Ex-Ilva, scatta l’occupazione della fabbrica: sciopero, presìdi e blocchi stradali a Taranto
Esplode la protesta all’ex-Ilva: fabbrica occupata, sciopero di 24 ore, presìdi e blocchi stradali dopo la rottura con il governo
Sale la tensione allo stabilimento ex-Ilva di Taranto, dove alle 9 di giovedì mattina è scattata l’occupazione della fabbrica. La mobilitazione è partita subito dopo le assemblee dei lavoratori, che si erano radunati ai cancelli già dall’alba. Dopo la rottura delle trattative con il governo, i dipendenti del siderurgico e i lavoratori dell’indotto hanno deciso di avviare una protesta ad oltranza, dando il via a uno sciopero di 24 ore, presìdi permanenti e blocchi stradali nelle aree circostanti lo stabilimento.
La manifestazione arriva in un momento particolarmente delicato per il futuro dell’acciaieria, segnata da incertezze produttive, nodi occupazionali e tensioni sul piano industriale. I sindacati denunciano la mancanza di risposte concrete da parte dell’esecutivo e accusano il governo di aver “abbandonato” i lavoratori in un limbo che rischia di esplodere in una crisi sociale ed economica senza precedenti per il territorio.
«Siamo stanchi di promesse mancate e silenzi istituzionali», spiegano i rappresentanti dei lavoratori, che chiedono un piano immediato per il rilancio dell’impianto, la tutela dei posti di lavoro e garanzie sugli interventi ambientali. Le assemblee di questa mattina si sono trasformate rapidamente in una decisione collettiva: occupazione dei reparti e protesta continua fino a quando non arriverà una convocazione ufficiale dal governo.
Intanto, i blocchi stradali hanno rallentato la circolazione nelle aree industriali di Taranto e nei principali accessi allo stabilimento. Una protesta che potrebbe estendersi ulteriormente nelle prossime ore, mentre la tensione cresce e la città attende segnali da Roma.