È morto l'uomo contagiato dalla Candida Auris, il fungo killer

L'ospedale dove era ricoverato ha già attivato tutte le procedure per evitare ulteriori infezioni

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Cronache
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L'uomo contagiato da Candida Auris, il fungo killer, è morto

È morto il 70enne ricoverato all'ospedale dell'Angelo di Mestre contagiato dalla Candida Auris, il "fungo killer" altamente infettivo e incurabile dai normali antibiotici. L'uomo l'ha contratto in Kenya, dove si trovava per lavoro, ma già soffriva di altre patologie. Durante la permanenza, ha sofferto di calcoli renali e si è quindi rivolto a una clinica del luogo: proprio qui sarebbe entrato in contatto con il fungo. Data la crescente gravità delle sue condizioni, ha ottenuto il trasferimento a Mestre ma questo non è bastato.

Al suo arrivo a Mestre, in condizioni definite "gravissime", i medici hanno eseguito dei test scoprendo l'infezione. Il decesso, avvenuto tre giorni fa, sarebbe correlato all'insieme di patologie, tra cui la Candida Auris. L'ospedale ha già preso ogni precauzione per evitare l'ulteriore diffusione del fungo. Al momento, sottolinea il quotidiano, non risultano altri contagi. Non solo: essendo ormai passate due settimane dall'arrivo del 70enne a Mestre, si ritiene che la situazione sia sotto controllo. La profilassi è tuttavia ancora in corso.
 
Come spiega il ministero della Salute, la Candida Auris è un fungo isolato per la prima volta in Giappone, nel 2009, da un campione proveniente dall'orecchio di una donna. I primi focolai europei si sono verificati in Francia, nella primavera del 2015. Da allora, i casi sono in aumento: nel nostro continente sono state segnalate 620 infezioni fino al 2017 e altre 349 fino a maggio 2019. Migliaia di contagi - almeno 3700 - sono invece stati scoperti negli Stati Uniti durante il 2021.
 
Il primo caso in Italia è stato identificato nel 2019, a seguito di un focolaio in alcune regioni del Nord. Sarebbero circa 300 quelli individuati finora nel nostro Paese. La Candida Auris è un patogeno particolarmente infettivo, dalle caratteristiche ancora non del tutto chiare. Il 90% degli isolati è resistente ad almeno una delle tre classi di antifungini disponibili e ai comuni disinfettanti. Persistente nell'ambiente e difficile da eradicare, i pazienti ne rimangono a lungo colonizzati.

Ci si infetta attraverso il contatto con superfici e dispositivi medici contaminati o con la trasmissione da persona a persona. Come specifica la Fondazione Umberto Veronesi, l'infezione si manifesta con febbre, stanchezza e dolori muscolari. Proprio la vaghezza dei sintomi rende difficile stimare quante persone abbiano realmente contratto il fungo. La sua letalità è elevata (varia dal 30% al 70%) e risulta fatale nei pazienti con un quadro clinico già compromesso.