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Roma
Raggi contro Casapound: la notifica sulla scritta è un post per Salvini

Raggi contro Casapound, la notifica sulla scritta abusiva un è chiaro segnale a Salvini: lui la bacchetta su rifiuti e occupazioni, lei si scaglia contro gli “amici” del ministro dell'Interno. Il “mandato zero” toglie il freno a Virginia: è pronta allo scontro.

 

Virginia Raggi giovedì mattina si è “vestita” da vigile urbano e si è presentata davanti al palazzo occupato da Casapound in via Napoleone III ed ha notificato l'atto con il quale il Comune ordina la rimozione della scritta “Casapound” dallo stabile perché abusiva. Secondo il regolamento Comunale, la scritta sul palazzo dovrebbe essere soggetta ad autorizzazione del Municipio e pagare un canone annuale, anche se le dimensioni della scritta sul palazzo eccedono il regolamento della Città Storica. Qualora Casapound non obbedisse all'ordine di rimozione, sarà il Comune a procedere d'ufficio e a consegnare il conto.

Ma questo notifica più che un attacco verso Casapound sembrerebbe più una sfida all'amico-nemico Matteo Salvini. Il legame che si era creato tra i due è stato logorato dalle continue frecciatine che il ministro dell'Interno ha lanciato al sindaco di Roma, su tutte quelle legate ai rifiuti ed alle occupazioni. Salvini come può interviene sui problemi di Roma, vuole dire la sua perché ha tra gli obiettivi principali quello di prendersi la città ma un patto di non belligeranza con gli amici 5 Stelle non gli ha mai permesso di dare quell'affondo deciso per conquistare la Capitale. La paura è quella di una conseguente caduta del Governo giallo-verde. Raggi allora, stanca del suo metter bocca su tutto, se la prende con Casapound, gli amici abusivi tanto tollerati dal numero uno della Lega quando si parla di occupazioni e sgomberi. Ora il sindaco aspetta la prossima mossa del ministro.

Ma i patemi d'animo per la Raggi non finiscono qui. A mettergli ulteriormente i bastoni fra le ruote ci si è messo Luigi Di Maio ed il Governo M5S. Il tanto sbandierato “mandato zero” dei 5 Stelle Impedirebbe alla Raggi, ed alla sua collega torinese Appendino, un eventuale secondo mandato tirandola così fuori dall'amministrazione Capitolina. Raggi sulla questione non si è al momento espressa se non limitandosi ad un “non sono minimamente interessata al tema poltrone, pensiamo a lavorare dato che abbiamo altri due anni intensi davanti”. Ma in realtà l'interesse c'è, come c'è la preoccupazione di non poter più portare avanti il suo progetto politico su Roma.

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