Corruzione in Sicilia, il gip dispone i domiciliari per l'ex Presidente della Regione Cuffaro: respinta la richiesta di arresto per Romano
Il gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per l'ex presidente della Regione siciliana indagato, insieme ad altre 17 persone, per associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione
Corruzione in Sicilia, scattano i domicialiari per Cuffaro: respinto la richiesta di arresto di Romano
Il gip di Palermo ha disposto gli arresti domiciliari per l'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro indagato a vario titolo, insieme ad altre 17 persone, per associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione.
La misura cautelare era stata chiesta dalla Procura agli inizi di novembre. Il gip, che, come prescrive la legge, ha interrogato gli indagati prima di decidere, ha invece respinto la richiesta di arresto di Saverio Romano, deputato e coordinatore di Noi Moderati, anche lui coinvolto nell'inchiesta.
Il gip Carmen Salustro non ha disposto l'obbligo del braccialetto elettronico nei confronti di Cuffaro, perchè "non emergono particolari esigenze tali da imporre il costante monitoraggio," ma ha disposto "il totale divieto di comunicazione, così da escludere qualsiasi possibilità di mantenere contatti con altri coindagati o con terzi appartamenti alla pubblica amministrazione o all'imprenditoria".
Corruzione in Sicilia, le altre misure cautelari
Oltre che per Cuffaro i domiciliari sono stati disposti per Roberto Colletti, ex manager dell'azienda ospedaliera Villa Sofia e Antonio Iacono. Per l'ex braccio destro di Cuffaro Vito Raso, il gip ha invece deciso l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre per Mauro Marchese e Marco Dammone l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e la misura cautelare interdittiva del divieto, per un anno, di esercitare attività imprenditoriali e uffici direttivi di persone giuridiche.
Per Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Caltagirone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Sergio Mazzola, Carmelo Pace, capogruppo all'Assemblea regionale Siciliana della Democrazia Cristiana, Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino e Alessandro Vetro il gip ha respinto la richiesta di domiciliari e non ha applicato alcun provvedimento cautelare.
Corruzione in Sicilia, secondo i pm “Cuffaro decideva appalti, nomine della sanità e truccato concorsi”
Al centro dell'indagine della Procura di Palermo che ha portato all'arresto dell'ex presidente della Regione Totò Cuffaro, da oggi ai domiciliari, è finito una sorta di comitato d'affari, di cui l'ex governatore sarebbe stato dominus, che, secondo l'accusa, avrebbe deciso appalti, nomine dei vertici della sanità e truccato concorsi pubblici. Sotto la lente dei magistrati sono finite, tra l'altro, la "gara ausiliariato" bandita dall'Asp di Siracusa e il concorso pubblico a 15 posti a tempo indeterminato per operatore sociosanitario all'azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo.
Secondo la Procura, il direttore generale dell'Asp di Siracusa Alessandro Maria Caltagirone, la cui nomina sarebbe stata sponsorizzata da Cuffaro, con l'intermediazione del faccendiere Antonio Abbonato, dell'ex parlamentare calabrese Ferdinando Aiello e di Saverio Romano, avrebbero fatto vincere la gara alla Dussmann Service S.r.l., ottenendo, in cambio, il miglioramento delle condizioni contrattuali di due dipendenti segnalati da Cuffaro, la promessa di subappalti concessi dalla Dussmann a ditte "amiche" e un incremento del valore delle prestazioni e del volume dei lavori per cui la stessa azienda si sarebbe rivolta alla Euroservice S.r.l. di Sergio Mazzola.
Per la Dussman avrebbero "trattato" con gli indagati Mauro Marchese e Marco Dammone, rappresentante legale e funzionario commerciale della srl. Mazzola era stato presentato loro come un amico personale da Saverio Romano. Per i pm sarebbe stato possibile pilotare la gara grazie alla complicità dei componenti della commissione aggiudicatrice e a Giuseppe Di Mauro, pubblico ufficiale, responsabile unico del procedimento.
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