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Roma
Totti, nemo profeta in patria ma tornerà a Trigoria. Sta scritto nelle carte

di Beatrice 241 *

Francesco Totti se ne va. E la Roma, ancora in lutto dopo il saluto a Daniele De Rossi, viene scossa da un nuovo fremito di pianto, più forte. Cosa resta della Roma, senza De Rossi e Totti, non sembra essere tra gli interrogativi che si pongono Pallotta e Baldini che invece non hanno previsto deroghe al fatto che un bravo dirigente, che lavora per loro, non può e non deve essere esperto solo di calcio ma deve perlomeno parlare l’inglese.

Che poi Totti sia il più bravo giocatore della Roma di tutti i tempi, e che da trent’anni accende il cuore dei tifosi, per questa dirigenza d’oltre oceano, sono caratteristiche di ben poco rilievo, sul curriculum di un vero dirigente della Roma.

E così dopo due anni che non indossa più gli scarpini, ora Totti si strappa dalla giacca e dal cuore anche lo stemma della Roma e se ne va, girando le spalle come quando l’Ispanico, il Gladiatore Massimo Decimo Meridio, volse le spalle a colui che gli diceva: “C’è stato un sogno una volta che era Roma lo si poteva soltanto sussurrare, ogni cosa più forte di un sospiro l’avrebbe fatto svanire, era così fragile. Io temo che non sopravviverà all’inverno”.

Ma il Gladiatore Totti se ne va con una la certezza di essere ancora così presente nel cuore dei suoi tifosi che se decidesse di lanciare l’urlo di battaglia: “Al mio segnale scatenate l’inferno” Pallotta e Baldini avrebbero vita dura.

Totti in realtà, però l’inferno non lo vuole. Le mie napoletane mi parlano della sua delusione avuta da “Casa Trigoria”, che il Capitano non sente più come casa sua. Questo sentirsi escluso è ciò che ha fatto maturare dentro di lui la voglia di voltare definitivamente pagina. Ora il bisogno è divenuta l’urgenza di dribblare incomprensioni e situazioni di vero stallo, per tornare a sentirsi dentro quella vertigine che avverte solo quanto torna ad essere un campione.

Le mie “lame” mi dicono che il cambiamento era già scritto nel destino dell’atleta della Roma, e gli raccomandano di chiudere definitivamente i ponti con il passato per aprirsi al nuovo, e al cambiamento. E’ tempo infatti, di non perdere di vista i nuovi obiettivi, mantenendo i pugni e il cuore ben chiusi per non avere ripensamenti sulle decisioni prese.

Per il Capitano ci sono in vista viaggi e diversi incontri che porteranno conforto nei primi giorni, quando si sentirà veramente orfano della Roma, poi inizieranno a concretizzarsi le nuove proposte e arriverà la possibilità di prendere un ruolo dove esprimere a pieno le sue potenzialità.

Il Gladiatore Totti si sussurra in continuazione: “Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità!” mentre, determinato, va verso una nuova vittoria, da vero Bilancia (27 settembre 1976), scegliendo una nuova strada. E gloria nuova ci sarà, ma ci sarà anche il ritorno Trigoria. Non sarà un ripensamento, ma eventi e personaggi cambieranno e allora sarà la Roma a sentirsi orfana del Capitano e invocherà il suo ritorno con tutte le sue forze. Sarà allora che Totti padre e Totti figlio torneranno ad essere i “Signori” di casa, a Trigoria.

*Beatrice 241 è una donna fervente cattolica, appassionata di lettura delle carte - Beatrice241 su FB

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