Triennale: il nuovo ristorante seduce tutti, milanesi e turisti: un connubio di gusto tra arte, design e musica - LE FOTO E TUTTE LE NEWS
Cucina Triennale - Il nuovo ristorante e caffè di Triennale Milano, situato al Piano Parco, rinnovato e affacciato su un giardino di 7.300 mq. E con la ciliegina sulla torta dell'esperienza sensoriale del cocktail bar in Voce
foto Matteo Bianchessi
Triennale: il nuovo ristorante seduce tutti, milanesi e turisti: un connubio di gusto tra arte, design e natura
Cucina Triennale, il nuovo ristorante e caffè di Triennale Milano, apre e promette di sedurre milanesi e turisti con una ricetta vincente che spazia e si sposa in un mondo di arte, beverage e food con un tocco musicale. Un luogo che vive e regala emozioni in ogni momento della giornata: dalla partenza con la colazione ai pranzi all’aperto, passando per un pit stop pomeridiano con le merende familiari sino alle cene post mostra (proposta gastronomica del ristorante e della caffetteria by T’a Milano).
Il tutto negli ambienti originariamente progettati da Giovanni Muzio. L’intervento, firmato dall’architetto Luca Cipelletti parte del progetto riqualificazione del Piano Parco – con il progetto 'sensoriale' di Voce Triennale come ciliegina sulla torta di un percorso esperienzale –, vive e regala emozioni di cultura, cibo, arte e in un'atmosfera di relax nel cuore di Milano. Vediamo tutti i dettagli.
Triennale Milano
Cucina Triennale, il nuovo ristorante e caffè di Triennale Milano Cucina Triennale è il nuovo ristorante e caffè di Triennale Milano, situato al Piano Parco, recentemente rinnovato, e affacciato su un giardino di 7.300 mq. Aperto dalle ore 10.30 alle ore 23.00 (ristorante ore 12.00-15.00 e ore 19.00- 23.00, caffè ore 10.30-21.00), Cucina Triennale è un luogo unico a Milano, da frequentare in qualsiasi momento della giornata: per una colazione a ritmi lenti, un pranzo all’aperto, una merenda con la famiglia, una cena prima di uno spettacolo o di un concerto. 850 mq interni, 215 mq di triportico allestito come dehors, 186 coperti totali (di cui 84 in esterno) per un’esperienza che unisce convivialità, cultura e accoglienza.
La proposta gastronomica del ristorante e della caffetteria è affidata a T’a Milano, food company attiva nell’ambito della cioccolateria d’eccellenza, del catering e banqueting su misura, che promuove un rivoluzionario concept di servizi per la ristorazione e dell’hôtelerie. Con un’offerta che spazia dalle colazioni ai pranzi, dalle cene agli aperitivi, Cucina Triennale è la destinazione ideale per gustare cibi freschi proposti in un format elegante o più semplice e disinvolto, trascorrendo del tempo piacevole in un’atmosfera accogliente e conviviale.
foto Matteo Bianchessi
Carla Morogallo, Direttrice generale di Triennale Milano, afferma: “Cucina Triennale è stata pensata come uno spazio di incontro e di convivialità all’interno di Triennale Milano. Un luogo in cui risuona la storia dell’istituzione, in cui sentirsi accolti e poter trascorrere parte della propria giornata, pensato per i visitatori di Triennale, per chi viene per un pranzo o una cena, per le famiglie, i gruppi di amici, o ancora i turisti. Il dialogo con il nostro giardino, che ospita opere d’arte e di design e numerose specie di alberi, le grandi vetrate, gli arredi che evocano gli anni Trenta, lo rendono uno spazio ideale per rilassarsi e godere un senso di piacevole ‘sospensione’ dalla frenesia quotidiana, ma al tempo stesso immergersi in una realtà in costante fermento culturale come è Triennale”.
Alberto Alemagna, Amministratore Delegato di T'a Milano, dichiara: “Siamo entusiasti di questa nuova collaborazione con Triennale Milano, un'istituzione che rappresenta l'eccellenza culturale meneghina e l'anima più autentica della città. Per noi è un passo naturale: condividiamo gli stessi valori di qualità, innovazione e profondo legame con la milanesità. Portare la nostra proposta gastronomica in uno spazio iconico come Triennale significa creare un'esperienza che va oltre il cibo: è un incontro tra gusto, arte e design, dove ogni piatto racconta una storia e dialoga con l'ambiente. Con questo progetto vogliamo offrire un luogo vivo e ispirante, dove sapori e idee si fondono in un racconto contemporaneo dell'italianità".
Il progetto architettonico e gli arredi
Ristorante e caffettiera tornano dove li aveva collocati Giovanni Muzio, attraverso il progetto architettonico e degli arredi fissi di AR.CH.IT Luca Cipelletti, Direttore architettonico del Palazzo dell’Arte dal 2019. In una teoria di tre sale, pavimentate in legno industriale e affacciate sul parco, che offre la possibilità di godere anche del triportico e della prospettiva ritrovata sui Bagni misteriosi, la fontana di Giorgio De Chirico finalmente visibile senza intralci e adeguatamente illuminata. Il ristorante occupa due delle tre sale, mentre la caffetteria si trova nella sala adiacente. Tutte ricostruite per lasciare che se ne possa ammirare la continuità
foto Delfino Sisto Legnani - DSL Studio / per le opere courtesy Galleria Massimo Minini e Studio Alberto Garutti
Triennale Milano -Progettata da Muzio
Due setti divisori, con funzione anche espositiva, sono dotati di un sistema di tende a scomparsa realizzate con un tessuto di Dedar, di un tono verde che riprende le sfumature più chiare del marmo cipollino di Palazzo. Per far sì che le sale possano essere unite o separate a seconda delle necessità.
Luca Cipelletti, Direttore architettonico del Palazzo dell’Arte, afferma: “Le sei nicchie in boiserie del progetto originale di Muzio sono state reinterpretate in chiave contemporanea e funzionale. Per le pareti degli arredi fissi sono stati utilizzati dei pannelli di rovere bacchettato che ne alleggeriscono la percezione, fanno vibrare la luce e hanno anche funzione acustica. Il telaio strutturale è in evidenza, il metallo bianco a contrasto riprende esattamente il disegno dei grandi serramenti tripartiti sul lato opposto verso il giardino. Il dialogo è ulteriormente enfatizzato da specchiature che portano il verde del parco e la fontana di de Chirico all’interno degli spazi.”
Le linee e i volumi degli originali soffitti a travi romboidali sono stati ingegnosamente illuminati da borchie che hanno richiesto a ERCO, partner di tutto il sistema di illuminazione del piano, mesi di progettazione per raggiungere un'emissione che riuscisse a irradiare solo le cassonettature, lasciano gli intradossi delle travi in ombra, dando allo stesso tempo luce ai tavoli. Una soluzione nella quale per la prima volta un sistema di illuminazione contemporaneo – dimmerabile ed RGBW – riesce a dare la giusta luce a un soffitto altrimenti molto difficile da illuminare, se non con lampade a sospensione.
Tavoli e sedie sono prodotti da UniFor. Tratto da immagini di archivio del 1933 e reingegnerizzato, il tavolo riprende il disegno originale di Gigiotti Zanin ed è attualizzato da un piano in Fenix ad alta resistenza. Il tavolo è proposto anche in una versione più alta e slanciata con funzione mangia-in-piedi per la caffetteria. Le sedie, interamente realizzate in legno, imbottite e impilabili, sono state invece disegnate da Marco Maturo di Studio Klass.
Alle pareti di Cucina Triennale sono esposte alcune opere di Alberto Garutti, in un omaggio all’artista realizzato in collaborazione con la Galleria Massimo Minini. Viene messo in scena un dialogo tra due diverse serie di lavori di Garutti, Orizzonti (1987 – 2023) e Campionario (2008 – 2018), entrambe dedicate a disegnare uno spazio di relazione.
All’ingresso del ristorante, nello spazio che conduce alle gallerie espositive, vi sono il sistema di divani, cuscini e pouf Le Mura, la poltrona Additional System, la lampada da terra Mano Light, il tavolino Altar di Tacchini, realizzati con tessuti di Dedar.
Il ristorante e la sua proposta
Per il nuovo progetto ristorativo di Triennale, T’a Milano ha pensato un menu che esalta la tradizione culinaria italiana, con ricette senza tempo ma con un tocco di originalità, a cui si affiancano altre proposte più contemporanee e internazionali.
Per il menu della parte ristorante, non potevano mancare ricette classiche milanesi come il risotto al salto alla milanese, servito a scelta con fonduta, gremolada di ossobuco o riduzione di Sauternes, la cotoletta di vitello con pomodorino piccadilly e rucola, il galletto al mattone, ma troviamo anche piatti che attingono da altre tradizioni regionali, come il vitello tonnato con verdurine e capperi croccanti, i tajarin al ragù di carni bianche, la tartare di manzo con salsa alla senape, chips di pane e misticanza e la caponata di melanzane tiepida alla messinese.
foto di Matteo Bianchessi
La carta include alcune proposte più internazionali come i mini-Triennale Milano french toast al tartufo e i mini lobster roll o i piatti che utilizzano carni proventi da tutto il mondo come angus argentino (filetto alla brace con fondo bruno), angus americano (tagliata con olio, rosmarino e sale Maldon) e Wagyu (nelle versioni bresaola con purea di lamponi e pan brioche). Sono presenti anche diversi piatti vegetariani e vegani. Il tutto da accompagnare a una selezione di spumanti, champagne, vini bianchi, rossi e rosé italiani e francesi.
Per concludere una selezione di dolci: rivisitazioni di dessert tipicamente italiani, come il tiramisù composto al tavolo, cannoncini farciti al momento, la torta caprese, la torta pere e cioccolato. Ma non mancano neppure gelati, cheesecake e una degustazione di praline T’a Milano. È inoltre disponibile una proposta di menu dedicata ai più piccoli.
foto di Matteo Biachessi
Il servizio di bar e caffetteria
Cucina Triennale è l’ideale alla mattina per la colazione, ma anche per il pranzo, l’aperitivo, una pausa relax gourmet. Per quanto riguarda la caffetteria, dal menù anch’esso affidato a T’a Milano, è possibile scegliere tra una lista di bevande calde e fredde – tra cui tisane, spremute fresche, estratti naturali, soft drink, vini, aperitivi e cocktail alcolici e analcolici –, una selezione di piccola pasticceria dolce e salata e una vasta carta di piatti caldi e freddi – dalle insalate, agli affettati, dagli antipasti, primi e secondi, fino alle macedonie e ai dessert –, che in alcuni casi possono variare di giorno in giorno per assicurare il massimo della freschezza e della qualità.
In caffetteria è possibile gustare le miscele della linea “La Reserva de Tierra” di Lavazza, ottenute da progetti di sostenibilità in territori selezionati. Durante il periodo estivo la caffetteria propone anche una selezione di gelato artigianale prodotto da T’a Milano. Sarà presto disponibile anche una linea di pralineria e dolci firmata Cucina Triennale.
Per l’aperitivo la drink list propone grandi classici e signature cocktail, che vengono accompagnati da una proposta dedicata di snack salati e taglieri.
foto di Matteo Biachessi
Il cocktail bar in Voce
Nelle serate in cui in Voce – il nuovo spazio dedicato alla musica e il suono – sono in programma concerti, dj set e altre iniziative è attivo anche il cocktail bar, gestito sempre da T’a Milano e affidato al bar tender Daniel dell’Olio. Alla proposta di Spritz Cocktails ai Classic Cocktail si aggiunge un’offerta di Sour Cocktails, Gin Tonic e Mocktails. Non manca un’ampia selezione di birre in bottiglia, artigianali e tradizionali, una linea di soft drink e di spirits. Bolle italiane e francesi, vini rossi e bianchi sono disponibili sia al calice che in bottiglia e compongono un’offerta ideale tra etichette ricercate e grandi millésimes. Campari è Experience Partner di Voce Triennale, accompagnando con la sua presenza le serate dedicate alla musica. Triennale Milano ringrazia l’Architectural lighting partner Erco, il Design partner Unifor, l'Experience Partner Voce Triennale Campari, il Technical partner Cucina Triennale Grandi impianti AliGroup, il Technical partner Tacchini, il Textile Partner Dedar, i partner istituzionali di Triennale Deloitte e Fondazione Deloitte, Lavazza Group e Salone del Mobile.Milano.
Triennale Milano
Cucina Triennale
Ristorante: ore 12.00-15.00 e ore 19.00-23.00
Caffè e bar: ore 10.30-21.00
Cocktail bar Voce: nelle serate di programmazione musicale
Prenotazioni
T. 346 0968349
La riqualificazione del Piano Parco del Palazzo dell'Arte
Il più importante intervento di riqualificazione architettonica e funzionale del Palazzo dell'Arte eseguito finora ha affrontato, con un eccezionale lavoro progettuale e collaborativo, tutti gli interni del Piano Parco, 2.300 mq a esclusione della sala del Teatro, oggetto di intervento nel 2020 ), e gli esterni, con 7.300 mq di giardino, il porticato e la facciata. Progettato da Giovanni Muzio per offrire spazi e servizi complementari alle altre aree del Palazzo, il Piano aveva perso anche perché in parte e per decenni non più nella disponibilità dell’ i stituzione – la sua integrità architettonica e la sua originale destinazione d’uso, cambiando relazione con il resto dell'edificio e con l'esterno senza essere, nell'insieme, ripensato e valorizzato. Il progetto di riqualificazione ne ridefinisce e amplia le funzioni, allineandosi al progetto originale di Muzio e consegnando al Palazzo dell'Arte nuovi spazi. Si ridisegna il sistema distributivo del Piano su Parco Sempione e si amplia l’offerta dei serv izi destinati al pubblico. Anche per la ritrovata relazione tra interni ed esterni, tra verde e architettura, un elemento cardine della visione di Muzio, fondata su fughe e prospettive, sull'alternanza, e l'equilibrio, di vuoti e pieni.
foto Delfino Sisto Legnani - DSL Studio – per le opere courtesy Galleria Massimo Minini e Studio Alberto Garutti
Il Piano si ripresenta così come una serie di grandi sale e corridoi – ora anche espositivi – che si compenetrano gli uni negli altri e si affacciano sull'esterno, con la riapertura di tutte le portefinestre affacciate sul giardino. Un tessuto connettivo, espositivo, di socialità, che invita i visitatori a percorsi e usi individuali, in un'area che Muzio ha pensato come pubblica, una piazza, alla quale si può ora nuovamente accedere liberamente, senza biglietto. Enfatizzando la vocazi one del Palazzo dell'Arte di luogo accessibile a tutti, nel quale si viene portati a vivere arte e cultura come trama dell'esperienza quotidiana. Una caratteristica essenziale, sottolineata, tra l'altro, dalla perfezionata accessibilità di tutto il Piano, dai servizi di ristorazione e caffetteria, dal ridisegnato accesso al Teatro, dai salotti e dalle sedute distribuite nei suoi spazi, e dalla nuova area dedicata a scuole, gruppi e famiglie.
Principi generali Il progetto di riqualificazione architettonica del Palazzo dell'Arte – voluto da Stefano Boeri, Presidente di Triennale, e da Carla Morogallo, Direttrice g enerale, e guidato da Luca Cipelletti, Direttore architettonico del Palazzo dal 2019 – verte su quattro principi guida:
• valorizzazione e reinterpretazione del progetto di Giovanni Muzio del 1933, del quale vengono messe in evidenza il più possibile caratteristiche ed elementi originali;
• ridefinizione degli spazi, che assumono funzioni nuove o tornano ad avere le funzioni originarie;
• ottimizzazione dei servizi e dell'accessibilità;
• efficientamento energetico dell’edificio. Se nel progetto di Cuore questi principi si sono condensati in 500 mq orientati a una funzione principale – il nuovo Centro studi, archivi, ricerca di Triennale Milano – nel Piano Parco la scala dell'intervento, e del cantiere, e l'articolazione di connessioni e funzioni è decisamente più estesa, con un complesso lavoro di progettazione ed esecuzione che ha interessato spazi finora non utilizzati o sotto - utilizzati. Un lavoro modulato su un meticoloso disegno d'insieme e dei dettagli, volto a conferire ordine e chiarezza ai principi architettonici originali e alla loro leggibilità, riprendendo i crocevia degli assi di Muzio, e le connessioni interno - esterno, il dialogo esseri umani - natura. In un contesto tornato alla sua originale monumentalità, senza essere ieratico, distante.
Accesso
Nell'ottica di un ritorno alla distribuzione progettata da Muzio, il collegamento tra Piano Terra e Piano Parco avviene nuovamente, ed esclusivamente, attraverso i due scaloni paralleli che dall' atrio dell'ingresso di viale Alemagna portano all'atrio del piano inferiore (liberato dagli uffici e dalla ex Biblioteca del progetto) e attraverso un ulteriore ascensore, il cui vano è già presente nel progetto originale e mai realizzato, che collega i tre piani dell'edificio. In questo modo il Piano è più facilmen te accessibile alle persone con disabilità motorie, compreso il teatro, servito ora da una rampa che porta direttamente dall'ingresso alla balconata, ai nuovi servizi igienici e alla Sala dei poeti.
Atrio
Il nuovo Atrio - Foyer, oltre ad accogliere esposizioni e installazioni, torna alla sua funzione distributiva verso tutti gli spazi del Piano. Da qui oltre che al T eatro, si accede a Officina, uno spazio dedicato a gruppi e famiglie , che si collega otticamente al triportico sul giardino, recuperando il cannocchiale progettato da Muzio; a V oce Triennale , il nuovo spazio dedicato alla musica e al suono; a Cucina Triennale , la nuova area ristorazione, che oltre a ripristinare il servizio del progetto originale ne perfeziona e amplia l'offerta e le restituisce una piena relazione con l'esterno. Liberando contemporaneamente lo spazio della caffetteria al Piano Terra, che torna espositivo e polifunzionale. L' a trio del Piano Parco è stato inoltre dotato di due guardaroba, posti nei sottoscala (uno libero e uno servito, grandi a sufficienza per il t eatro e la ristorazione) e di un ampio sistema di servizi igienici che prevede 17 nuovi bagni.
Distribuzione
Muzio nel suo progetto ha scelto materiali lapidei per il distributivo e materiali lignei per l'espositivo. Una scelta materica perseguita nel progetto di riqualificazione. In assenza degli originali in mosaico, il pavimento di tutto il distributivo è stato realizzato in lastre 30x60 cm di botticino opacizzato, per evitare il disturbo delle rifrazioni di luce e cromie, riprendendo il rapporto dimensionale delle lastre in Marm o di Lasa al Piano Rialzato e il materiale di quelle negli spazi di distribuzione d el Piano Primo. Una cornice lungo l'intero perimetro del pavimento , che evoca i disegni di Muzio e lo stile anni Trenta del Palazzo, e uno zoccolo dalle dimensioni contenute sollevano le pareti da terra, alleggerendo e dando fluidità all'architettura. I portali d'accesso agli ascensori e ai bagni, già disegnati o previsti da Muzio, sono stati aperti e incorniciati con un marmo cipollino verde simile all'originale, ma volutamente diverso, per evidenziare la differenza tra ricostruzione e preesistente.
Un principio applicato a tutto il progetto di riqualificazione. I controsoffitti tecnici, che contengono impianti e cavi e reggono i faretti del sistema di illuminazione, disegnato per seguire le linee architettoniche ed enfatizzarne le prospettive, sono stati infatti pensati come degli elementi tecnologici intenzionalmente dichiarati, con un’intercapedine perimetrale che le separa dai muri, rendendo visibile la struttura originale rispetto ai nuovi interventi funzionali.
Teatro
Il nuovo Atrio - Foyer dà immediata visibilità al Teatro, il cui ingresso è ora dotato di un nuovo grande infisso interno vetrato dalle eccezionali qualità fono - isolanti. Raggiungibile, come tutto il Piano, anche attraverso il nuovo ascensore, e ora dotato di servizi igienici di pertinenza anche al piano della platea . I l Teatro è ora più facilmente accessibile alle persone con disabilità motorie che dal foyer possono raggiungere, attraverso la nuova rampa che porta alla balconata, i posti a loro riservati. Alla Sala dei poeti, concepita come come un secondo foyer del Teatro e come area per eventi (quando non impegnato dal calendario teatrale), sono state restituite aria e luce naturale, con la riapertura delle sue quattro portefinestre sul giardino, e un imp ianto d'aria condizionata e purificata.
Officina
A destra dell'ingresso del t eatro si accede a Officina, un nuovo spazio flessibile che accoglie attività per gruppi e per famiglie. Lo spazio è stato progettato dalle architette dello studio francese smarin, specializzato nella creazione di spazi di interazione e invenzione collettiva. La progettazione di quest’area nasce dal lavoro che ha portato alla scrittura del Manifesto per le famiglie di Triennale, che raccoglie i principi che guidano l’istituzione in un percorso di accoglienza e accessibilità rivolto a tutti i componenti di tutti i nuclei famigliari.
Voce
Dall'Atrio, attraverso un corridoio espositivo, si giunge a V oce Triennale , un nuovo spazio dedicato alla musica e al suono, una cassa armonica adattabile e polifunzionale, con eccezionali doti acustiche e illuminotecniche. L'architettura disegnata da Giovani Muzio e rimessa in perfetta evidenza dal progetto di Luca Cipelletti è un'ossatura rettangolare retta da un sistema di pilastri che individua tre navate asimmetriche: reimmaginata come una cattedrale che al posto dell'altare ha un sound system, coadiuvato da una serie di altri altoparlanti perimetrali. E, sul muro di fronte, in una detrazione, una bucatura, uguale e contraria: un cocktail bar. Un contraltare che all'occorrenza dichiara, evidenziandola, la dimensione più s ociale e festiva di V oce . L'impatto visivo degli impianti è ridotto a zero: non si vedono canalizzazioni, nonostante siano stati stesi per suono e luci 16 chilometri di cavi. Pannelli fonoisolanti e fonoassorbenti, lasciati così come sono per far sì che l'aspetto tecnico dello spazio diventi architettonico, cingono con una fascia alta 2 metri e 40 tutte le pareti e compongono il soffitto.
foto Matteo Bianchessi
E fanno in modo che Voce suoni forte e chiara al suo interno, ma che all'esterno non si senta. E la sua forma corrisponda al contenuto. Il progetto audio e acustico è stato realizzato da Giorgio Di Salvo, designer, musicista e costruttore di impianti hi - fi, da Lucio Visentini, ingegnere acustico di chiara fama, che ha già lavorato per il Teatro, e da Knauf, azienda leader nella produzione di pannelli acustici. Il progetto illuminotecnico, che consente di controllare ogni 1,6 cm delle sorgenti luminose per intensità, temperatura, ritmo e colore è stato realizzato da Anonima Luci, lo studio di Alberto Saggia e Stefania Kalogeropoulos che traccia nuove linee, estetiche e tecnologiche, nell'uso della luce in a rchitettura.
Cucina Triennale
Ristorante e caffettiera tornano dove li aveva collocati Giovanni Muzio. In una teoria di tre sale, pavimentate in legno industriale e affacciate sul parco – con nuovi serramenti tripartiti realizzati seguendo il disegno originale. Con la possibilità di godere anche del t riportico e della prospettiva ritrovata sui Bagni misteriosi , la fontana di Giorgio De Chirico finalmente visibile senza intralci e adeguatamente illuminata. Il ristorante occupa due delle tre sale, mentre la caffetteria occupa la sala adiacente. Tutte ricostruite per lasciare che se ne possa ammirare la continuità progettata da Muzio. Due setti divisori, con funzione anche espositiva, sono dotati di un sistema di tende a scomparsa realizzate con un tessuto ignifugo di Dedar, di un tono verde che riprende le sfumature più chiare del marmo cipollino di Palazzo. Per far sì che le sale possano essere unite o separate a seconda delle necessità. Le linee e i volumi degli originali soffitti a travi romboidali sono stati ingegnosamente illuminati da borchie che hanno richiesto a ERCO, partner di tutto il sistema di illuminazione del Piano, mesi di progettazione. Tavoli e sedie sono prodotti da UniFor. Tratto e reingegnerizzato sulla base di immagini di archivio del 1933, il tavolo riprende il disegno originale di Gigiotti Zanin ed è attualizzato da un piano in Fenix ad alta resistenza. Il tavolo è proposto anche in una versione più alta e slanciata con funzione mangia - in - piedi per la caffetteria. Le sedie, interamente realizzate in legno, imbottite e impilabili, sono state invece disegnate da Marco Maturo di Studio Klass.
Serramenti
I nuovi infissi verticali esterni consentono il dialogo diretto con il giardino su Parco Sempione e con viale Alemagna. Il disegno di ciascun elemento è stato rielaborato a partire dai tipologici originali restituendo prestazioni acustico - energetiche in linea con le normative vigenti e con le esigenze degli spazi interni più sensibili.
Portico
Restaurato in granito rosa di Baveno (Lago Maggiore), il triportico torna alla sua funzione di terrazza affacciata sul giardino, configurandosi come naturale estensione degli spazi interni. Di sera, i nuovi corpi luce prodotti da ERCO su disegno, esteticamente identici agli originali, ma tecnologicamente avanzati e multidirezionali, illuminano sia il soffitto del triportico che l'area sottostante, accentuando lo sfondato del soffitto: i rappo rti positivi - per - negativi, tipici dell'architettura di Muzio.
Impianti
Da un punto di vista architettonico, uno dei problemi più complessi da risolvere, e uno degli sforzi più importanti del progetto, è stato quello dell’integrazione dei sistemi impiantistici con l’architettura. Per fare in modo che avessero il minore impatto possibile, e non potendo utilizzare i soffitti, troppo bassi, o il passaggio lungo i muri, per motivi strutturali, si è deciso di farli passare sotto i pavimenti, attraverso delle intercapedini esistenti individuate durante la fase di strip - out. Nella zona ristorazione sono stati invece integrati nel sistema di arredi fissi, mentre negli spazi del distributivo si è deciso di renderli evidenti, come elementi tecnici, con un controsoffitto chiaro e dichiarato, con gole laterali nelle quali si manife stano i terminali di mandata e di ripresa dell’impianto meccanico. Distinguendo il soffitto di Muzio , l'architettura originale dalla nuova quota tecnica.
Luci
Le luci sono state realizzate in collaborazione con ERCO. Nel distributivo, e nei nuovi spazi espositivi, un sistema semplicissimo ricalca i locali architettonici e permette la più grande flessibilità espositiva. Nelle sale ristorazione e nella Sala dei poeti si trovano le parti più complesse da illuminare: i soffitti romboidali a travi di Hoffmann - Muzio. Per trovare la giusta soluzione è stato necessario uno studio di quattro mesi che infine ha portato alla progettazione di una borchia che riesce contempor aneamente a lavorare sulle cassonettature, lasciando gli intradossi delle travi in ombra, e a creare una luce indirizzata anche verso il basso, illuminando i tavoli. Un sistema RGBW che consente di creare diversi scenari per colore, temperatura e intensità . Una soluzione inedita, contemporanea, che riesce a valorizzare le caratteristiche architettoniche del soffitto, altrimenti molto difficile da illuminare, se non con lampade a sospensione.
Giardino
Gli spazi del giardino e il verde sono stati valorizzati – grazie al progetto di Emanuele Bortolotti dello studio AG&P Greenscape – anche con nuovi arbusti e piante, ripianando il terreno, sistemando la cancellata di confine con Parco Sempione, con un sistema di sedute lungo le parti perimetrali, connettendo la zona dell'architettura che contiene V oce – che era priva di alberi, e attraverso un accurato sistema di luci progettato con ERCO. Tra il triportico e la fontana di De Chirico non c ’è più nulla a ostacolarne la vista: sarà sempre visibile e ben illuminata. Il Teatro dei Burattini di Alessandro e Francesco Mendini è stato spostato sotto gli alberi, per proteggerlo e sottrarlo al pieno - sole. Il palco grande , che nel periodo estivo accoglie i concerti e gli eventi a maggior capienza, viene montato in un'altra area, con accesso diretto ai camerini del Teatro. Il progetto impiantistico è stato realizzato da Paolo Saluzzi dello studio Spaziotecnico.
Il sommerso
Sotto gli spazi di Voce esiste un piano - 2 che è stato rimesso in ordine e in grado di ospitare tutti i servizi al personale e alla ristorazione, che erano completamente mancanti. Ora tutte le merci possono entrare dall'ingresso di Viale Camoens ed essere portate attraverso una scala al piano sotterraneo dove oltre ad adeguati spogliatoi e servizi per il personale della caffetteria e dei ristoranti, sia del Piano Parco che della Terrazza, hanno spazio i depositi e le celle frigorifere. Servito da due montac arichi, che saranno anche ascensori, il piano sotterraneo farà sì che il personale possa raggiungere la Terrazza, ma anche il Salone d' O nore e l’ex caffetteria al Piano Rialzato (ora convertita a spazio espositivo) .
T'a_Milano- Un viaggio appassionante dall’antipasto al dessert
La Milano dei tram che sferragliano sul pavé, degli uomini e delle donne che la domenica passeggiano in via Manzoni per concedersi un peccato di gola alla pasticceria Alemagna fotografa la sobria eleganza aristocratica di quella che un tempo era la città. Questo patrimonio di immagini e abitudini, di saperi ed emozioni , che Tancredi e Alberto Alemagna hanno respirato fin da piccoli attraverso i racconti e i ricordi di casa , è ciò che nel 2008 ha spinto i due fratelli a buttarsi nel progetto T’a Milano , di cui la sigla T’a indica le iniziali dei fondatori e la parola Milano ribadisce lo storico legame con la metropoli. Con l’idea di rinnovare in termini di ricerca, di lavorazioni e di gusto la tradizione familiare dell’alta pasticceria italiana , i giovani Alemagna hanno lanciato un a food company all’avanguardia attiva nell’ambito della cioccolateria d’eccellenza, del catering e banqueting su misura, che è anche protagonista di un rivoluzionario concept di servizi per la ristorazione e l’ospitalità.
Guidati dalla passione per il buono e dall’amore per il bello, da un profondo orgoglio milanese che affonda le sue radici nella grande impresa avviata nel 1921 dal bisnonno Gioacchino Alemagna, Tancredi e Alberto hanno ideato un nuovo modo di intendere il cioccolato artigianale con proposte uniche ed eleganti, realizzate con ingredienti di altissima qualità . La ricerca su l gusto si intreccia con la creatività per offrire inedite e coinvolgenti modalità di fruizione : nasce una nuova voglia di ricevere, di sorprendere e di regalare momenti felici . Il cioccolato Grand Cru, proveniente da produttori selezionati responsabilmente secondo rigorosi criteri di sostenibilità, viene lavorato in purezza dai maestri cioccolatieri per esaltare le sue naturali proprietà organolettiche e combinato all’eccellenza delle materie prime italiane, come la Nocciola Piemonte IGP, il Limone di Sorrento, il Pistacchio Siciliano, la Mandorla d’Avola . Nascono così le Mini Tavolette che accompagnano in un delizioso viaggio in Italia , i golosi Dragées dal cuore di frutta, gli sfiziosi Mini Coni di cioccolato ripieni di crema, gli irresistibili Gianduiotti e le Praline presentate in preziosi scrigni. I valori di qualità e la cultura estetica del prodotto che hanno accompagnato la storia di Alemagna rivivono oggi in T’a Milano . Come era stato per la rivoluzionaria confezione a cappelliera del panettone , che nel 1958 ha vinto l’Oscar dell’Imballaggio, Tancredi e Alberto hanno investito tempo e risorse anche nella progettazione dei colorati packagin g , che riprendono la tradizione milanese del design e della moda . Le confezioni non sono semplici scatole, ma oggetti di design studiati per coinvolgere e stupire con sorprese nascoste , soluzioni curiose , accorgimenti che consentono un doppio utilizzo. E in questi 1 7 anni non sono mancati prestigiosi riconoscimenti per l’originalità delle scatole e per la qualità del prodotto come i numerosi International Chocolate Awards , i riconoscimenti Eletto Prodotto dell’Anno ed i p remi Tavoletta d'Oro. Alla cioccolateria d’eccellenza, è seguita nel 2011 la pasticceria con una serie di proposte della tradizione artigianale come il classico panettone milanese; nel 2016 è nato il marchio di cioccolato Cioccolato Gourmet che interpreta la filosofia T’a Milano in chiave trendy e giovane . La voglia di sorprendere accompagna le linee del brand con i Ciocosushi, che giocano con la cultura giapponese proponendo praline a forma di maki , bacchette di cioccolato fondente e dragées al wasabi , i Ciocoshaker che conquistano gli appassionati d i cocktail, i Diamanti c he r icordano la forma delle preziose gemme e i Ciocolips a forma di labbra.
Con un modello distributivo omnichannel, le collezioni T’a Milano sono in vendita alla Rinascente, da Eataly e in una serie di store nel mondo , ma anche sull’e - commerce del brand e sulle maggiori piattaforme online. Cioccolato Gourmet utilizzata gli stessi canali digitali, oltre a essere presente nell e principali catene GDO . Il gusto raffinato e lo stile creativo di T’a Milano sono apprezzat i anche nell’ambito dell a moda , del lusso e del design per cui l’azienda realizza scatole brandizzate, e in quello dell’ hôtellerie. In moltissimi hotel di lusso i cioccolatini della buona notte , le proposte per le suite e i dolci sono made in T’a Milano.
La passione per le cose fatte bene, la ricerca dell’eleganza e la voglia di stupire vengono declinat e nel 2013 in una nuova divisione di T’a Milano che reinterpreta l a gloriosa storia di Alemagna nell’ambito del catering e banqueting su misura. Consapevoli che l’arte del ricevere debba essere un’esperienza di valore, di piacere e di salute, i giovani imprenditori hanno ampliato il polo produttivo di Cerro Maggiore e quello di Parabiago creando una vera e propria filiera alimentare che consentisse loro di gestire eventi complessi e prestigiosi in Italia e in Europa. Nasce così un polo all’avanguardia, in cui artigianalità e tecnologia si incontrano in ambienti che garantiscono la massima sicurezza alimentare. Un mix di competenze di altissimo livello , selezionate materie prime di stagione e macchinari che consentono lavorazioni innovative danno vita a un laboratorio di ricerca, in cui vengono sperimentate cotture, fermentazioni, lievitazioni e trasformazioni per dar vita ai Signature Plates T’a Milano, come il Pomo T’a, l’Uovo Perfetto, il risotto alla vecchia moda Milano con pistilli di zafferano, polvere di rosmarino e riduzione di balsamico oppure la Chocolate Duomo Cake.
Dalla visione innovativa di Tancredi e Alberto Alemagna è nata una food tech company che grazie a un modello di business dinamico e scalabile sta rivoluzionando il comparto dell’alimentazione premium con T’a Milano Cucina per la ristorazione . Con questo progetto l’azienda guarda al futuro e mette a disposizione di ristoranti e chef le proprie competenze e strumentazioni per fornire gli ingredienti, già trasformati, necessari a comporre ricercati piatti di qualità. Ingegneri, cuochi, esperti di tecnologie alimentari lavorano nei laboratori 4.0 di T’a Milano per offrire un servizio d’eccellenza che si traduce per il ristoratore anche in un abbattimento degli sprechi, nell’ottimizzazione degli spazi della cucina, nella riduzione di investimenti relativi all’acquisto di macchinari di nuova generazione necessari a preparazioni complesse.
T’a Milano Cucina per la ristorazione porta nel mondo dell’ospitalità un modello di successo, già ampiamente testato da alcuni settori d’eccellenza della manifattura milanese: la moda, la gioielleria e il design, infatti, da sempre affidano a laboratori artigianali specializzati la realizzazione di quelle lavorazioni che prevedono competenze di altissimo livello , strumenti e macchinari specifici. Nel 2024 prende vita la nuova linea di piatti gelo Subito Chef! presente nella grande distribuzione organizzata. I prodotti di Subito Chef, che spaziano dagli antipasti ai primi e secondi piatti, si preparano in pochi minuti, offrendo diverse opzioni di cottura. La linea è stata pensata per chi ama la buona cucina ma ha poco tempo e non vuole rinunciare a gustosi piatti gourmet.
L’approccio all’avanguardia di T’a Milano ha spinto i fondatori a fare importanti investimenti anche in termini di sostenibilità. Le sedi produttive sono alimentate esclusivamente con energia verde nazionale, grazie a un impianto di pannelli fotovoltaici e alla collaborazione con Alperia per il rifornimento di energia idroelettrica. All’interno del le strutture sono impiegate solo luci a led a basso consumo; per il pack dei prodotti viene utilizzato cartone riciclato o certificato.