Davigo, interrogatorio show: fiume in piena su Ermini. E sul Quirinale...

“Fu il vicepresidente del Csm Ermini a chiedermi i verbali. Mi fidai, anche se proveniva da Lotti e Palamara”

Cronache
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Loggia Ungheria, l'interrogatorio show di Davigo

«Ho riflettuto a lungo se potevo fidarmi di lui, perché la sua provenienza politica era la stessa di Lotti. Però avevo un buon rapporto. Un giorno mi abbracciò perché in tv avevo detto, come per il presidente Usa, che lui era anche il mio vicepresidente, anche se la sua elezione promanava da Magistratura Indipendente e Unicost, la sentina di Palamara. Riteneva che in qualche modo lo avessi legittimato. E poi aveva preso le distanze da quel gruppo di potere, perché in un’intercettazione Lotti diceva “Ermini è morto”, facendogli fare un figurone».

Piercamillo Davigo parla così di David Ermini nell'interrogatorio show reso al tribunale di Brescia il 7 febbraio e riportato da La Stampa con diversi dettagli. Prosegue nella ricostruzione il quotidiano di Torino: «Gli dissi per telefono: ti devo parlare di una cosa urgente e importante. Contrariamente a quanto dice lui, non gli consegnai in prima battuta i verbali. Gli feci una sintesi della vicenda dicendo “ci sono nomi da paura, data la delicatezza è indispensabile informare il presidente della Repubblica”. Cosa che Ermini fece immediatamente. Chiamò il presidente, lo raggiunse e tornò». I nomi Ermini, sentito dai pm come testimone, fornisce una ricostruzione diversa e dice di aver cestinato i verbali senza leggerli. «Ma non è vero – obietta Davigo - perché me li ha chiesti lui. I verbali vengono in un secondo momento. Siccome era impressionato dai nomi, continuava a chiedermi “Ma c’è anche quello?” e io non me li ricordavo perché sono tanti. A un certo punto ho detto “Senti David, se vuoi te li do questi file stampati così non mi chiedi più i nomi”».

Come già riportato ieri da La Verità, viene implicitamente citato anche Sergio Mattarella. «Non voglio dire cosa mi disse Ermini di ritorno dal Quirinale perché non è opportuno coinvolgere la presidenza della Repubblica in questa vicenda già brutta di suo. Ma se mi viene fatta la domanda diretta, rispondo che Ermini mi disse che il presidente gli aveva detto di ringraziarmi per le notizie fornite e che per il momento quelle notizie gli erano sufficienti, che mi avrebbe fatto sapere se fosse servito altro. Del resto mi sembra francamente inverosimile quanto dice Ermini, cioè che il presidente della Repubblica rimane lì come una statua. Se uno gli dice una cosa così, insomma...»

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