Ex Ilva, la protesta degenera tra fumogeni e scontri davanti alla Prefettura. La sindaca Salis: "Che futuro ci aspetta?"

Genova in piazza per l’ex Ilva: sciopero generale, corteo e tensioni davanti alla Prefettura. Operai e sindacati contro il governo per il futuro industriale

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Una giornata di alta tensione e di mobilitazione senza precedenti a Genova, dove migliaia di lavoratori sono scesi in piazza per difendere il futuro industriale della città e chiedere certezze sulla sorte dell’ex Ilva. Il corteo, organizzato nell’ambito dello sciopero generale dei metalmeccanici, è partito dai Giardini Melis a Cornigliano, cuore storico dell’industria ligure.

In testa allo striscione con la scritta “Genova lotta per l’industria”, simbolo di una protesta che va ben oltre l’ex Ilva e coinvolge l’intero tessuto produttivo del territorio. Secondo i sindacati, in piazza c’erano circa 5.000 lavoratori, provenienti dalle principali aziende genovesi: Ansaldo Energia, Fincantieri, Piaggio Aerospace e molte altre realtà industriali in solidarietà.

La tensione davanti alla Prefettura

Il momento più delicato si è verificato quando il corteo ha raggiunto la Prefettura. In quella zona si sono registrati lanci di fumogeni, petardi, bottiglie e uova contro le forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa davanti all’edificio. In alcuni momenti, alcuni caschi sono stati scagliati oltre le barriere di sicurezza. Scene che restituiscono l’immagine di una protesta esplosiva, carica di frustrazione e rabbia.

Le parole dei sindacati

A spiegare le ragioni dello sciopero è il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma:

“Stiamo scioperando per la dignità del lavoro. Il governo ha cambiato completamente il piano industriale: dovevano esserci tre DRI e quattro forni elettrici, di cui uno a Genova. Ora si rischia di fermare tutto”.

Il timore principale riguarda una possibile chiusura degli impianti e l’incertezza sulla decarbonizzazione promessa, che doveva garantire tutela ambientale e occupazionale allo stesso tempo.

La sindaca in piazza

Presente al corteo anche la sindaca di Genova, Silvia Salis, che ha espresso pubblicamente la sua solidarietà ai lavoratori:

“Ci aspettiamo risposte concrete. Vogliamo sapere cosa farete se la gara per la gestione dell’impianto andrà deserta. Qual è il piano del governo?”

Un appello chiaro, diretto all’esecutivo, che riflette la paura di un possibile smantellamento industriale senza alternative.

Una ferita che riguarda tutta l’Italia

La protesta di Genova non è solo una vicenda locale: è il simbolo di una tensione nazionale tra politiche industriali, transizione ecologica e tutela dell’occupazione. L’ex Ilva rappresenta uno snodo cruciale non solo per la Liguria, ma per tutto il sistema industriale italiano.

Oggi Genova non ha manifestato solo per un’acciaieria, ma per il diritto a un futuro produttivo.
E lo ha fatto con una voce che è arrivata fino al cuore delle istituzioni.

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