Ex Ilva, Genova si ferma: operai bloccano l’A10 e sfilano sul Ponte San Giorgio

Protesta dei lavoratori ex Ilva a Genova: corteo, autostrada A10 bloccata e presidio sul Ponte San Giorgio con Ansaldo e Fincantieri

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Nuova giornata di tensione a Genova per i lavoratori dell’ex Ilva, scesi in piazza per protestare contro l’incertezza sul futuro dello stabilimento e la mancanza di risposte concrete sul piano industriale e sulle garanzie occupazionali. Dopo un’assemblea molto partecipata all’interno dello stabilimento, i dipendenti hanno dato vita a un corteo che ha coinvolto anche lavoratori di Ansaldo Energia e Fincantieri, in segno di solidarietà tra comparti industriali strategici per la città.

La mobilitazione ha avuto momenti di forte impatto: il corteo ha infatti bloccato temporaneamente l’autostrada A10 e attraversato il Ponte San Giorgio, uno dei simboli della rinascita di Genova dopo il crollo del Morandi. Un gesto carico di significato, scelto per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su una crisi che da mesi preoccupa centinaia di famiglie.

I lavoratori denunciano una situazione diventata ormai insostenibile: mancano certezze sul futuro degli impianti, sulle prospettive di investimento e sulla tenuta dei posti di lavoro. Al centro della protesta anche le condizioni operative e il rischio di un ridimensionamento produttivo che potrebbe avere ripercussioni pesanti sull’intero indotto locale.

«Non possiamo continuare a vivere nell’attesa e nell’incertezza», spiegano alcuni manifestanti. «Chiediamo un piano industriale serio, impegni scritti e una strategia chiara per il rilancio del sito di Genova». Le sigle sindacali parlano di un clima sempre più teso e avvertono che, in assenza di risposte, le mobilitazioni potrebbero intensificarsi nei prossimi giorni.

La protesta si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà del settore siderurgico nazionale, segnato da crisi strutturali, transizioni ambientali e mancanza di una visione industriale condivisa. Genova teme di pagare un prezzo altissimo in termini occupazionali se la situazione dovesse continuare a restare bloccata.

Intanto la città osserva con preoccupazione e solidarietà una vertenza che non riguarda solo l’ex Ilva, ma il futuro industriale dell’intero territorio. I lavoratori chiedono di essere ascoltati: ora la palla passa a governo e azienda, chiamati a fornire risposte concrete prima che la protesta si trasformi in una crisi sociale ancora più profonda.

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