Autenticità e diversità, ecco che cosa si aspetta la comunità LGBQT+ dai media

Negli ultimi 20 anni, l'inclusione dei media è aumentata, ma è necessario fare molto di più

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Cronache
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La comunità LGBQT+ si aspetta dai media contenuti di autenticità e diversità

Attraverso due ricerche condotte da Nielsen a livello internazionale e su campione italiano, ci mostrano in che modo l'ampio universo LGBQT+ consideri inclusivi contenuti e messaggi pubblicitari. Tra i dati che emergono dal sondaggio mondiale, il 69% dei rispondenti che si riconoscono nella comunità lgbtq+ ritiene che si stiano facendo sforzi per aumentare l’inclusività nei media, il 27% non vede alcun cambiamento. Sempre secondo l’indagine, in Italia, Netflix è ritenuta la piattaforma che garantisce maggiore rappresentanza alle minoranze.

Il pubblico lgbtq+ è il 10% più propenso, rispetto agli intervistati di orientamento eterosessuale, a considerare i servizi di streaming come il canale multimediale più inclusivo e il 5% più incline a ritenere che i social media siano più rappresentativi. Secondo l'analisi condotta da Gracenote, la società di Nielsen specializzata nella categorizzazione dei media, tra gli italiani che si ritengono targhettizzati in base all’orientamento sessuale (23%), il 36% ha affermato di sentirsi a proprio agio con i messaggi percepiti sui canali di ascolto.

Il progresso è lento

Sebbene l’inclusione delle persone lgbtq+ nei media sia aumentata significativamente negli ultimi 20 anni, è necessario fare molto di più. Secondo i dati video globali di Gracenote, nel mese di febbraio 2022 erano presenti oltre 817.000 titoli video unici in servizi televisivi tradizionali e streaming, ma soltanto 1.000 relativi al tema lgbtq+. E infatti, tra il 2020 e il 2021, il numero di nuovi titoli riferibili a questo tema è diminuito da 50 a 36. Ma come si fa a considerare lento o veloce un cambiamento sociale e culturale?

Lorenzo Facchinotti, responsabile della divisione che si occupa delle ricerche per Nielsen Italia, spiega: "Esiste un rapporto circolare tra media e società. Se da un lato i media intercettano il cambiamento sociale e lo rappresentano nei suoi contenuti, dall’altro i contenuti proposti dai media contribuiscono al cambiamento sociale. C’è quindi un’influenza reciproca. La velocità con cui questo avviene è legata a vari fattori che dipendono dai singoli Paesi e dalle loro strutture sociali. Non si tratta di un punto di arrivo ma di un ulteriore punto di partenza per arrivare a fare di più".