Arresto Almasri, è guerra politica. Piantedosi pretende delle scuse, Conte attacca: “Il governo umilia l’Italia”

Il caso Almasri infiamma il confronto politico: Piantedosi rivendica il rimpatrio, Pd e M5S attaccano il governo

di Salvatore Isola
Politica

Almasri, il premier libico Dbeibah definisce l'arresto un segnale di svolta. Botta e risposta tra Piantedosi e Conte

L’arresto in Libia di Osama Almasri, ex generale rimpatriato dall’Italia, divide la politica italiana. Il premier libico Dbeibah accoglie con favore la cattura, affermando che “nessuno è sopra la legge” e che "per la prima volta dal 2011 non vi sono detenuti al di fuori dell’autorità giudiziaria".

Dall’Italia, Matteo Piantedosi, in un’intervista a Il Foglio, rivendica la scelta del rimpatrio sostenendo che l’arresto “conferma che non facemmo male riconsegnarlo alle autorità di quel Paese che, nella circostanza, sta manifestando una maturità maggiore di tanti che stanno sproloquiando sull'argomento. Dovrebbe chiedere scusa al governo chi, per malafede o più probabilmente per scarsa conoscenza dei fatti e degli atti, aveva sostenuto che avevamo rimpatriato un soggetto pericoloso per assicurargli impunità". 

La dura reazione dell'opposizione

Mentre dal Partito Democratico, il senatore Alfredo Bazoli parla di “giustificazioni patetiche, si vergognino”, ancora più duro è il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. L’ex premier, accusa il governo di “umiliare l’Italia” e contesta le versioni “continue e contraddittorie” fornite dall’esecutivo. Conte sottolinea inoltre che, secondo gli atti del Tribunale dei ministri, non risulta alcuna richiesta di estradizione da parte della Libia. Elemento che - sostiene - smonta la linea difensiva del ministro Piantedosi.

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