Covid, miocardite nei giovani dopo il vaccino: il caso di 23 soldati Usa

Rischio miocardite raro ma reale dopo il vaccino a mRNA. Studio Usa sui soldati ammalati. Ma se sotto i 40anni sono rarissimi i morti per Covid perché devono...

di Antonio Amorosi
Coronavirus
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Erano giovani ed avevano un alto livello di forma fisica i militari dell’esercito Usa che 4 giorni dopo la vaccinazione con mRNA si sono ritrovati con la miocardite. Lo racconta uno studio pubblicato il 29 giugno scorso, “Myocarditis Following Immunization With mRNA COVID-19 Vaccines in Members of the US Military”, dalla rivista medica mensile ad accesso aperto JAMA curata dall'American Medical Association.

Il caso sta interessando la comunità Usa ma non è il primo. Già in precedenza, dopo diversi casi accertati, l’agenzia statunitense di regolazione Food and Drug Administration (FDA) ha aggiunto l’avvertenza su questa rara infiammazione cardiaca in seguito all’inoculazione dei vaccini Pfizer, Moderna nei giovani. Per quanto raro c’è un rischio, scriveva FDA, di “miocardite e pericardite dopo la seconda dose e con l’insorgenza dei sintomi entro pochi giorni dopo aver ricevuto l’inoculazione”. Il dato è oltremodo preoccupante vista la rarità di morti da Covid sotto i 40 anni.

La miocardite è l’infiammazione del muscolo cardiaco e la pericardite è l’infiammazione del tessuto che circonda il cuore.

La miocardite può provocare la morte del tessuto e condurre alla morte del malato. La pericardite può essere trattata con intervento chirurgico ma è alta l’incidenza della mortalità.

Comunque “i benefici della vaccinazione contro il Covid-19”, ha spiegato in una nota Janet Woodcock, commissario ad interim della FDA, “continuano a superare i rischi, dato il rischio di malattie da Covid-19 e complicazioni correlate, sono potenzialmente gravi”.

Il gruppo di sicurezza del CDC, organismo di controllo sulla Sanità pubblica degli Stati Uniti d'America, afferma che vi siano stati “più di 1.200 casi di miocardite o pericardite, principalmente in persone di età pari o inferiore a 30 anni che hanno ricevuto il vaccino Covid-19 di Pfizer o Moderna”. La nota è stata anche riportata dal network di Class Television CNBC. Esiste cioè nei giovani un probabile rischio dopo l’inoculazione del vaccino, per quanto raro, di sviluppare l’infiammazione cardiaca. L’agenzia CDC è entrata nei dettagli: ci sono stati 267 casi di miocardite o pericardite segnalati dopo aver ricevuto una dose di vaccini mRNA e 827 casi segnalati dopo due dosi fino all′11 giugno e 132 casi aggiuntivi in ​​cui il numero di dosi ricevute non è noto. Questo a fronte di 300 milioni di dosi somministrate a partire dall′11 giugno.

Lo studio pubblicato da JAMA contribuisce a portare elementi ulteriori ad un quadro già in parte delineato. Come sottolineato in un’intervista a Medscape da William Schaffner, infettivologo della Vanderbilt University di Nashville, alcuni elementi sembrano suggerire l’esistenza di una possibile relazione causale tra la somministrazione di questi vaccini in giovane età e l’aumentato rischio di miocardite.

Anche lo studio pubblicato su JAMA è limitato a 23 soldati di sesso maschile e a uno in pensione, i soldati erano perfettamente sani e in ottima forma fisica, con un'età media 25 anni anche se c’è chi ne aveva anche 51 (l’unico in pensione). “Si sono presentati con insorgenza acuta di dolore toracico marcato entro 4 giorni dal ricevimento di un mRNA COVID-19 vaccino. Tutti i membri dell'esercito erano in precedenza sani con un alto livello di forma fisica”, precisa lo studio. Di questi “7 hanno ricevuto il vaccino BNT162b2-mRNA (BioNTech, Pfizer, ndr)” e “16 hanno ricevuto il vaccino mRNA-1273 (Moderna, ndr)”. Un totale di 20 pazienti ha manifestato l'insorgenza dei sintomi dopo la seconda dose di una serie di 2 dosi opportunamente distanziate. Tutti i pazienti avevano livelli di troponina cardiaca significativamente elevati. “Tra gli 8 pazienti sottoposti a risonanza magnetica cardiaca durante la fase acuta della malattia, tutti avevano risultati coerenti con la diagnosi clinica di miocardite”. Ulteriori test non hanno identificato altre eziologie per la miocardite, tra cui COVID-19 acuto e altre infezioni, lesioni ischemiche, o condizioni autoimmuni sottostanti. Tutti i pazienti hanno ricevuto brevi cure di supporto e sono stati guariti o in via di guarigione al momento del rapporto.


 

Va ricordato che il settore militare dell’esercito ha somministrato più di 2,8 milioni di dosi di vaccino mRNA COVID-19 in questo periodo. Se i casi di miocardite sono limitati, va anche detto, come spiega lo studio che abbiamo “un numero più alto del previsto tra i membri militari maschi dopo una seconda dose di vaccino”.

Per tanto, sottolinea sempre lo studio “è necessaria un'ulteriore sorveglianza e valutazione di questo evento avverso dopo l'immunizzazione”. Anche perché la miocardite può avere anche effetti mortali nel tempo, non riscontrabili sul breve periodo.

“Il potenziale di eventi avversi rari correlati al vaccino”, spiega lo studio su Jama, “deve essere considerato nel contesto del rischio ben consolidato di morbilità, compreso il danno cardiaco, a seguito dell'infezione da COVID-19”.