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Roma
Roma, contratto dei Comunali: “La Polizia locale ostaggio dei sindacati”

Il Sindacato unitario dei Lavoratori della Polizia locale (Sulpl) interviene nel dibattito sul rinnovo del contratto dei dipendenti comunali di Roma: “Alcuni sindacati sembrano tenere in ostaggio un'intera categoria”.

Così Marco Milano, segretario del Sulpl a Roma: "Paradossalmente appreziamo più la buona fede dell'amministrazione Gualtieri, che di alcuni sindacati". Sul tavolo c'è infatti la proposta di istituire classi di diversa responsabilità e di coordinamento gerarchico degli impiegati ed agenti di categoria C. Un tema particolarmente sentito ed urgente nella Polizia Locale di Roma Capitale, in cui la mancata applicazione della Legge Regionale vigente, lascia migliaia di appartenenti privi del grado e dell'inquadramento professionale. Il Sulpl condanna l'ostracismo dei sindacati su questo tema.

“La proposta di delineare tre classi di responsabilità in categoria C - spiega il segretario Milani - ben si concilierebbe con le normative che prevedono le tre fasce di grado agenti, sovrintendenti ed ispettori, attribuendo a quest'ultima, al pari di tutte le Polizie Locali d'Italia e degli inquadramenti delle Polizie Nazionali, la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria. Tutto questo ci appare assurdo, in un momento storico in cui lo stesso Governo accelera nel farsi carico di una legge di riforma nazionale e nell'occasione di sanare una situazione che paradossalmente pone il Corpo di Polizia cittadino al di fuori delle previsioni di legge. Imbarazzante poi, che un operatore con venti o trent'anni di servizio in una città metropolitana, debba chiamarsi 'agente', vergognandosi di fronte ad un collega di un qualsiasi piccolo Comune d'Italia, cui a parità di condizioni viene riconosciuto il grado di sovrintendente e ispettore".

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