Carcere, Antigone: un morto ogni cinque giorni. Triste record per il 2023

Secondo l'associazione il numero delle persone detenute ha superato la soglia dei 60mila. In cella suicidi a ritmo impressionante: i più giovani avevano 21 anni

di Redazione
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Cronache

Carceri, Antigone: un morto ogni cinque giorni

"Il mese di dicembre si è aperto con una notizia: il numero delle persone detenute ha superato nuovamente la soglia dei 60.000. Era da prima della pandemia di Covid-19 che ciò non accadeva". E' il dato che giunge da Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. In tutto le persone in carcere sono 60.116, al netto dei circa 48.000 posti realmente disponibili.

"Il tasso di affollamento è di oltre il 125%. Oltre al numero totale delle persone recluse, quello preoccupa è il tasso di crescita, che nell'ultimo anno è stato del 7%, con un'impennata specialmente negli ultimi tre mesi. Se la popolazione detenuta dovesse continuare a crescere con questo ritmo, tra un anno saremo oltre le 67.000 presenze, come ai tempi della condanna della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Tempi che furono difficilissimi sia per la popolazione detenuta che per il personale delle nostre carceri, su cui viene scaricata la fatica quotidiana di gestire questi numeri" aggiunge Gonnella. 

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"Un'altra notizia riguarda i suicidi: due sono avvenuti l'8 dicembre. Il totale del 2023 è di 66 persone che si sono tolte la vita in carcere, il terzo dato più alto mai registrato da quando Ristretti Orizzonti tiene questa statistica (dal 1992). Anche quest'anno, in carcere, ci si è suicidati al ritmo impressionante di una persona ogni 5 giorni", illustra la nota.

"I più giovani, tre persone, avevano 21 anni. Il più anziano, 65. A fronte di queste notizie-si continua- non si vede da parte del governo e del ministro della Giustizia Carlo Nordio una progettualità diretta a innovare, umanizzare, migliorare le condizioni di detenzione". 

"Grande attivismo c'è stato nell'utilizzare lo strumento penale a scopo populistico ed elettorale, con nuovi reati e inasprimenti di pene (norme anti-rave, decreto Caivano, pacchetto sicurezza) che, se non avranno alcun effetto di prevenzione dei comportamenti criminosi, contribuiranno a riportare il carcere a livelli drammatici di vita interna, sia per le persone detenute che per il personale", si conclude nel comunicato.

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