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Pensioni, APE E FASE 2: la resa dei conti. E sui 67 anni... RIFORMA PENSIONI NEWS

Pensioni, APE E FASE 2: la resa dei conti. Riforma pensioni news


"È passato un anno dall'inizio della trattativa, caratterizzata dalla difficile FASE 1, anch'essa gestita con tantissimo ritardo": lo ha detto il Segretario Generale Cgil Roberto Ghiselli, a Radio Articolo 1. Riferimento ai decreti per l'APE sociale e la Quota 41, all'APE volontaria in stand by (Consiglio di Stato). Ritardi che creano polemiche nella riforma pensioni. "Si sono accumulati per varie ragioni e stanno provocando disagi". Proprio per questo, secondo il sindacalista, non sarebbero accettabili ulteriori dilazioni. Sulla FASE 2 della riforma "è ora che l'esecutivo scopra le sue carte, dicendo cosa pensa di questi argomenti".


PENSIONI: DAMIANO-SACCONI, APPELLO A GOVERNO STOP ADEGUAMENTO ETA'


Lavorare ad un rinvio strutturale dell'adeguamento dell'età di pensionamento alle aspettative di vita. E' questo l'appello che i presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare DAMIANO e Maurizio Sacconi, girano a Governo e Parlamento nel tentativo di scongiurare l'aumento automatico dell'età pensionabile a 67 anni (66+11 mesi per l'esattezza) che potrebbe scattare già dal prossimo autunno, con una semplice atto amministrativo, per entrare in vigore, come previsto dalla riforma Fornero, dal 1 gennaio 2019. Gli effetti dirompenti di questo automatismo che peraltro dal 2019 scatterebbe ogni 2 anni e non più ogni 3, stanno tutti in una tabella, nota da tempo, il cui impatto però , dicono ad una sola voce, resta "inconcepibile oltre che irragionevole" : dai 67 anni del 2019, infatti, si passerebbe ai 67+3 mesi nel 2021, ai 68+1 mese nel 2031, ai 68+11 mesi nel 2041 fino ai 69+9 mesi , quasi 70) del 2051. La questione, dunque, va "affrontata tempestivamente" chiede DAMIANO e con "nuove norme strutturali che non solo consentano di evitare il gradino del 2019 ma che distribuiscano nel corso del tempo l'aumento dell'età previsto". La strada potrebbe essere quella "di saltare un giro" o di "adeguare il sistema ogni 5 anni". Ma l'importante, anche per Sacconi, è che si fermi un meccanismo "inaccettabile e irragionevole" e che si riportino le regole "ad una dimensione umana perchè una logica tecnocratica ci ha portato troppo oltre", continua con un inaspettato mea culpa: "sono il padre del legame tra età e aspettative di vita ma l'elaborazione attuariale della Fornero ha portato ad una plateale esagerazione. Serve un paletto e l'apertura di una riflessione più ampia, aperta e laica".

A peggiorare il quadro per i futuri pensionati, già condannati con l'automatismo sull'età pensionabile a vedersi applicati una sorta di 'scala mobile' sui criteri di accesso, "ogni due anni cambia l'età di riferimento", dice ancora DAMIANO, anche il meccanismo legato ai coefficienti di trasformazione, quei valori che concorrono al calcolo dell'assegno maturato con criteri contributivi. La riforma Fornero infatti, spiega Sacconi, utilizza questi coefficienti per 'riequilibrare' eventuali aumenti fuori misura con il paradosso, denuncia, di penalizzare chi ha lavorato più a lungo. Così non solo si andrebbe in pensione a 70 anni dal 2051 ma con assegni mediamente più bassi. "Quando è troppo è troppo", annota ancora ricordando come tutto il meccanismo in azione dal 2019 in poi penalizzerebbe soprattutto le donne. Senza contare che il paletto a 67 anni di età è sconosciuto ai maggiori partner europei ad eccezione della Germania che però "diluisce nel tempo" questo aumento. L'automatismo inoltre smentirebbe quella flessibilità all'uscita sancita con l'Ape social e l'Ape volontaria sancita dall'accordo tra Governo e sindacati appena pochi mesi fa. L'appello dei due parlamentari, "la strana coppia" come ribattezzata dallo stesso Sacconi, appoggia dunque anche gli sforzi di Cgil, Cisl e Uil che in questi mesi hanno cercato di riportare il tema al tavolo di confronto e che per giovedì hanno proclamato un'Assemblea unitaria per fare il punto della situazione. Per ora però i risultati languono. I tavoli tecnici in corso sulla fase due dell'intesa sulla previdenza, infatti, non sembrano in grado di poter aprire, al momento, uno spiraglio nella discussione. Ed è anche al Parlamento che DAMIANO e Sacconi guardano con speranza. "Fermi restano gli obiettivi di lungo periodo auspico un percorso unitario e di buon senso che aiuterebbe la società anche a ritrovare fiducia nel sistema previdenziale, a partire dai giovani", concludono.


Pensioni, sindacati uniti contro l'aspettativa di vita e la pensione di vecchiaia a 67 anni


Fronte unito dei sindacati contro l'aspettativa di vita, ossia il progetto di spostare la pensione di vecchiaia dal 2019  a 67 anni (contro gli attuali 66 anni e 7 mesi) con 43 anni e 3 mesi di contribuzione per gli uomini e a 42 anni e 3 mesi per le donne circa la pensione anticipata. Nei giorni scorsi il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, ha confermato, in un’audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera, che l’età minima per la pensione di vecchiaia dovrebbe aumentare «dai 66 anni e 7 mesi, in vigore per tutte le categorie di lavoratori dal 2018, a 67 anni a partire dal 2019». Poi, siccome la legge prevede che il requisito venga adeguato alla speranza di vita ogni due anni, si passerebbe «a 67 anni e 3 mesi dal 2021. Per i successivi aggiornamenti, a partire dal 2023, si prevede un incremento di due mesi ogni volta. Con la conseguenza che l’età pensionabile salirebbe a 68 anni e 1 mese dal 2031, a 68 anni e 11 mesi dal 2041 e a 69 anni e 9 mesi dal 2051». E i sindacati non ci stanno.


PENSIONI: BARBAGALLO, PUNTARE A CONTRIBUZIONE FIGURATIVA ATTIVITA' DISCONTINUE


"Anche se abbiamo tempo, dobbiamo mettere le basi per una contribuzione figurativa per le attività discontinue" dovute al "precariato per i giovani e per le donne al ruolo che hanno nella cura della famiglia. Altrimenti si rischia di non dare loro una prospettiva per il futuro". Lo ha detto Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, a margine di un convegno del sindacato, a poche ore dall'incontro tecnico che i sindacati avranno con l'esecutivo sul tema delle PENSIONI. "Noi continuiamo a cercare di capire cosa voglia fare il governo" su questo tema, ha aggiunto. Mentre sul fronte dell'innalzamento automatico dell'età pensionistica, Barbagallo ha ribadito la contrarietà: "Noi lo diciamo da sempre, oggi siamo d'accordo con l'iniziativa di Damiano e Sacconi. Anche perché non ne capiamo i motivi: in Europa siamo sopra la media per età pensionistica, così come siamo sopra per tassazione, ma sotto per valore reale dei salari", ha concluso.

Pensioni, Ape sociale e quota 41: domanda entro il 15 luglio. Riforma pensioni news

Pensioni e riforma pensioni: attenti al termine di scadenza fissato al 15 luglio per chi fosse interessato all'Ape Social o Quota 41. La data all'interno dei DPCM, però tecnicamente non è l'ultimissima chiamata per i lavoratori che sognano l'anticipo pensionistico.


Pensioni, Ape sociale e quota 41: domanda al 30 novembre? Che rischio! Riforma pensioni news


Infatti gli aspiranti pensionati potranno fare domanda entro il 30 novembre di ogni anno (negli anni 2017 e 2018 per l'Ape, anche negli anni successi per i lavoratori precoci). Attenti però a non adagiarvi sugli allori. E' giusto sottolineare che chi attenderà il 30 novembre avrà una domanda di pensioni anticipata che verrà accettata solo se ci saranno risorse economiche ancora a disposizione. E visto che l'APE sta avendo un boom di richieste (forse superiori ai fondi a disposizione?) meglio far domanda entro il 15 luglio...


Pensioni, APE SOCIAL A RISCHIO? Allarme e tensioni nella RIFORMA PENSIONI - I costi dell'Ape Social



PENSIONI NEWS: Boom di domande per Ape sociale e pensioni precoci: 51mila in 20 giorni

 

Aggiornamento pensioni: novità per Ape sociale e pensioni precoci. Sono 51.130 le domande presentate per accedere ai benefici concessi dall'Inps. In particolare, sono finora 31.260 le domande di certificazione delle condizioni di accesso all'Ape sociale e 19.870 quelle per l'accesso al pensionamento anticipato per lavoratori precoci. Lo comunica l'Inps. 

 

PENSIONI NEWS: Ape sociale e pensioni precoci, 51mila in 20 giorni

 

Il maggior numero di domande per Ape sociale e pensioni precoci e' stato presentato in Lombardia (8.870), seguita da Veneto (5.252), Piemonte (4.301), Sicilia (4.274), Emilia Romagna (3.802), Toscana (3.664) e Lazio (3.588). La tipologia di aventi diritto per Ape sociale pensioni precoci piu' rappresentata e' quella dei lavoratori disoccupati con 28.188 domande, a seguire gli addetti alle mansioni difficoltose (9.634).

 

PENSIONI NEWS, on line la guida per conoscere diritti dei pensionati

 

Una guida per navigare sul sito dell'Inps e consentire ai pensionati di conoscere diritti e doveri. La guida - spiega l'Inps - viene incontro in particolare alle esigenze dei titolari di trattamenti previdenziali o assistenziali di importo basso, che vogliono verificare se possono aver diritto a trattamenti integrativi della pensione, erogabili d'ufficio o a domanda, o a detrazioni fiscali. Vengono forniti inoltre suggerimenti per controllare e gestire la propria pensione: dalla verifica mensile dell'importo della propria pensione e delle eventuali variazioni alla dichiarazione reddituale annuale, dai diritti alle integrazioni e maggiorazioni della pensione o ai trattamenti di famiglia alla detassazione delle pensione per i residenti nei Paesi con cui l'Italia ha siglato specifici accordi. La guida e' pubblicata sul sito Internet (menu "Inps comunica") scaricabile in formato pdf, ma e' stata resa disponibile anche per il personale degli Urp e del Contact Center e per gli intermediari dell'Istituto.

 

PENSIONI NEWS, nel 2051 possibile assegno a 70 anni

 

Sulla base degli scenari demografici elaborati dall'Istat nel 2051 si potra' andare in pensione a quasi 70 anni. Lo ha spiegato il presidente dell'Istat Giorgio Alleva nell'audizione sulle due proposte di legge costituzionale (C.3478 e C. 3858), a modifica dell'articolo 38 della Costituzione. Secondo la dinamica demografica del Paese, "dai 66 anni e 7 mesi, in vigore per tutte le categorie di lavoratori dal 2018, si passerebbe a 67 anni a partire dal 2019, quindi a 67 anni e 3 mesi dal 2021. Per i successivi aggiornamenti, a partire da quello nel 2023, si prevede un incremento di due mesi ogni volta. Con la conseguenza che l'eta' pensionabile salirebbe a 68 anni e 1 mese dal 2031, a 68 anni e 11 mesi dal 2041 e a 69 anni e 9 mesi dal 2051". Alleva ha ricordato che l'Istat fornisce ufficialmente i parametri demografici ed economici necessari affinche' il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto col ministero dell'Economia e delle Finanze, possa determinare la revisione dei coefficienti di trasformazione. "Il prossimo rilascio, non ancora ufficialmente richiesto dai due ministeri competenti, sara' verosimilmente prodotto nel 2018 con dati riferiti al 2016". Per quanto riguarda l'adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento, l'aggiornamento successivo entrera' in vigore dal primo gennaio 2019 e sara' costituito sul triennio 2013-2016. Dal primo gennaio 2021, poi, gli aggiornamenti saranno su base biennale.


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