Caso Santanchè, intercettazioni e testimonianze. "Lasciate le fatture a vuoto"

Celoria, ex direttore finanziario Visibilia: "La senatrice mi ordinò di non svalutare il patrimonio, tutte le decisioni sul bilancio venivano prese da lei"

Di Redazione Cronache
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Daniela Santanchè
Cronache

Inchiesta Santanchè, la situazione si complica. Spuntano i documenti ufficiali

Continuano ad emergere nuovi dettagli sul caso Santanchè e le inchieste giudiziarie che vedono coinvolta la ministra che rischia di dover andare a processo e di conseguenza dover abbandonare la poltrona al governo. A complicare le cose per Santanchè ci sono le testimonianze e anche le intercettazioni, messe agli atti dell'inchiesta della Procura di Milano che la vede indagata per falso in bilancio rispetto a Visibilia Editore, società quotata, e Visibilia Srl in liquidazione. "I numeri vanno lasciati in attivo, tutte le decisioni sul bilancio saranno approvate dall'amministratore". Queste - riporta Il Fatto Quotidiano - le parole della ministra a Federico Celoria, ex Cfo di Visibilia Editore, che solleva dubbi davanti a un documento chiamato "fatture da emettere". Celoria spiega a verbale: "L’ufficio amministrativo di Visbilia srl era molto oberato di lavoro e confusionario. Ne deriva che determinati accadimenti economici restavano in sospeso".

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Le intercettazioni - scrive la Finanza e lo riporta Il Fatto - dimostrano come "gli interlocutori" fossero "pienamente consapevoli della situazione di crisi". La Gdf dunque conferma telefonate e partecipazione dell'onorevole. Conferma che arriva anche da Stefania Falletta, controller del gruppo, la quale ai pm spiega che "era usuale, all’interno del Gruppo Visibilia tenere riunioni serali al fine di affrontare anche tali argomenti". Quali? "La sistemazione di alcune poste" di bilancio. E ancora a verbale la professionista: "A tali riunioni - riporta Il Fatto - partecipava il board pro tempore, i commercialisti, la dottoressa Garnero Santanchè, Kunz e Antonino Schemoz". Dunque tutti sapevano. Il ministro come il compagno Kunz, il quale, secondo la Procura, aveva ben presente il rischio di un dissesto imminente.