Conclave: Parolin malato, la fake news agita i cardinali. La tecnica diffamatoria dei Corvi colpisce ancora

Come per Bergoglio e Luciani, ad ogni elezione “sacra”, partono le campagne “contro”. Obiettivo: insinuare il dubbio

di Antonino D'Anna
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Conclave: Parolin malato, la fake news agita i cardinali. La tecnica diffamatoria dei Corvi colpisce ancora

Come si fa ad azzoppare un papabile che, vero o verosimile che sia, è sempre più proiettato verso l’elezione e, soprattutto, potrebbe avere grosse possibilità di elezione? Col metodo più vecchio del mondo: le fake news. E che cosa c’è di più verosimile di un problema di salute? Ecco a voi il problema di cuore del cardinale Pietro Parolin, anzi no, uno sbalzo di pressione, anzi no ancora sono arrivati i paramedici in Vaticano durante le Congregazioni generali perché s’è sentito male. 

La Sala Stampa Vaticana: "Parolin è sano come un pesce"

Anzi no no no no, Parolin manca poco stesse per morire l’ha detto mio cugino. Il livello è quello, ma è l’applicazione concreta di una ridda di notizie che il portavoce della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni si è immediatamente affrettato a smentire: il cardinale Parolin, in pole position tra i papabili, non ha avuto alcun tipo di problemi di salute ed è sano come un pesce. Tanto che, aggiungiamo noi, oggi era alla Congregazione generale dei cardinali (mancano ancora 4 elettori) in attesa dell’inizio del Conclave il 7 maggio alle 16.30 presso la Cappella Sistina.

Ora è Conclave. Quando si alzano i corvi

Verrebbe da dire che adesso il Conclave sia entrato nel vivo: ci mancava il candidato che sta male o ha qualche problema morale, con i soldi, con le donne, con il sesso, con qualsiasi cosa pur di distruggerlo. È quasi fisiologico che accada e ovviamente sono voci messe in giro ad arte perché gli altri, gli elettori confratelli del porporato sul quale si sussurra qualsiasi cosa, prendano le distanze o vangano rosi dal dubbio pur di non votare, desistere, passare ad altro. E non è la prima volta che succede, ovviamente.

Il polmone di Francesco (e il suo cervello)

Nel 2013 Jorge Mario Bergoglio venne preso a sportellate sul traguardo con la storia del polmone: gliene manca uno, no anzi ha avuto un tumore, anzi no il tumore ce l’ha ora e respira a fatica, sta con l’ossigeno; e via inventando. In realtà da ragazzo il Papa argentino aveva avuto un’infezione e gli avevano asportato un pezzetto di polmone, ma proprio poca cosa, tanto che è arrivato alla gagliarda età di quasi 88 anni prima di rendere l’anima al Creatore. E badate bene: le fake news si possono usare anche contro un Papa in carica o, per dirla con i vaticanisti più eruditi e rétro, felicemente regnante. Vi ricordate quando venne fuori che Francesco aveva un tumore alla testa? Era l’ottobre del 2015 e il Quotidiano Nazionale scrisse che qualche mese prima il Papa avrebbe incontrato in una clinica di San Rossore di Barbaricina, nelle vicinanze di Pisa, il professore Takanori Fukushima, un esperto in tumori al cervello e aneurismi originario del Giappone. Dopo la visita, Fukushima avrebbe detto al Papa che la malattia era curabile e senza la necessità di intervenire chirurgicamente. Notizia, scrisse il QN, che sarebbe arrivata direttamente dal personale medico.

L'ennesima smentita ufficiale

Affari loro sull’origine della notizia: ma l’allora portavoce vaticano Padre Federico Lombardi s’affrettò a smentire tutto, etichettando la storia come una vera e propria bufala. Ora, lasciamo stare l’origine della notizia: ma certo in Vaticano sapere che un Papa ha una “macchia nel cervello” (questo sarebbe stato il cosiddetto tumore) diventa un Papa malato, dunque da sostituire. Di più: un Papa malato al cervello è un Papa che potrebbe decidere male, le cui decisioni non hanno in fondo tutto il peso che potrebbero avere se prese da un Pontefice in piena salute, e via (s)ragionando. Non importa che la notizia sia venuta da fuori: in Vaticano ci scialarono sopra non pochi corvi come se fosse rosolio, fecero festa e fecero loro la cosa. Non era vero, certo: ma serviva, se usata dalle persone giuste, per demolire il Papato. O quantomeno indebolirlo: non accadde.

La morte di Albino Luciani

E naturalmente non mancano i dossier con questo o quel documento, questa o quella notizia riservata che improvvisamente riemerge da chissà dove. Tenete presente che azzoppare un futuro Papa, impedirne l’elezione deviando il flusso dei voti, è anche un momento di estrema importanza geostrategica: un Papa più conservatore sarà più gradito a questa Potenza anziché un’altra, sennò Emanuel Macron non si sarebbe affrettato a incontrare i cardinali francesi all’Ambasciata di Francia in Italia e non avrebbe cenato insieme ad Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio che in Conclave esprime Matteo Maria Zuppi come papabile di idee e orientamente sinistrorso. È un fatto: poi pazienza se qualcuno si dispiace, ma il gioco è questo e la Chiesa è una Potenza essa stessa, dotata di una diplomazia formidabile e un peso specifico mondiale enorme, seppure un po’ appannato dagli anni bergogliani. Ma è così.

"La speranza di non eleggere mai un cardinale malato"

E allora avanti verso l’elezione. Sperando di non eleggere, semmai, uno che di salute è messo male davvero: raccontò proprio ad Affaritaliani il grande Giuseppe De Carli, immenso Capostruttura di Rai Vaticano e vaticanista di qualità insuperata, come Giovanni Paolo I, Albino Luciani, non fosse fisicamente a posto: cuore malandato e piedi gonfi. La sera del 28 settembre 1978 disse ai suoi segretari di aver avuto delle fitte durante il giorno, recitò la preghiera della buona morte: all’alba del 29 venne trovato defunto. Nessuno, in Conclave, aveva detto alcunché sulla sua salute. Fate voi.

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