Giustizia, i magistrati in pensione contro Nordio: "No alle carriere separate"

Greco, Davigo, Colombo e tanti altri recapitano una lettera contro la riforma

Di Redazione Cronache
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Le toghe in pensione contro Nordio: "No alle carriere separate"

Francesco Greco, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo. E altri 300. Un esercito di toghe in pensione protesta contro il ministro della Giustizia e la riforma della magistratura. Come riporta il Corriere della Sera, i magistrati hanno inviato una lettera al Guardasigilli, di cui il quotidiano milanese riporta ampi stralci: "Siamo magistrati in pensione civilisti e penalisti, giudici e pubblici ministeri, che sentono il bisogno di intervenire contro l’annunciata riforma della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri".

Come spiega il Corriere della Sera, "i promotori (tra i quali il giudice Luigi Caiazzo e il pm Gianluigi Fontana)" raccolgono tante adesioni tra cui  il civilista presidente aggiunto di Cassazione ed ex commissario Consob, Renato Rordorf, due capi del Dipartimento delle carceri, Giovanni Tamburino e Dino Petralia; i magistrati che scoprirono la loggia P2, Gherardo Colombo e Giuliano Turone. E ancora il procuratore genovese del ponte Morandi, Francesco Cozzi, il pm antimafia milanese Alberto Nobili, o i presidente della Corti d’Appello di Milano e Napoli, Vincenzo Salafia e Giuseppe De Carolis.

Come scrive il Corriere della Sera, i firmatari sostengono che "l’annunciata riforma, in Parlamento dal 6 settembre, «stravolgerebbe l’attuale architettura costituzionale che prevede non solo l’appartenenza di giudici e pm ad un unico ordine giudiziario, indipendente da ogni altro potere, ma anche un unico Csm». Poi la principale critica, pungente: "Oggi il pm, proprio perché organo di giustizia, è obbligato a cercare anche le prove favorevoli all’indagato e non di rado chiede l’assoluzione: avverrebbe lo stesso con un pm formato nella logica dell’accusa e del tutto separato dalla cultura del giudice? Ci sorprende che i fautori delle carriere separate non vedano i pericoli".

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