Famiglia nel bosco, è scontro. Nordio: "Strappare bimbi alla famiglia atto grave". L'Anm non cede: "Sentenza motivata"
Il papà dei bambini: "Voglio solo riportarli in questa casa e tornare a vivere tutti insieme"
Chieti, Anm su famiglia nel bosco: "Decisione per tutela minori, no a strumentalizzazioni"
“L’Associazione nazionale magistrati invita al rispetto del ruolo della giurisdizione in una vicenda che coinvolge valori tra i più delicati: il diritto della famiglia a determinare le proprie scelte di vita e, al tempo stesso, il dovere di tutela dei minori previsto dalla nostra Costituzione. Il provvedimento di sospensione della potestà genitoriale del Tribunale per i minorenni di L’Aquila si fonda su valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto nel rispetto delle norme vigenti e con finalità esclusivamente protettive”. Lo afferma la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati in una nota sul caso della famiglia che viveva nel bosco.
“Le strumentalizzazioni di certa politica su ciò che sta succedendo appaiono a nostro avviso in netto contrasto col rispetto dei diritti dei minori, dei più deboli, e della dignità di tutte le persone coinvolte. Occorre invece avere fiducia nelle decisioni assunte dai tribunali ed evitare semplificazioni e contrapposizioni, nel rispetto dei diritti dei minori e della dignità di tutte le persone coinvolte”, conclude la nota.
Chieti, Nordio: "Strappare bimbi alla famiglia un atto doloroso, faremo approfondimenti"
"E' prematura qualsiasi considerazione procedurale, certo faremo accertamenti profondi". Lo afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un'intervista con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci al Forum annuale della Fondazione Iniziativa Europa, riguardo al caso della famiglia che viveva nel bosco.
Chieti, papà famiglia del bosco: "Non sono matto scelgo la natura, ora li riporterò a casa"
"Non sono matto, parlo cinque lingue e ho vissuto in sei Paesi. In Europa e in Asia. Ho studiato e compreso qual è il modo migliore per essere felici. Ho deciso, insieme a mia moglie, di vivere dentro la natura, nessuno ce lo potrà impedire".
Lo dice, in una intervista a La Repubblica, Nathan Trevallion, il papà dei bambini allontanati dalla famiglia che vive nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti. Spiega che la moglie Catherine l'ha conosciuta a Bali, in Indonesia: "Cercavamo una nuova vita. Lei è di famiglia benestante, una cattolica fervente. È una maestra di equitazione e ha scritto un libro di coaching con la prefazione della regina di Danimarca. Catherine, di lingue, ne parla sei. Crediamo, io e Catherine, in una vita senza contaminazioni, concrete e spirituali. Un'amica di mia moglie le aveva parlato dell'Abruzzo come di una terra speciale, e ancora pura".
Quindi prima la coppia ha trovato casa in provincia di Teramo, a Sant'Omero, poi quattro anni fa la decisione di trasferirsi nella casetta di Palmoli a fondobosco. Riguardo ai figli e l'isolamento psico-affettivo, Nathan spiega che "i nostri bambini frequentano i coetanei delle famiglie che la pensano come noi. Qui intorno ci sono quindici nuclei neorurali. Ci hanno sostenuto e ci sostengono, come tutto il paese e potrei dire l'Italia intera, una nazione dove vivo benissimo. Sono felici, profumati, beneducati e ben nutriti. Perché spezzare questo legame?".
Il Tribunale dei minorenni dell'Aquila parla del rischio di sottrazione dei bambini: "Io voglio solo riportarli in questa casa e tornare a vivere tutti insieme - replica Nathan - A breve sistemeremo la questione del bagno (che aveva tolto creando una buca naturale all'esterno, ndr) riportandolo in casa. Sposteremo la cucina, realizzeremo due camere da letto. È già venuto un ingegnere. Quattro, cinque giorni e tutto tornerà felice come prima".
Quanto alla richiesta dei giudici che chiedono i figli a scuola, Nathan sottolinea: "Abbiamo il diritto di vivere come vogliamo, come i nostri nonni. Conosco i miei diritti" e "non vogliamo plastiche nelle nostre vite, credo sia un punto di vista rispettabile".
Precisa poi che senza i figli "è tutto così triste". E se i giudici, di fronte ai dinieghi, non le consentiranno di riunirvi? "Catherine prenderà i tre bambini, i loro passaporti e li porterà con sé in Australia. Io continuerò con gli animali nel nostro bosco italiano", risponde. Ma i tre bambini, quando avranno 18 anni, potranno scegliere la vita che vorranno? "Certo, nasciamo e cresciamo liberi. Se vorranno vivere nello smog di New York, liberi di farlo. Noi, oggi, diamo a loro quello di cui hanno bisogno, di fronte a una società avvelenata".