Lorenzo Marini tra i protagonisti della mostra “Da Burri a Cattelan 1970/2025” in cartello a Catania
La TypeArt di Lorenzo Marini tra i protagonisti alla Fondazione Puglisi Cosentino di Catania
Da Burri a Cattelan 1970/2025, Lorenzo Marini tra i protagonisti della mostra a Catania in cartello sino al 29 marzo 2026
Da Burri a Cattelan 1970/2025. Con questa mostra, inaugurata lo scorso 25 ottobre e in cartello sino al prossimo 29 marzo, la Gnamc (Galleria Nazionale Arte Moderna è Contemporanea) di Roma porta in Sicilia, presso la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania, 55 anni di storia di arte italiana. Appunto dalle opere “post informali” di Burri ai più significativi artisti contemporanei.
Tra questi, oltre a Maurizio Cattelan, spicca il nome di Lorenzo Marini, presente con due opere. Mentre le avanguardie storiche italiane dei primi 25 anni del dopoguerra hanno prodotto movimenti di respiro internazionale, dallo Spazialismo all’Arte povera, alla Pop art di Piazza del Popolo, la contemporary art italiana ha fatto poca scuola. Una delle rare eccezioni è proprio la TypeArt, il movimento presentato da Marini nel 2016 a Milano, in occasione di una sua personale alla Permanente.
Mette conto ricordare che la Gnamc vanta la collezione più importante al mondo di opere italiane degli ultimi due secoli, con 20.000 lavori, tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, oggetti di design, filmati e fotografie. Ora, con una significativa selezione di opere si presenta in Sicilia, scegliendo la Fondazione Puglisi Cosentino di Catania. Le opere del museo romano, esposte nell'architettura di Palazzo Valle, capolavoro del barocco siciliano, vivono un'atmosfera diversa instaurando tra loro e con le opere della collezione permanente della Fondazione siciliana un dialogo affascinante.
La mostra, a cura della direttrice di Gnamc, Renata Cristina Mazzantini e di Gabriele Simongini offre una sintesi, senza pretese di esaustività, ma sotto il segno della qualità e della polifonia linguistica, delle principali linee dell’arte italiana dagli anni Settanta d oggi, a cui si aggiungono alcuni lavori di artisti internazionali legati in vari modi al nostro Paese: Alexander Calder, Hsiao Chin, Ahmet Güneştekin, Anish Kapoor, Mark Kostabi, Sol LeWitt, Ugo Rondinone, Kiki Smith.
Il percorso documenta l’ultimo mezzo secolo di arte italiana: parte da Alberto Burri (che negli anni settanta è andato ben al di là dell’Informale), Pietro Consagra (con la “Città Frontale” legata anche all’edificio frontale Meeting di Gibellina), Giorgio de Chirico (inventore della pittura neometafisica proprio a cavallo fra la fine degli anni sessanta e i primi settanta), Renato Guttuso (con il suo realismo più intimo e memoriale) e Fausto Melotti, con la sua scultura astratta nella quale convivono geometria, musicalità e sentimento poetico del mondo.
Via via, passando per Gino De Dominicis, Mario Schifano, Ettore Spalletti, Emilio Isgrò, Giulio Paolini e Mimmo Paladino, si chiude col lavoro dissacrante e sorprendente di Maurizio Cattelan, e con le due opere di Lorenzo Marini.
“La mostra Da Burri a Cattelan – sottolinea la direttrice Renata Cristina Mazzantini - restituisce alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea la sua voce più autentica: quella di un’istituzione che produce cultura e, come un laboratorio di idee, genera pensiero e promuove la creatività, riaffermando un ruolo storicamente riconosciuto ma in alcuni periodi affievolito. Il ruolo di un museo che non solo conserva una straordinaria raccolta, ma che la sviluppa, la racconta e la condivide con tante comunità, rendendola più conosciuta e accessibile, riportandola al centro della scena artistica nazionale”.