Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
TUTELE PASSEGGERI DEI TRENI, FONDI ADRION E PROGETTI CONTRO LA VIOLENZA
Congresso FEDERSPEV - Tutela pensioni in Italia e in Europa

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI 

In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: la reversibilità è gestita allo stesso modo in ogni Stato europeo? Ludovica Sarpedo

Risposta: no, in Italia è molto più tassata, ce lo spiegano il prof. Michele Poerio, presidente Federspev e il prof. Marco Perelli Ercolini, vicepresidente Federspev che dicono:” La pensione di reversibilità è un diritto maturato in seguito alla contribuzione obbligatoria versata a valore corrente per tutta la vita lavorativa, i tagli della legge Dini, agganciata all’entità del reddito del coniuge superstite, ha un netto aspetto di prelievo tributario, tagli che si aggiungono ai salati prelievi Irpef.  In Italia i tagli sulla reversibilità sono operati in base al reddito del coniuge superstite e precisamente: lavoro proprio, pensione propria (non altre reversibilità), fabbricati (seconde case), altri redditi personali, cosa che non succede in altri Stati europei in cui assistenza e previdenza sono divisi". La Federspev anche di recente al suo congresso nazionale a Palermo ha ribadito che avvierà azioni sia a livello italiano che europeo per difendere le pensioni e combattere le iniquità.

Domanda: le donne possono donare il sangue, ma ci sono delle rgole comuni europee? Sonia Sironi

Risposta: ogni donna può donare il sangue intero due volte all’anno se è in età fertile. Dal momento in cui entra in menopausa, a prescindere dall’età in cui questo avviene, può donare quattro volte all’anno come gli uomini. “La stessa indicazione vale anche per la donazione di multicomponent (eritroplasmaaferesi e eritropiastrinoaferesi) in cui sia previsto il prelievo di globuli rossi”, spiega il dott. Renato Dal Compare, presidente della associazione donatori di sangue HSOS,"Se una donna è in salute e i suoi valori di ferritina e di emoglobina sono ottimali, può donare sia sangue intero che plasma che piastrine. Una donna ogni volta può donare una sacca da 450 ml per il sangue intero e da 600-700 ml per il plasma". Si menziona il progetto europeo TRANSPOSE (TRANSfusion and transplantation: PrOtection and SElection of donors)co-finanziato dalla Commissione Europea che mira all’armonizzazione delle politiche europee di selezione e protezione del donatore di sostanze di origine umana, mantenendo adeguati livelli di salute, sicurezza e protezione del ricevente. Il progetto è durato trenta mesi con la partecipazione di 24 enti provenienti da sedici Stati dell’Unione Europea.

Domanda: ci  sono delle tutele per i passeggeri dei treni in Unione europea?

Risposta: sì. Sono entrate in vigore di recente nuove norme europee sulla protezione dei passeggeri del trasporto ferroviario, che ora godono di una migliore protezione in caso di interruzione del viaggio. Le imprese ferroviarie devono garantire un’esperienza di viaggio agevole per i passeggeri a mobilità ridotta, nonché condividere i dati relativi al traffico e alla mobilità in tempo reale, al fine di proporre un’offerta più competitiva. Se i passeggeri perdono una coincidenza a causa di una perturbazione del viaggio e non ricevono una soluzione alternativa entro 100 minuti, ora godranno di un nuovo diritto a organizzare autonomamente itinerari alternativi. Ciò significa che possono riorganizzare da sé il proseguimento del viaggio in treno o in autobus e ottenere dal vettore il rimborso del costo "necessario, adeguato e ragionevole" del biglietto aggiuntivo. Alcune imprese ferroviarie dovranno fornire biglietti cumulativi, che conferiscono ai passeggeri maggiori diritti in caso di perdita di coincidenza, quali il rimborso del biglietto o il risarcimento, l'accesso all'alloggio se non è possibile proseguire il viaggio il giorno stesso. Le nuove norme migliorano inoltre la disponibilità di informazioni di viaggio in tempo reale per i venditori di biglietti e gli operatori turistici. Agevolando l'accesso ai sistemi di prenotazione delle imprese ferroviarie, consentiranno altresì ai venditori e agli operatori di proporre offerte più innovative, come pacchetti di biglietti di diversi vettori o la possibilità di combinare collegamenti finora non proposti.

Domanda: lavoro nell’area adriatico-ionica, ci sono fondi europei? Marco Fuscato

Risposta: sì, c’è un bando aperto ad esempio sino al 30 giugno del programma Interreg VI B IPA ADRION, il programma di cooperazione territoriale europea transnazionale che coinvolge dieci Stati dell’area adriatico-ionica, ovvero quattro Stati dell’Unione Europea (Italia, Slovenia, Croazia, Grecia), cinque Stati beneficiari di IPA III (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia) e uno Stato terzo (Repubblica di San Marino). Il programma interessa tutto il territorio dei Paesi indicati, ad eccezione dell’Italia dove copre solo i territori di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria e Marche. Lo stanziamento ammonta a 65 milioni di euro, sostiene diversi di sviluppo per la regione adriatico-ionica (settore energia, Ict, ambiente, mobilità, economia circolare) e devono avere una durata non superiore a 36 mesi e un budget di massimo 1,5 milioni di euro. Il cofinanziamento europeo può coprire sino all’85 per cento dei costi totali ammissibili.

Domanda: non ci sono progetti e fondi europei contro la violenza nei confronti delle donne?

Risposta: sì ci sono diversi bandi e progetti. Ad esempio c’è il progetto ENABLE – Early Network-based Action against violent Behaviours to Leverage victim Empowerment che si fonda sul protocollo ZEUS, siglato nel 2018 e rinnovato nel 2019, tra la divisione Anticrimine della Polizia di Milano e il CIPM di Milano per l’effettiva applicazione della legge no. 38/2009 e 119/2013 sulla violenza domestica e sullo stalking. Il protocollo garantisce una risposta precoce, integrata e su più livelli, alla violenza domestica; questo implica che l’autore di violenza domestica o stalking, che viene ammonito, sia immediatamente preso in carico dall’équipe del CIPM per un trattamento clinico/criminologico. Contemporaneamente, a chi ha subito atti violenti o persecutori verranno indicati i centri specializzati presenti sul territorio. Grazie al progetto ENABLE, il protocollo ZEUS viene siglato in altre otto città italiane: Cagliari, Genova, Piacenza, Verona, Vicenza, Bari, Prato e Roma. L'UE fornisce alle organizzazioni finanziamenti per progetti tesi a combattere la violenza di genere mediante il programma "Cittadini, uguaglianza, diritti e valori". Attualmente non esiste alcun atto legislativo specifico dell'UE che si occupi di violenza contro le donne e di violenza domestica. La questione è disciplinata tuttavia da alcune direttive e alcuni regolamenti dell'UE, in particolare nei settori della cooperazione giudiziaria in materia penale, della parità tra donne e uomini e della politica di asilo. Il 9 giugno 2023 il Consiglio ha concordato la sua posizione sulla proposta di direttiva per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica. La nuova direttiva configurerebbe i seguenti reati nell'UE: mutilazioni genitali femminili, stalking online, molestie online, condivisione non consensuale di materiale intimo o manipolato, istigazione all'odio o alla violenza online. E’ in vigore poi la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica ("convenzione di Istanbul"). Il diritto delle donne di vivere libere dalla violenza è sancito anche da accordi internazionali quali la convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (1979) e la dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne (1993). Nel 2020 la Commissione europea ha adottato la strategia per la parità di genere per il periodo 2020-2025. Tale strategia prevede un'ambiziosa serie di misure tese a porre fine alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. Con questa strategia l'UE ha confermato il suo impegno a impedire e combattere la violenza di genere; sostenere e proteggere le vittime; far sì che i responsabili rispondano delle loro azioni. Nel novembre 2022 la Commissione europea ha annunciato la creazione di un numero unico di assistenza telefonica a livello di UE per le vittime di violenza contro le donne. Il numero è 116 016. Le donne vittime di violenza possono chiamare lo stesso numero in tutta l'UE per accedere a consulenza e sostegno. Inoltre l'UE partecipa attivamente agli sforzi internazionali tesi a promuovere l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili. Tra i vari progetti c’è ad esempio FuTuRE che è un progetto finanziato con i fondi CERV (Citizen, Equality, Rights and Value) che vede differenza Donna e Università della Tuscia impegnate nella prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, con un focus specifico sulle donne vittime di violenza nelle relazioni intime e multiple discriminazioni, attraverso l’aggiornamento e il rafforzamento di procedure e metodologie di valutazione del rischio. Nel periodo 2014-2020 l’Italia ha potuto beneficiare di 37,35 milioni di euro riservati a progetti di contrasto alla violenza contro le donne. Una somma stanziata all’interno dei fondi di coesione UE destinati alle politiche di genere (489,87 milioni di euro). Tra le associazioni attive c’è EWMD che di recente ha partecipato ad un corso di autoprotezione ed autodifesa personale svoltosi a Milano con delegazioni nazionali. EWMD European Women's Management Development è un network internazionale che collega professioniste di tutte le aree: impresa, istruzione, politica e cultura con lo spirito di coinvolgere e scambiare idee.   EWMD è nato nel 1984 da un gruppo di donne con il sostegno di EFMD "European Foundation for Management Development", la più grande associazione a livello europeo nel management aziendale. EWMD sostiene la crescita delle donne che investono nella propria professione attraverso la valorizzazione della diversità e lo sviluppo delle proprie competenze e progetti di coaching, di empowerment, di autostima, di collaborazione.

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