Scuola, mai pagati i supplenti d'emergenza. E adesso ne servono altri 50 mila

Migliaia di insegnanti e bidelli assunti a tempo determinato per sostituire i colleghi malati o non immunizzati sono senza stipendio da mesi

Coronavirus
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Scuola, mancano i supplenti. Quelli che ci sono non li pagano

La scuola rischia di entrare a breve in una nuova emergenza. Il 10 gennaio tutti gli studenti torneranno regolarmente in aula in presenza, ma ad attenderli potrebbero non trovare più nessuno, sono infatti migliaia gli insegnanti e bidelli bloccati a casa a causa del Covid o per il fatto di non essersi immunizzati. Al loro posto da ottobre - si legge sul Messaggero - erano stati assunti dei sostituti precari a tempo determinato. In tutto si tratta di circa 18mila docenti, messi in campo per coprire le assenze dei colleghi, in malattia o in quarantena, o per dividere le classi e assicurare quel distanziamento tanto difficile da realizzare.

A cui si aggiungono - prosegue il Messaggero - 22mila bidelli e amministrativi, sempre parte dell'organico Covid, chiamato proprio per mantenere pulite le aree della scuola maggiormente a rischio per aiutare le classi ad entrare o ad uscire senza assembramenti, per dare supporto ai docenti o per lavorare nelle segreterie e sostenere i colleghi nelle convocazioni e nella ricerca di supplenti. Sono tutti precari e, molti di loro probabilmente il 50%, non percepiscono lo stipendio con regolarità. Anzi, non lo ricevono proprio per niente. Tutti coloro che lavorano nella scuola, dal 15 dicembre scorso devono avere il vaccino, altrimenti verranno sospesi e lasciati a casa senza stipendio. Si stima una quota di 50mila No Vax, che resteranno senza vaccino pur non avendo problemi di salute quindi nessuna esenzione, ma sarà difficile sostituirli.

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