la ripresa del turismo e del lavoro. Almeno su questo è d'accordo?

“Io aspetto di vedere i dati sulla retribuzione media di Roma ma ho l'impressione che continuerà a scendere, perché il turismo a Roma ha dato vantaggi alle aziende e alle imprese ma i lavoratori sono sempre piàùprecari e sottopagati. Basta guardare il contratto del Commercio che è scaduto senza che nessuno parli di rinnovo. E torniamo al tema iniziale: chi ci guadagna con questa impennata del Turismo? Secondo me si amplierà la forbice tra ricchi e poveri”.

Dopo il Turismo a chi tocca?

“E poi parkiamo dei temi della sanità. Qui si parla di chiudere il Policlinico e riaprirlo e mi pare che stiamo continuando sulla strada di dare più soldi al privato. Se chiudi i posti pubblici è chiaro che si trovano nel provato. Qui si chiacchiera ma non su assumono medici e infermieri. Il Policlinico con tutti i suoi problemi era rinomato in Italia e in Europa per chirurgia di eccellenza, ma se continui a non avere più anestesisti... il privato ci guadagna”.

Come se ne esce?

“I soldi che stai dando al privato che guadagna sulle prestazioni li sposti sul pubblico e si fanno assunzioni di medici, infermieri e si riaprono i reparti”.

Può essere una soluzione, peccato che se a Roma devi fare un'esame specialistico nucleare puoi morire nell'attesa, oppure fare come tanti che vanno in Molise...

“Diciamoci la verità: i medici ospedalieri devono avere l'esclusività del rapporto ospedaliero. Se l'ospedale si trasforma in intramoenia è evidente l'effetto: se la stessa equipe in intramoenia invece che in tre mesi fa l'esame in 3 giorni è evidente che la struttura pubblica è in grado di farlo”.

Ma questa è teoria, anche perché l'inefficienza del pubblico non è una leggenda metropolitana. O no?

“Modifico la sua domanda: è mai possibile che nel pubblico nessuno controlla? In realtà il mal funzionamento o l'eccessiva burocrazia è funzionale ad andare verso la privatizzazione. Basta guardare il porti: se il privato li vuole gestire, vuol dire che producono reddito”.

Secondo lei stiamo andando verso una nuova liberalizzazione dei servizi?

“Meglio, gli stiamo dando i mercati protetti. Dopo la sanità gli daremo la scuola con il proliferare delle private. Dopo acqua e autostrade stiamo consegnando la parte protetta dove si fanno i soldi facili. E chi soffre è io sistema sano delle imprese che punta sui capitali e sul rischio”.

Gualtieri è quasi al bivio dei due anni. Luci? Ombre

“Sulle cose azzeccate direi il riordino delle partecipate”.

Le rigiro una delle sue domande: quanto ci guadagnano i cittadini con questo riordino?

“Intanto sono lavoratori e poi cittadini. Basti pensare alla Centrale del Latte. Ma Gualtieri si è mosso abbastanza bene anche per i fondi del Pnrr. Lo schema politico era ben fatto anche se non abbiamo capito a fondo i progetti”.

Le ombre, cioè i fallimenti?

“La comunicazione e il rapporto coi cittadini. Sono tutti chiusi negli uffici e nel Consiglio. Il Turismo è bello ma poi i turisti tornano a casa mentre i romani restano e sono quelli che votano. Glielo chiedo io: cosa ci guadagnano?

Altre ombre?

“La scarsa relazione con i sindacati. Sul bilancio abbiamo auto una rappresentazione ragionieristica anche anche di alto livello ma senza capire le finalità e senza un ragionamento di alto livello, come la Roma che vuole costruire questa Giunta. Vede, Roma è un libro. Un libro che si ti va bene riesci a mettere una riga ogni 20 anni con un sistema politico nazionale che è ostile a Roma. E da quando c'è la politica del nord la contrapposizione con Milano è aumentata”.

Ma se il Parlamento è pieno di eletti romani...

“Sì ma i partiti non sono romani”.

"I diktat di Sangiuliano sui Fori Imperiali". Giovanni Caudo svela le carte

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