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Roma
Smog a Roma, colpa dei mezzi pubblici vergognosi: “I pendolari non si fidano”
Foto Legambiente Lazio

di Diana Maltagliati

 

È da due giorni che Roma si trova in allarme smog: i livelli di polveri sottili rilevati dai dispositivi Arpa hanno portato gli esperti a definire la situazione “critica”.

 

Bambini, donne incinte e anziani sono stati invitati a rimanere quanto più possibile a casa per evitare di esporsi in maniera prolungata allo smog che nelle ultime ore soffoca la Capitale.
Mercoledì, nel tardo pomeriggio, il Campidoglio ha emesso d'urgenza il provvedimento per il blocco delle vetture più inquinanti per tutta la giornata di giovedì: dalle 7.30 alle 20.30, senza pause a metà giornata.
Il giorno prima, il Comune di Roma aveva lanciato invece un appello alla cittadinanza chiedendo di utilizzare il meno possibile i mezzi privati per ridurre i livelli di polveri sottili nell'aria.

Un'emergenza, questa, che era stata preannunciata più volte da Legambiente e Greenpeace, che si erano attivate già negli ultimi mesi dello scorso anno diffondendo i dati relativi alle concentrazioni di inquinanti in città.

Greenpeace a fine ottobre aveva pubblicato il report “Ogni respiro è un rischio”, analizzando i livelli di biossido di azoto davanti a 10 scuole nell'orario di ingresso di bambini e ragazzi. Quello che ne è risultato è stato un quadro sconcertante. Laddove i limiti individuati dall'Organismo Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana sono di 40 mcg/m3 (microgrammi per metro cubo), per i bambini la tolleranza scende ancora di più, ma a Roma si raggiungono anche picchi di 111,4 mcg/m3 proprio davanti agli istituti scolastici.

Questo significa che il biossido di azoto arriva ad essere quasi 3 volte più concentrato di quanto un essere umano adulto potrebbe sopportare senza danni per la propria salute.

“L'Italia al momento è sotto una procedura di infrazione europea sia per il particolato che per il biossido di azoto – spiega ad Affaritaliani Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia - Il 30 gennaio prossimo, il ministro dell'Ambiente Galletti è convocato con un ultimatum dal Commissario europeo per l'Ambiente a Bruxelles e questa è l'ultima occasione che l'Italia ha prima di finire davanti alla Corte europea”.

La situazione romana, ricorda Boraschi, è grave e deve essere affrontata quanto prima con un piano programmatico e radicale che preveda la progressiva messa al bando del diesel. “É chiaro che la situazione dell'aria di una città come Roma non si risana in pochi mesi”, spiega Boraschi, ricordando però che è da giugno che Greenpeace chiede senza successo di poter incontrare l'Assessore alla Mobilità Linda Meleo.

“Mentre siamo stati ricevuti dai sindaci e dagli assessori competenti di tutte le altre città che abbiamo contattato, a Roma sembra impossibile. Abbiamo avuto un confronto con l'assessore all'Ambiente Montanari, che però non è competente rispetto alla questione che poniamo noi, dato che parliamo di un problema ambientale che è anche una crisi sanitaria”.

L'Agenzia Europea per l'Ambiente stima, infatti, che in Italia ci sono ogni anno circa 17 mila morti premature per il biossido di azoto: un dato che mette il Bel Paese in cima alla classifica europea.

Dai rilevamenti fatti davanti alle scuole romane dall'associazione ambientalista, è risultato che nessuno degli istituti riportati a campione gode di aria pulita: la scuola primaria Carducci di via La Spezia, per esempio, presenta in media 66,1 mcg/m3 di biossido d'azoto, ma anche la situazione “più virtuosa” sfora il limite con 48,9 mcg/m3.

Il 2018 è iniziato con la domenica ecologica del 21 gennaio, ma nonostante le 167 contravvenzioni realizzate dalla Polizia Locale, la situazione smog è andata comunque degenerando nei giorni seguenti fino all'allarme.

“Le domeniche ecologiche sono una buona iniziativa che poco può e poco ha a che fare con una politica e una programmazione seria di contenimento dell'inquinamento atmosferico – ricorda Boraschi - I blocchi del traffico, invece, sono misure emergenziali, misure tampone che servono come interventi spot destinati a contenere un problema che inevitabilmente si ripresenterà”.

Secondo Legambiente, invece, le domeniche ecologiche dovrebbero essere un'occasione per i comuni di mostrare le città senza traffico e di offrire alternative che un cittadino può decidere di prendere anche in settimana: “La domenica ecologica dovrebbe saper spiegare che l'alternativa all'auto privata c'è – ha dichiarato ad Affaritaliani il Presidente di Legambiente Lazio Roberto Scacchi – Sono prima di tutto obbligatorie per legge, ma potrebbero servire da vetrina per far conoscere una Roma percorribile a piedi, in bicicletta o coi mezzi pubblici”.

E il grande nodo sembra proprio essere quello di un trasporto pubblico inefficiente, che ha fatto perdere la fiducia delle persone in Atac.

“I pendolari non si fidano più. Per esempio non prendono più la Roma-Lido perché si rompe – spiega Scacchi – E' una metropolitana mancata: potenzialmente potrebbe servire 120 mila persone, ma non è così. La scorsa settimana si è rotta tre volte, oggi (25 gennaio n.d.r.) un'altra volta e i passeggeri si sono addirittura rifiutati di scendere dal convoglio. Noi di Legambiente è dal 2013 che la definiamo la linea ferroviaria peggiore d'Italia e i pendolari ce ne danno conferma. Nel 2015 i passeggeri su quella tratta erano 80 mila, l'anno successivo sono scesi a 55 mila. Questo significa un calo del 30% e vuol dire proprio che le persone non si fidano più e preferiscono utilizzare i mezzi privati. E hanno ragione: è una vergogna essere costretti a viaggiare in quelle condizioni. È ovvio che tutto questo non aiuta a risanare la qualità dell'aria”.

Codacons ha annunciato che presenterà un esposto contro il Comune di Roma: “L’allarme smog nella Capitale è da attribuire principalmente all’incapacità dell’amministrazione capitolina di adottare misure efficaci per migliorare la qualità dell’aria – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi – Si continua a ricorrere a misure spot come le domeniche ecologiche, inutili e dannose per la collettività, mentre servirebbero provvedimenti strutturali in grado da ridurre la circolazione delle auto private in città, oggi pericolosamente in aumento, e spingere i romani a lasciare a casa la propria autovettura. Per far ciò serve prima di tutto incrementare i controlli sulle strade da parte dei vigili urbani, che oggi appaiono quasi inesistenti, elevando multe nei confronti degli automobilisti scorretti, e poi potenziare il trasporto pubblico rendendolo degno di una metropoli europea”.

 

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