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Affari Europei
Eurogruppo, Dijsselbloem lascia: corsa di Padoan in salita
Il ministro delle finanze italiano, Pier Carlo Padoan

 

Il quattro dicembre Jeroen Dijsselbloem lascerà la sua poltrona di presidente dell'Eurogruppo, il conclave che riunisce tutti i ministri delle finanze dell'area euro. Una posizione di rilievo che ora ogni cancelleria europea vorrebbe fare propria. Il primo dicembre verranno resi noti i nomi di chi correrà per la poltrona, ma é già da mesi che le capitali europee tessono alleanze in vista di questo appuntamento.

Eurogruppo, Dijsselbloem deve lasciare la poltrona

Dijsselbloem, 51 anni, deve lasciare il suo mandato giunto al termine e anche se molti vorrebbero che si ricandidasse, le regole europee glielo vietano. Deve essere infatti un ministro in carica a svolgere il ruolo di presidente dell'Eurogruppo e Dijsselbloem non riveste più questa carica da quando le elezioni in Olanda lo hanno messo fuori dal governo.

Eurogruppo, i Socialisti vogliono la presidenza

Chi prenderà dunque il suo posto? Il Partito socialista europeo vorrebbe per sé la poltrona. Sono infatti oggi dei Popolari la presidenza della Commissione, del Parlamento e del Consiglio. Serve dunque riequilibrare i poteri. In corsa c'é Pier Carlo Padoan, ma sul nome del ministro italiano pesano tre fardelli. Primo, le elezioni di primavera che potrebbero metterlo fuori gioco. Secondo, il debito pubblico italiano che non é certo il simbolo di una buona gestione delle finanze pubbliche. Terzo, oggi sono italiani già il presidente della Bce, quello del Parlamento europeo e la vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini.

Se Padoan non ce la fa altre due candidature

I socialisti pensano anche a Mario Centeno, portoghese, e Peter Kazimir, slovacca. Il primo tuttavia viene considerato più un accademico che un politico, mentre la seconda, nonostante sia una brillante matematica, sembra mancare di leadership.

Anche i Popolari vogliono la poltrona di Dijsselbloem

Naturalmente anche il Centrodestra rivendica per sé la poltrona. In prima linea c'é Jorg Schelling, che ha ottime chance solo nel caso in cui il futuro governo austriaco lo metta nella casella giusta all'interno dell'esecutivo. C'é poi il ministro lettone, Dana Reizniece-Ozola, che tuttavia non ha molti Stati a suo supporto. Mentre Bruno Le Maire, che fino a poche settimane fa era dato per super favorito, ora sembra tirarsi indietro: troppe cose da fare a Parigi.

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