Convivenza more uxorio: non è prova della liberalità dei pagamenti

Se uno dei conviventi more uxorio versa una quota maggiore per le spese della casa non è automatico che lo faccia per spirito di liberalità

(da Pixabay)
Cronache
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La corte di Cassazione con la sentenza 20062/2021 ha stabilito che se una casa viene acquistata more uxorio occorrerà valutare il maggiore esborso sostenuto dai due coniugi in quanto la convivenza non è sufficiente a dimostrare la spirito di liberalità. L'animus donandi secondo i giudici va provato in maniera chiara ed evidente in quanto l'obbligazione solidale, se non diversamente statuito, si divide in parti uguali tra i condebitori, per cui chi paga l'intero ha diritto di ripetere dall'altro la metà di quanto corrisposto al creditore comune. "La sentenza della Suprema Corte apre uno scenario importante nell'ambito della convivenza more uxorio e nella ripetizione delle spese", ha annunciato il presidente del Codacons Marco Maria Donzelli, "la liberalità dovrebbe rilevare dalla forma scritta".