Vaccini, "Mettere in coda i giovani è stato un errore"

"E' stato un errore vaccinare i giovani dopo gli altri. Ora i casi stanno aumentando"

Coronavirus
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Covid, vaccinare prima i giovani. La popolazione degli adulti in attività: tra 40 e 65 anni, quelli che si muovono, lavorano e portano in giro il virus. E si doveva accelerare su adolescenti e 20enni. Perplessità sulla sicurezza dei vaccini per 12-15enni? Esigue"

A sostenerlo è Fabio Midulla, ordinario alla facoltà di Medicina e Odontoiatria della Sapienza di Roma e presidente della Società italiana delle malattie respiratorie infantili, intervistato dal CorSera. Per il professore Midulla vaccinare i giovani dopo gli altri è stato un errore, come proverebbe il numero di casi in crescita proprio nella loro fascia d'età. Una dichiarazione che stride con quanto dai più ritenuto finora, e cioè con la priorità agli anziani nella campagna vaccinale. "C'era da aspettarsi che una volta cadute tutte le restrizioni i giovani si sarebbero presi a piene mani le loro libertà". "Occorreva - continua - accelerare con le immunizzazioni tra 17 e 25 anni, fra i ragazzi in odore di vacanza e divertimento", e sottolinea che "davanti ai maxischermi e nei luoghi del divertimento non c'è mascherina e distanziamento che tengano". Adolescenti e 20enni sarebbero ben disposti a vaccinarsi, spiega Midulla, che racconta che da 4 settimane a questa parte, quando il policlinico ha aperto le prenotazioni, le adesioni giornaliere sono centinaia. Si parla, dice, "di generazioni fresche di vaccinazioni" che a differenza degli adulti hanno meno remore verso "queste scadenze", dalla platea più matura temute come portatrici di "chissà quale danno". Quando gli viene chiesto un parere sulle perplessità in merito alla sicurezza dei vaccini per i 12-15enni, Midulla afferma che il rischio di miocardite, che in rari casi è stata collegata al Pfizer, è molto basso e i pochi episodi riscontrati si sono risolti con le normali terapie e senza ricoveri.