Meghan Markle vince la causa contro il Daily Mail: "Violata la sua privacy"

La vittoria evita all'ex attrice di recarsi in tribunale come testimone

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Meghan Markle vince anche l'appello della causa sulla sua privacy contro il Daily Mail: "La lettera al padre era privata, violata la sua privacy"

Meghan Markle ha vinto anche nel ricorso presentato dall'editore dei tabloid britannici Mail e Mail on Sunday dopo la condanna in primo grado nella causa legale per violazione della privacy subita dalla duchessa di Sussex. La Corte d'appello di Londra ha infatti respinto il ricorso di Associated Newspapers. 

Mail e Mail on Sunday erano stati chiamati in causa dalla consorte del principe Harry, per aver pubblicato senza permesso a suo tempo una lettera colma di amarezza da lei inviata al padre Thomas, nell'estate del 2018. Il giudice londinese Mark Warby lo scorso febbraio aveva accolto la richiesta degli avvocati della duchessa di Sussex di emettere un giudizio immediato sulla vicenda, senza dar luogo a un processo che avrebbe dato spazio a ulteriore sensazionalismo. E aveva decretato la pubblicazione della missiva come un attentato alla privacy di Meghan e al copyright. 

Meghan Markle: "Ora possiamo rimodellare l'industria dei tabloid"

Quella che arriva ora è "una vittoria non solo per me ma per chiunque altro abbia mai avuto paura di difendere ciò che è giusto", ha dichiarato la duchessa del Sussex. "Ciò che conta di più è che ora siamo a livello collettivo più coraggiosi per rimodellare un'industria dei tabloid che condiziona le persone a essere crudeli e trae profitto dalle bugie e dal dolore che creano", ha aggiunto. "In quasi tre anni ho sopportato sotterfugi, intimidazioni e attacchi calcolati".

Respito di sollievo quindi per Meghan e Harry, dopo che nelle scorse settimane la duchessa sembrava prossima alla testimonianza in tribunale, dopo essere stata costretta ad ammettere di aver mentito sulla lettera indirizzata al padre, che "aveva scritto con un collaboratore proprio nel caso in cui la missiva ofsse diventata di dominio pubblico". Alla fine i giudici hanno zittito i media britannici in merito alla privacy della duchessa che "va rispettata, nonostante la sua vita sia di pubblico dominio".