Tabaccai "ladri" e comunioni armate, gli effetti sociali del Covid
Il Covid ci sta facendo impazzire, sembra che siamo tutti più cattivi. Sembra che sia tornata la legge del più forte
Tabaccai ladri e comunioni armate, gli effetti della pandemia si stanno facendo sentire
Mala tempora currunt: ma purtroppo non è solo questo. Il problema è che se ne preparano di peggiori. Non passa giorno che non si debba scrivere (e per voi leggere) di storie disgraziate, brutte, cattive. Di storie di una follia generale che pare ormai degenerata e incontrollabile; storie di violenza, di prevaricazioni, di inaudita cattiveria. É come se alla maggior parte degli italiani fosse accaduto qualcosa di inspiegabile.
No, non è il Covid, o meglio: non è solo il Covid questa volta il problema. É la rabbia, il livore, l'invidia, l'ignoranza che prende il sopravvento; è la maleducazione, l'arroganza. É la politica assente. Siamo ritornati alla legge del più forte, a quella della potenza barbarica del branco. Vince chi è più grosso, chi è più cattivo. Sembra che nessuno abbia più niente da perdere, sembra che ad ogni angolo vi sia una minaccia concreta, e non più ipotetica. Ma cosa ci sta succedendo? La pandemia ci ha fatto sbroccare tutti? Oppure eravamo già tutti sbroccati e ci mancava solo una scusa per smettere di nasconderlo? Davvero italiani: cosa ci sta succedendo?
La vecchina a Napoli vince 500 mila euro con il gratta e vinci e il tabaccaio glielo ruba e scappa; un 40enne viene ucciso a pugni da un ragazzo mentre sta facendo benzina e solo perché avrebbe guardato la sua fidanzata; un Carabiniere in borghese cerca di dividere due litiganti ad un Battesimo e si prende un colpo di pistola alla testa; due donne vengono uccise: una dall'ex convivente e l'altra dal fidanzato geloso. E tutto accade in un giorno solo: 24 ore di follia in un paese flagellato dalla Pandemia, reduce da due anni di paura e di lock-down, di negozi e attività che hanno chiuso, di morti e di perdite per tutti quanti. É davvero una follia, sono davvero tempi pessimi; e quello che fa più paura è che si teme che le cose non migliorino, anzi. Si teme che tutto peggiori, perché i segnali che arrivano sono sempre più nefasti.
E come si affronta una crisi di questa portata? Una crisi sociale che i politici non vedono e non capiscono, che la gente non sa come gestire, e dove non esiste un servizio collettivo in grado di prevenire, reprimere e condannare quanto si sta verificando? Il problema sta proprio nel fatto che non si tratta di un sodalizio criminale, che non è colpa della Mafia o della droga o della malavita il problema di questa recrudescenza violenta. La colpa è del tessuto sociale impazzito e degli individui singoli, ed è proprio questa la ragione della colpa della assoluta mancanza dello Stato, delle mancate applicazioni delle pene, del cieco disinteresse da parte dello Stato sociale nei confronti di questo fenomeno.
Negli anni questa "assenza" politica, (anzi, spesso è proprio la politica stessa che alimenta il fenomeno) ha permesso il degenerare del degrado collettivo, che si stenta a vedere a occhio nudo, ma che si avverte e si percepisce in ogni singola azione. Sempre che non si abbia la mente distolta da altro. E qui entra in campo la politica negativa, e cioè la televisione asservita, i finti media che bombardano di notizie fake, i social che polverizzano i contatti reali. Le persone più fragili e più influenzabili vengono di fatto anestetizzate, bombardate di "niente", di contenuti vuoti, di stili esistenziali privi di valori.
Oggi si crede più a Barbara d'Urso che alla storia d'Italia; si è convinti che "l'isola dei famosi" sia qualcosa di reale, che i Talent siano veri, che i talk-show forniscano spaccati di realtà. Ma è tutto finto, è tutta menzogna, ma funziona alla meraviglia ed è il viatico verso l'impoverimento intellettuale di chi cade in quella trappola. Ecco perché i giornali veri sono quasi tutti scomparsi o in agonia e in fallimento e nessuno li legge o li compra più, perché si crede solo alle testate giornalistiche (spesso finte e spesso figlie di movimenti politici occulti) che parlano di qualcosa che non è reale, ma che fa comodo credere che lo sia.
Un esempio su tutto e su tutti: quello di Salvini e della Meloni: in un momento storico così disperato, nel pieno di una pandemia, nella lotta intestina dei pro e contro i vaccini, nel barcamenarsi di ognuno di noi nel tentativo di restare a galla, cosa fanno questi due signori? Dichiarano guerra al reddito di cittadinanza: ecco qual è il vero colpevole di tutto! E lo fanno bene, con credibilità e con impegno, e si fanno credere dalle masse distratte dalle menzogne, dai problemi e dalle mille difficoltà. Distolgono l'attenzione con un problema che è l'esatto contrario del problema reale, perché la povertà esiste, eccome se esiste cari Salvini e Meloni, e va contrastata, e non incentivata.
Il RDC sarà anche sbagliato nella forma, sarà senz'altro migliorabile, sarà addirittura sostituibile con un'altra strategia, ma deve esistere uno Stato che si occupa dei più fragili, e deve esistere un sostegno vero e reale nei confronti di chi non ce la fa più. Salvini e Meloni invece fanno il salto della cavallina, e danno addosso al sostegno come se fosse il principe di tutti i mali del paese; ignorando così il problema dei veri poveri, di chi ha perso il lavoro, la casa, la famiglia, la credibilità, e spesso anche la dignità; e continuano ad inneggiare contro un falso nemico, contro qualcosa che non esiste, senza proporre nulla di alternativo nei confronti di chi versa in difficoltà concrete. E quello che è più preoccupante è che riescono a farsi credere! Proprio come i finti Reality, i finti Talk-show e i finti Talent.
Che poi Renzi proponga addirittura un referendum (l'ultimo gli è costato il posto di lavoro) proprio contro il RDC, è il segnale dell'errore, è il termometro della febbre alta, ormai da coma irreversibile di una politica reale e sociale del tutto assente, la cui mancanza genera violenza e sostiene e alimenta la cultura dell'odio e della cattiveria, e incita allo sfacelo comportamentale degli italiani, quasi tutti ormai alla fame, quasi tutti nei guai, e quasi tutti sommersi dai debiti e dalle difficoltà.
Mala tempora currunt: ma purtroppo non è solo questo. Il problema è che se ne preparano di peggiori. Eccome.