Dialogo, verità e bellezza: a Roma la Conferenza sulla responsabilità della comunicazione

Verso un umanesimo della comunicazione: pace, verità e bellezza alla luce dell’etica della parola proposta da Papa Francesco

di Redazione

Dialogo, verità e bellezza: a Roma la Conferenza sulla responsabilità della comunicazione

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Dialogo, verità e bellezza: a Roma la Conferenza sulla responsabilità della comunicazione

Presso la prestigiosa Sala Guglielmo Marconi si è svolta la Conferenza “La Parola strumento di Pace, di Verità e di Giustizia”, organizzata in occasione della presentazione del volume di Biagio Maimone, giornalista e scrittore, "La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario", pubblicato da Tracceperlameta Editore.

L’evento ha rappresentato un importante momento di approfondimento culturale e spirituale sul ruolo fondativo della parola nella costruzione della pace, della giustizia e della verità, nonché sulla responsabilità etica che accompagna la comunicazione nell’ecosistema mediatico contemporaneo.

Maimone ha illustrato le direttrici del proprio pensiero, radicate nella dottrina sociale della Chiesa e ispirate ai valori della “Chiesa del dialogo” di Papa Francesco. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di una comunicazione che si faccia ponte tra i popoli e veicolo di sviluppo umano integrale.

Attualmente Coordinatore per l’Italia della Rete Mondiale del Turismo Religioso e Direttore della Comunicazione dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo, presieduta da Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, Maimone ha ribadito la necessità di un linguaggio capace di restituire dignità, ascolto e verità in un tempo segnato da conflitti e polarizzazioni.

La conferenza, introdotta dal conduttore televisivo Paky Arcella, ha visto susseguirsi contributi di alto profilo, offrendo una composita riflessione interdisciplinare sul ruolo della comunicazione.

Gianni Todini, Direttore dell’Agenzia Askanews, ha evidenziato la centralità della comunicazione giornalistica nell’epoca della trasformazione digitale, sottolineando l’importanza di un’informazione capace di integrare professionalità, rapidità e verificabilità.

Claudio Brachino, intervenuto in collegamento, ha richiamato la categoria filosofica della bellezza come cardine dell’agire comunicativo, facendo riferimento alla concezione estetica kantiana e al suo valore civile e morale.

Enea Trevisan, fondatore di Ealixir Inc. ed esperto di reputazione digitale, ha offerto una riflessione sul ruolo della comunicazione nella costruzione e valutazione dell’identità pubblica, evidenziando come le narrazioni mediatiche influenzino la percezione delle persone e la qualità del dibattito democratico.

Héctor Villanueva, CEO dell’Expo dei Popoli, delle Culture e della Solidarietà, ha affrontato i temi della cooperazione internazionale, mettendo in luce il potere comunicativo dei processi di solidarietà come vettori di coesione tra popoli e culture.

Maria Maimone, filosofa della comunicazione, ha illustrato il ruolo educativo della parola, intesa come strumento formativo capace di orientare le coscienze e generare processi virtuosi di crescita personale e comunitaria.

Gaia Simonetti, giornalista e studiosa di comunicazione sportiva, ha esplorato il nesso tra linguaggio sportivo e cultura della gentilezza, sottolineando come la narrazione sportiva possa diventare un laboratorio etico di rispetto, inclusione e responsabilità.

Valentina Faloni, docente e ricercatrice in Comunicazione e Ricerca Sociale, ha approfondito il tema dell’arte del comunicare, interpretata come sintesi di rigore, sensibilità e consapevolezza relazionale.

Un momento di altissima intensità estetica e simbolica è stato offerto da Joseph Lu, definito a livello internazionale “il pianista dei sogni”, appellativo che dà il titolo anche al suo volume Il pianista dei sogni.

La proiezione del video del suo brano “Kiev” ha rappresentato una vera epifania artistica nel contesto della Conferenza. La sua musica – concepita come linguaggio universale e strumento di comunicazione interiore – si è configurata come dispositivo capace di oltrepassare i confini verbali, generare risonanza emotiva e favorire un’esperienza condivisa di pace.

Kiev, autentica invocazione alla fraternità tra i popoli, ha rivelato la musica come atto comunicativo relazionale, capace di veicolare contenuti etici e spirituali laddove le parole spesso non riescono ad arrivare. L’intervento di Lu ha quindi radicato il messaggio della Conferenza in una dimensione estetica di profonda universalità.

Il dibattito si è nutrito dell’ispirazione proveniente dalla Benedizione Apostolica di Papa Francesco, che accompagna l’opera di Maimone e ne costituisce la matrice spirituale.

Nel suo messaggio, il Pontefice afferma: “La società, così come la Chiesa, si avvalgano di una comunicazione le cui basi siano l’umiltà nell’ascoltare e la parresia nel parlare, che non separi mai la verità dalla carità.”

Questa indicazione ha guidato i lavori della Conferenza verso la riscoperta della parola come atto relazionale, sorgente di comunione e strumento di liberazione, capace di restituire alla comunicazione la sua originaria dimensione morale ed educativa.

La Conferenza ha evidenziato la necessità di riumanizzare il linguaggio, sottraendolo alla retorica dell’ostilità e della manipolazione, per restituirgli la sua funzione di edificazione spirituale e civile. Maimone ha denunciato i rischi derivanti dalla degenerazione verbale contemporanea – segnata da superficialità, aggressività e falsificazione – e ha invocato un impegno collettivo verso una “comunicazione redentrice”, capace di generare vita, unione e speranza.

Il volume di Maimone ha riscosso un forte interesse accademico ed ecclesiale, poiché propone una visione della comunicazione come strumento di emancipazione morale e sociale, fondato su verità, solidarietà e bellezza.

Elemento cardine del suo pensiero è la comunicazione solidale, intesa come via privilegiata per lo sviluppo socio-umanitario.

Come scrive l’autore: “La parola è vita, perché deve generare vita nelle sue espressioni più nobili e spirituali. Umanizzare il linguaggio significa arricchire l’animo umano e contrastare ogni uso nocivo della parola.”

La Conferenza si è conclusa con un invito a credere nel potere rigeneratore della comunicazione autentica: una comunicazione che unisce, costruisce ponti e apre la strada a un nuovo umanesimo della parola, fondato sull’amore, sulla verità e sulla speranza.

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