Castel d’Azzano, il procuratore di Verona: “Non si può morire così. Una strage che segna la nostra comunità”
Il procuratore Tito a Castel d’Azzano: “Tragedia premeditata, le bombole innescate da una molotov. Vedere i carabinieri sotto le macerie mi ha spezzato”
Parole di forte commozione e indignazione quelle del procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, giunto sul luogo della devastante esplosione di Castel d’Azzano, in cui hanno perso la vita tre carabinieri e sono rimaste ferite oltre quindici persone.
“Le bombole di gas sarebbero state innescate da una molotov. Si tratta senza dubbio di un qualcosa di premeditato”, ha dichiarato Tito ai giornalisti presenti sul posto.
Visibilmente provato, il magistrato ha raccontato di essere rimasto profondamente colpito dalla scena dei soccorsi:
“Una cosa che mi ha colpito moltissimo è stata vedere i carabinieri portati fuori sotto le macerie. Mi vengono le lacrime agli occhi. Questa è una tragedia che non ha uguali, una guerra di mafia. Morire così…”.
Secondo le prime indagini, l’esplosione sarebbe stata causata volontariamente all’interno del casolare di Maria Luisa Ramponi, la donna sospettata di aver lanciato una molotov dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. L’impatto ha distrutto la struttura e causato un incendio di vaste proporzioni.
Il procuratore ha parlato di una “tragedia premeditata e senza senso”, annunciando che la Procura di Verona aprirà un fascicolo per omicidio plurimo aggravato e strage.