Acqua del mare dai rubinetti: il caso Andora (Savona) arriva in Parlamento

Da 5 mesi acqua salata dai rubinetti di docce e lavandini. Ad Andora, comune del savonese, una vita da incubo. Si muove anche la politica nazionale

di Gabriele Penna
Cronache

Andora (Savona): piante avvelenate, docce salate e caffè imbevibili: in Liguria un caso da terzo mondo

Immaginate di abitare in un comune (Andora, in provincia di Savona) e di dover fare la doccia tutti i giorni in un paesello a 18 chilometri di distanza (Diano Marina, in provincia di Imperia), perché dalle tubature esce acqua di mare che fa venire “i capelli di paglia”. Oppure immaginate di mettere sul fuoco la pentola per la pasta e non salarla (c’è già il sale). Immaginate anche di annaffiare le piante nel vostro ufficio (o giardino) e vederle morire perché il cloruro di sodio le disidrata e le avvelena. Immaginate, infine, di entrare in un bar e bere un caffè con retrogusto salino.

È una storia che indigna e fa arrabbiare e che riguarda un piccolo comune ligure, Andora, situato tra Sanremo e Alassio, da ben 5 mesi senza acqua dolce nelle abitazioni. Per il Comune la causa è la siccità. I pozzi sono vuoti a causa delle mancate piogge e la loro vicinanza al mare li ha esposti alla penetrazione del cuneo salino. Lo stesso disagio non è vissuto dai paesi limitrofi come la stessa Alassio, Diano Marina e Laigueglia perchè accedono ad altri pozzi non penetrati dall'acqua salina. Ma come ha raccontato il Corriere della Sera di ieri, mercoledì 2 novembre, la siccità non è l’unica causa. C’entrano anche inefficienze e infrastrutture obsolete. Intanto si sta muovendo anche la politica nazionale. Interpellata da affaritaliani.it, la senatrice ligure Raffaella Paita di Italia Viva, nonché ex consigliera regionale, ha annunciato di aver presentato un’interrogazione parlamentare.

L’altra notizia che Affari è in grado di dare è che domani alle 15 l’Assessore regionale alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone, mette al tavolo uno di fronte all’altro, Rivieracqua, società che gestisce l’acquedotto, e Comune di Andora, per capire come intendono muoversi e individuare una soluzione immediata. Il problema del torrente Merula – spiegano dalla Regione - da dove Andora dovrebbe ricevere acqua dolce, non nasce a luglio. Ha sempre avuto problemi di intrusione salina nelle falde. In passato questo torrente riforniva i pozzi più a Nord. Con la siccità la portata di acqua è diminuita e il comune ha scelto di usare i pozzi a valle. Regione Liguria ha stanziato risorse del Pnrr per l’acquedotto del Roja e anche per la difesa del suolo.

“Dobbiamo cercare di capire se è possibile una soluzione di tipo emergenziale o strutturale”, spiega ad affaritaliani.it l’assessore Giampedrone. “Posto – continua - che tutto il territorio ligure è in emergenza siccità. Abbiamo avuto la dichiarazione di stato di emergenza un mese fa e faremo una serie di interventi” che però, a oggi, “non hanno nulla a che vedere con la situazione di Andora”.

@GabrielePenna1

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Del caso se ne occuperà anche L’Università di Firenze che sta dando una mano all’assessore, dopo la tempesta “Alex“ del 2020 che ha coinvolto l’area della Val Roja. Il pozzo Roja “aveva subito un’invasione di limo fangoso in seguito a quegli eventi calamitosi. Se la riunione di domani ci darà il ‘disco verde’ incaricheremo l’Università di Firenze, centro di competenza attento a queste tematiche, e proveremo come Protezione civile a capire se c’è una soluzione transitoria”.

Da sottolineare che lì c’è “un progetto di un’opera infrastrutturale finanziata con il Pnrr che prevede la sostituzione di tutta la condotta del Roja”. Un intervento strutturale che “va realizzato entro il 2025”.  È evidente che “serve una soluzione transitoria da qui all’intervento strutturale” per rispondere immediatamente all’esigenze pratiche degli abitanti del comune di Andora. Il tutto va affrontato sotto l’azione della Protezione civile e “non più con un’amministrazione ordinaria che assegnerebbe la competenza alla Provincia di Imperia ancorché il comune rientri nella Provincia di Savona. La gestione dell’acqua di Andora è inserita nell’ambito provinciale di Imperia”.

La proposta che domani l’assessore farà al sindaco di Andora e Rivieracqua è quella di incaricare l’Università di Firenze per trovare una soluzione. “Al momento – spiega Giampedrone – i soggetti in causa parlano di una adduzione dai pozzi del savonese, dalla valle del Roja, e non più dell’imperiese, come è adesso”. Sarebbe “un ‘bypass’, ma su questo non c’è un progetto, né una linea di intervento con un costo previsto”.

Una “vicenda delicata”, sospira il responsabile regionale della Protezione civile. “Questa estate – prosegue - è stata prelevata troppa acqua, sia dai pozzi principali che da quelli comunali, facendo risalire il cuneo salino. Forse a un certo punto bisognava trovare fonti alternativi, come autobotti”. È comprensibile "che durante l’estate sia difficile fermarsi”, con un flusso turistico imponente, e “razionalizzare e attingere ad autobotti esterni”. Quando cresce il cuneo salino “è complicato mandarlo via”, spiega ancora. “I tecnici dicono che servirà molta acqua prima di tornare a utilizzare i pozzi e nelle prossime settimane non ci sono previsioni di grosse piogge in quel territorio”.

Di certo - sottolinea l’assessore – “la soluzione in tasca non cè l’ha nessuno”, ma se ci fosse la totale inutilizzabilità dei condotti, “si userebbero rifornimenti esterni come autocisterne e autobotti”. L’unico “dato positivo in questo quadro negativo per Andora è che Regione Liguria è già in stato d’emergenza siccità” e quindi ci si muove già in qualità di Protezione civile “perché il governo ha già riconosciuto l’emergenza”, dunque si inserisce “questa fattispecie molto grave nel pacchetto emergenziale”.

Domani al tavolo ci saranno, oltre al Comune di Andora e Rivieracqua, anche la Provincia di Savona e di Imperia (territorialmente Andora si trova nella provincia di Savona ma nella competenza specifica dell’acqua, Andora rientra nella provincia di Imperia). “Se fosse perseguibile la strada dell’allaccio temporaneo a un acquedotto della Provincia di Savona bypassando l’acquedotto della Provincia di Imperia, ci sarebbe bisogno dell’ok del territorio competente”. Al tavolo non ci sarà Assoutenti che sta portando avanti una azione collettiva, ma in questa fase il livello di operatività riguarda solo soggetti istituzionali.  

@GabrielePenna1

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