Grafica Veneta: "Basta pachistani, ora assumiamo gente di qui"

Grafica Veneta: "Puntiamo sui lavoratori che vivono in Veneto"

Cronache
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"Ma quali sfruttatori! Noi siamo dei truffati". Così aveva già dichiarato, in un'intervista a 'Il Gazzettino', Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta, in merito all'inchiesta su caporalato e sfruttamento di lavoratori pakistani. "Grafica Veneta e' una multinazionale, con 800 dipendenti distribuiti fra Trebaseleghe e Chicago - spiega - in fondo allo stabilimento padovano, che e' lungo un chilometro, lavoravano mediamente 8 pachistani, che cambiavano ogni due o tre giorni. Non erano dipendenti nostri, ma della ditta Bm Service, fornitrice nostra cosi' come di Mondadori e altri, secondo uno schema di terziarizzazione totale: noi commissionavamo le scatole, loro organizzavano l'attivita'; loro fatturavano, noi pagavamo".

Grafica Veneta: "Puntiamo sui lavoratori che vivono in Veneto"

Ora Franceschi torna sul tema con un'altra intervista, stavolta a La Stampa, cui spiega perché ha detto di volere d'ora in poi solo lavoratori "autoctoni": "Ci sono stranieri che, negli anni scorsi, hanno affittato case, ma ora non pagano le spese condominiali ed è impossibile mandarli via. Il nostro territorio è un po’ traumatizzato da questa presenza particolare. Non ce la sentiamo di assumere gente che non vive qui, perché la nostra è come fosse una famiglia, ci daremmo subito da fare per trovare una sistemazione e garantire per la casa. Allora puntiamo sul territorio. Ma la nostra azienda lavora in tutto il mondo, non possiamo avere solo veneti", dice a La Stampa. E i pachistani "non ne vogliamo più. In 5 anni non hanno imparato una parola di italiano. Non sono come i rumeni e i filippini, che hanno una cultura vicina alla nostra".