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Roma
Roma, Giunta a perdere: il cimitero dei “caduti” di Virginia Raggi

di Valentina Renzopaoli

Minenna, De Dominicis, Muraro. E poi Frongia, Ranieri, Marra: l'elenco dei pezzi persi dalla prima giunta a Cinque Stelle in aula Giulio Cesare diventa un'enciclopedia dei nomi.

A cinque mesi esatti dallo storico insediamento, la giunta Raggi è alla sua seconda crisi. Le dimissioni dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro, che lo stesso sindaco aveva più volte difeso a spada tratta, rappresentano una bomba ad orologeria che potrebbe provocare esplosioni a catena.

Ma ricostruiamo la storia: il primo assessore a dire addio alla giunta pentastellata, dopo soli 70 giorni di incarico, è Paolo Minenna, nominato al Bilancio con le deleghe anche alle partecipate e al patrimonio. L'abbandono dell'uomo Consob, considerato pedina chiave della squadra,  il 1 settembre scorso, è legato a doppio filo alla revoca del Capo di Gabinetto Carla Romana Ranieri. La magistrata era finita nella bufera a causa del mega stipendio da 193mila euro l'anno che le era stato assegnato. Poi è andata in Procura e ha consegnato un dossier sulle “nefandezze” del potere del sindaco.

Una giornata nera quella del primo settembre: la giunta M5S in un colpo solo perde cinque pezzi. Nel giro di qualche ora convulsa, arrivano in sequenza altre tre dimissioni pesanti: quelle dei vertici Atac, il dg Marco Rettighieri e l'amministratore unico Armando Brandolese, e quella di Alessandro Solidoro, amministratore unico di Ama (che a sua volta, aveva sostituito Daniele Fortini).

Quattro giorni dopo, il 4 settembre Virginia Raggi decide di riempire la casella delicatissima dell'assessorato al Bilancio con il nome dell'ex procuratore generale della Corte dei Conti, Raffaele De Dominicis. Ma la festa dura poco, anzi pochissimo. De Dominicis non fa nemmeno in tempo a traslocare nel suo ufficio che l'incarico salta: l'ex magistrato infatti è indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio.
Il 30 settembre al suo posto arrivano Andrea Mazzillo al Bilancio e Massimo Colomban alle Partecipate.

Ora le dimissioni dell'assessore che sembrava indistruttibile. Ma sulla giunta pentastellata pende un'altra tegola: l'assessore all'urbanistica Paolo Berdini, sempre più lontano dalle posizioni del sindaco, potrebbe a questo punto decidere il suo addio. Il suo incarico sembra in bilico da diversi giorni e il terremoto Muraro potrebbe provocare a questo punti altri crolli.

Altro capitolo buio quello della scelta del Capo di Gabinetto del sindaco, segnato da avvicendamento e colpi di scena degni di una soap opera brasiliana: il primo ad essere stato nominato alla guida dell'ufficio è stato Daniele Frongia, braccio destro della sindaca poi spostato nel ruolo di vicesindaco. Dopo di lui, si è ragionato su Daniela Morgante, magistrato della Corte dei Conti e già nella giunta di Ignazio Marino, ma poi la sua nomina è caduta nel vuoto. Al suo posto arriva la Ranieri, poi dimessa.
Polemiche e cambi di scena pure per il fedelissimo Raffaele Marra: nominato vice capo di gabinetto, poi spostato al dipartimento delle Risorse Umane, per decisione dello stesso Beppe Grillo che ha preteso la sua testa.

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