Conclave, tensioni e rodaggio del voto. Così il primo scrutinio si è dilungato fino alla fumata nera
Due sono gli elementi: il tempo troppo lungo, da una parte; e la fumata nera dall’altra
Così il primo scrutinio si è dilungato fino alla fumata nera
La fumata nera è giunta alle 21.01: è stata un’attesa estenuante e gravida di ipotesi nel corso della quale si è parlato di tutto: dalla eventuale contestazione della votazione alla scelta di soprassedere, non tenere lo scrutinio ma parlare ancora dei problemi della Chiesa. Si è parlato di un intervento forse un po’ lungo nella catechesi del cardinale Raniero Cantalamessa, un fervorino troppo lungo; a dirla tutta non era stato nemmeno peregrino ipotizzare l’elezione avvenuta di un nuovo Pontefice.
E invece. E invece il comignolo della Sistina ha vomitato copiosamente fumo nero: non c’è ancora il Papa, non c’è evidentemente accordo sul candidato. Non è difficile ipotizzare che questa prima votazione sia servita a contarsi. Capire l’umore della situazione, valutare se i papabili siano davvero tali o se, piuttosto, non ci siano ancora dei nomi su cui cominciare seriamente a ragionare. Di ipotesi se ne possono fare tante, ma quest’attesa così lunga può anche essere letta in altro modo, e cioè che l’acqua che ribolliva in profondità è venuta finalmente alla superficie.
Troppo bello per essere vero un Conclave all’insegna dell’accordo e dell’elezione praticamente immediata di chicchessia, di questo o di quel candidato; i cardinali avevano protestato perché nelle Congregazioni generali non avevano avuto tutto il tempo per poter dire la loro, per potersi esprimere sul futuro della Chiesa, sulla figura del nuovo Papa, del successore di Papa Francesco.
Può darsi che qualcuno abbia detto qualcosa, può darsi che nella Babele delle lingue (non tutti i cardinali parlano l’italiano, e questo è un handicap enorme specie per eventuali papabili che arrivano dalle periferie del mondo) ci sia stato forte ritardo. Può darsi che le operazioni di voto si siano protratte perché bisognose di rodaggio, perché no; ma il fatto è che per adesso non avremo spiegazioni, almeno per il momento.
Due sono gli elementi: il tempo troppo lungo, da una parte; e la fumata nera dall’altra. Probabilmente domani, magari durante il pranzo, i conteggi e le mediazioni entreranno nel vivo, il che significa che ci vorranno almeno un altro paio di giorni e il Papa potrebbe arrivare dal 9 maggio in poi: a meno che la notte non porti consiglio. Certo è che se cominciamo in questo modo, sarà davvero necessaria una mediazione molto forte. Ed una figura di mediazione con un programma ben chiaro capace di arrivare a quegli 89 voti necessari per accedere al Soglio di Pietro.