Bar, i cittadini si ribellano al Green Pass: nasce l'aperitivo autogestito

Si chiama aperitivo autogestito, ed è l’upgrade dei cosiddetti “home bar”, ultima frontiera nata dal popolo contrario alla strette del Super Green Pass

Di Monica Camozzi
Cronache
Condividi su:

Green Pass e bar, gli italiani non ne possono più: arrivano gli aperitivi "autogestiti" nelle piazze

Benvenuti nell'era dell'aperitivo autogestito. 1 italiano su 5 non va più al bar, i mezzi pubblici registrano un calo del 34% rispetto al 2020, in ufficio le presenze calano del 19%. E i ristoranti, secondo i dati Google nel report sugli spostamenti della comunità, insieme a bar, centri commerciali, parchi, musei e biblioteche, hanno registrato un -22%. Ma se una fetta di italiani si è messa in una sorta di “lockdown volontario”, l’altra parte mostra la consueta attitudine fantasiosa e si inventa l’aperitivo autogestito.

Aperitivo autogestito: una foto che non fa Google ma viene scattata dai social

Una foto che questa volta non fa Google: la fanno le chat, i social, ai gruppi privati che inviano convocazioni e inviti a portare il necessario per brindare e sgranocchiare qualcosa nelle piazze. Come è accaduto il 4 febbraio alle 18 in Darsena a Savona, radunando “tantissimi cittadini che ritengono illecite e discriminatorie le disposizioni governative imposte in questi ultimi due anni”. O sabato 5 febbraio alle ore 17 in piazza Chanoux ad Aosta. O ancora in Piazza del Luogo Pio a Livorno, dove sono accorsi in 100 all’aperitivo autogestito o fai da te.  

"Non volete i nostri soldi? Peggio per voi", recitava il messaggio diffuso sui social, rispondendo all’appello del gruppo Libertà Livorno. Il drappello di cittadini si è presentato all’appuntamento "armato” di bibite e snack, consumati poi lungo le spallette. “Un ritrovo assolutamente pacifico, al termine del quale i partecipanti hanno ripulito l'area andando via, così come arrivati, per lo più senza mascherina e non rispettando del tutto le norme anti contagio sul distanziamento sociale” riportava un giornale locale. Sui social correvano altresì le immagini di Corso Sempione a Milano, con bar abbastanza vuoti e folla lungo la via che si mesceva vino in bicchieri di carta.

Dagli home bar alle piazze. Ma "qualcuno" lo aveva previsto

Insomma, quella dell’aperitivo autogestito è l’upgrade dei cosiddetti “home bar”, ultima frontiera nata a fine dicembre da parte del popolo contrario alla stretta del Super Green Pass. Un dubbio, alcuni ristoratori lo avevano manifestato anche a gennaio 2021, in tempi non sospetti, quando il governatore della Campania De Luca aveva lanciato l’idea del “patentino obbligatorio”.

Valerio Stumpo, di Mamma Rosa, osteria di Milano, aveva affermato di essere fortemente contrario ai patentini: “Senza mezzi termini: per me il patentino di vaccinazione porta con sé un alone di discriminazione e non è la soluzione per i posti pubblici. Cosa fare? Per me bisognerebbe fare un liberi tutti e aprire, certo, sempre nel rispetto delle norme sanitarie, anche eventualmente inasprendo certe regole, come portare il distanziamento da un metro a un metro e mezzo, se necessario. Altrimenti qui si muore di fame: un conto è stare fermi per uno, due, tre mesi, altra cosa è uno stop di un anno. Non è sostenibile neanche da chi è più strutturato. I soldi sono finiti”.

Ristorazione e Green Pass, qualcuno denuncia cali dell’80%

Era stato profetico, stando alle parole di un altro ristoratore a gennaio 2022, Maurizio Giacomelli, che ha un locale molto popolare a Ponte (MB): “Abbiamo avuto in queste ultime settimane un calo dell’80% e non ci sono aiuti nel settore. Né una riduzione della bolletta, né i ristori. Gli incassi del mezzogiorno sono bassi e la sera non si hanno più i numeri di un tempo. Le manifestazioni? Io le ho fatte lo scorso anno, ma eravamo pochi. I grandi numeri sono i leoni da tastiera, chi si lamenta online e poi nel momento di combattere non c’è. Di quelli ne ho visti tanti”.  

E ora il caro bollette rischia di pesare forse più della Omicron e dei lockdown volontari creati dalla paura o dalle abitudini modificate: gli albergatori e i ristoratori aderenti a Tin Italia hanno organizzato lo scorso 18 gennaio un flash mob davanti al senato, chiedendo aiuto per le bollette del gas e della luce raddoppiate in un anno e le differenze con gli altri paesi”, usando l’hashtag #apertimavuoti.  Lo spettro è la chiusura di tantissimi esercizi e a quel punto l’aperitivo per strada sarà l’unica -e poco edificante- soluzione possibile. Il 27 gennaio altra protesta contro i rincari di Blackout dinner da parte di Associazione ristoranti centro storico, il 5 febbraio c’è stato il flash mob BARrato, a piazza san Cosimato sempre nella capitale.