Guerra in Ucraina e fake news: tutte le cose che Putin non ha fatto…ma i media hanno raccontato

Putin, guerre e fake news: tra salute, presunti avvelenamenti e crimini fantasma, l’Occidente corre dietro a narrazioni distorte

di Enrico Verga
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Crimini fantasma e presunti incidenti nucleari: Putin e la narrativa gonfiata dell’Occidente

In guerra la prima vittima è la verità. La propaganda militare di norma è applicata dagli stati belligeranti sul fronte interno: i propri cittadini. La grande criticità di una guerra, specie se fatta da stati democratici, è che la popolazione può dissentire. La manipolazione dei media, perché siano allineati con le posizioni del governo, è fondamentale. Oggi, con l’evoluzione della propaganda a guerra cognitiva, questo fenomeno è quanto mai manifesto, se si impara a cogliere i dettagli. Considerando i principali eventi che hanno interessato lo scenario ucraino e lo stesso presidente Putin, vediamo di fare chiarezza, con fonti occidentali.

La salute di Putin è pessima?

Durante tutto il conflitto la salute di Putin, fisica o mentale, è stata più volte denunciata come fragile, al limite della morte in pochi mesi. Un tumore all'intestino, un tumore al pancreas, uno alla tiroide e uno al sangue. A queste patologie maligne, si aggiungono il Parkinson, la paranoia, l'ansia da Covid, la follia, la demenza senile, la pazzia, la neoplasia del midollo spinale, il diabete, l'asperger, la tosse e l'arresto cardiaco (che colpisce di tanto in tanto).

Giusto per citare alcune fonti attendibili europee, secondo Libero, era malato di cancro, e si curava con clisteri e bagni di sangue di cervo. Non è chiaro come queste due pratiche mediche possano guarire il cancro, ma a Libero erano sicuri di queste cure (e dei relativi cancri). A onore del vero il cancro alla tiroide di Putin, e le cure con sangue venne rilanciato anche dal serio The Telegraph inglese. Il tedesco DW suggerii anche che Putin fosse malato di Parkinson. In questi 3 anni di conflitto la lista di malattie di Putin include tutto lo spettro di malattie incurabili o di difficile cura.

In effetti il Giornale dichiarò nel 2022, forse sulla base di tutte le malattie di Putin (vere o presunte) che il leader russo avesse solo 3 anni di vita e stava perdendo la vista. La fonte una spia russa non ben identificata. Pur non avendo, lo scrivente, conoscenze mediche avanzate, è plausibile pensare, data l’apparente buona salute di cui gode Putin, che la maggioranza delle patologie elencate in precedenza non siano esistenti nel corpo del leader russo.

Omicidi e avvelenamenti

Essendo Putin paranoico, demente, asperger e ansioso (come spiegato poc’anzi dai media occidentali) non stupisce se prende decisioni estreme.

Avvelenare i suoi “nemici” e i suoi amici rientra quindi perfettamente in questo quadro clinico psicologico. Questo quanto meno sembrava trasparire dagli articoli dei media che parlavano delle differenti “morti” famose e tentati avvelenamenti.

Nel 16 febbraio 2024, ad un mese dalle elezioni presidenziali in Russia, il dissidente nazionalista Alexei Navalny viene trovato morto nella prigione russa. I media occidentali accusano Putin e prendono per buona la versione di un attivista russo scappato, in Francia, che ha detto al Times Navalny è stato ucciso con la tecnica del KGB del pugno al cuore.  Sulla salma ci sono lividi compatibili con convulsioni e massaggi cardiaci. La tedesca Bilt rivela che Navalny è morto quando stava per essere liberato in uno scambio di prigionieri con americani e tedeschi. Il 27 aprile dell'anno scorso il Wall Street Journal ha rivelato secondo l'intelligenza americana non fu Putin a ordinare di uccidere Navalny.

Il 28 marzo 2022 è Abramovich ad essere “avvelenato”. L’imprenditore russo, prima del conflitto russo-ucraino, era adorato nel Regno Unito: filantropo, proprietario del Chelsea Football e di alcuni miliardi ospitati nel paradiso fiscale inglese del Jersey.

Poi il governo inglese scoprì (dopo decenni che godeva dei soldi di Abramovich) che l’imprenditore russo era amico di Putin, e subito divenne nemico della democratica isola anglosassone.

Lo scoop sull’avvelenamento giunse dal prestigioso Wall Street Journal, che in precedenza aveva decantato le lodi imprenditoriali del russo. Proprio mentre stavano andando bene i negoziati tra Russi e Ucraini a Istanbul, Roman Abramovic, che partecipava ai negoziati a Istanbul, venne stato “avvelenato” con armi chimiche insieme a due negoziatori ucraini.

Desquamazione della pelle del viso e delle mani, dolore perforante agli occhi, profusa e dolorosa lacrimazione. Perse la vista per diverse ore. Kiev smentii l’avvelenamento, ma la stampa occidentale prese tutto per oro colato.

I media crearono una storia inserendo tutti i casi famosi: le foto di Yushchenko, Skripal, Vilenko e altri avvelenati illustri. Dopo qualche giorno i negoziati ad Istanbul ripresero e Abramovic si presentò al tavolo per trattare la pace, in apparente ottima forma. Ad oggi è ancora in ottima salute.

Il 1 agosto 2022 Repubblica svela un altro avvelenato: Anatoly Borisovich Chubais, l'ex fedelissimo di Putin, si teme per la sua vita. Secondo la testata italiana l’ex braccio destro di Putin, in fuga da Mosca dopo essere entrato in rotta col presidente sulla guerra, era in vacanze in un resort della Costa Smeralda quando sono comparsi improvvisi i primi sintomi. 5 giorni dopo la stessa Repubblica smentii tutto.  Chubais venne dimesso dall'ospedale di Olbia. I medici parlarono di sindrome di Guillain-Barré, grave malattia neurologica per nulla legata o cagionata da avvelenamento.

Crimini di guerra e violenza ingiustificata di Putin

Attaccare i civili e torturarli è riconosciuto come un crimine di guerra, stante i media occidentali in questo tema Putin non si è risparmiato. A questo si aggiungono inutili carneficine di soldati ucraini che, non volendosi arrendere, sono stati massacrati impunemente.

Il 16 marzo 2022 la stampa di Torino, in prima pagina, pubblica una gigantografia di cadaveri straziati in mezzo alle macerie. Tutti intendono che i cadaveri siano vittime delle bombe russe a Mariupol. Secondo il quotidiano i russi tengono in ostaggio 400 persone nell'ospedale di Mariupol. Il sito ProfessioneReporter rivela che la città fotografata non è Mariupol. È Donetsk, nel Donbass, dove un missile ucraino ha fatto strage di oltre 25 civili.

Lo storico Angelo Dorsi, che collabora sulla stampa, dice che il suo giornale ha toccato il fondo della disonestà giornalistica e interrompe la sua collaborazione con la stampa. Ma il direttore Giannini, in TV1, solo non si scusa. Dice che non gli interessa chi è stato.

Gli interessa mostrare gli orrori della guerra. E insulta, sul suo account di X gli “pseudostorici sedicenti giornalisti e miserabili lacche di Santa Madre Russia”. Cioè lo storico Dorsi.

Il 6 ottobre 2022 i servizi ucraini postano sul loro account X una foto agghiacciante: una maschera antigas e una vaschetta piena di denti sequestrati a Kharkiv.

Nel post su X si legge “Una camera di tortura a Pisky-Radkivski. 2 foto. Una maschera antigas messa sulla testa di una vittima che era coperta da uno straccio fumante e sepolta viva. E una scatola di corone dentali d'oro. Un mini-Auschwitz. Quante altre ne saranno trovate nell'Ucraina occupata?”

Si scorge subito il tentativo degli ucraini di collegare gli orrori delle SS: che cavavano i denti d'oro agli ebrei prima di sterminarli. L’account della difesa ucraina “sembra” suggerire un collegamento tra gli orrori nazisti e quello russo appena scoperto. Mattia Feltri sulla stampa racconta la storia del dentista di Auschwitz, che sopravvisse cavando i denti ai cadaveri nelle camere a gas, e “pare” voler collegare le due epoche storiche e i due eventi. Poi la Bild va a intervistare l'unico dentista di quella zona e il dentista rivela che la vaschetta era sua, piena di denti di puro metallo e di vecchie protesi di suoi pazienti. I russi probabilmente l’avevano rubata al dentista convinti che ci fosse pure qualche dente d'oro e in realtà erano tutti denti di acciaio inossidabile e non valevano niente. La nuova “Auschwitz” è fakenews di Kiev “adottata” dalla stampa dell'intero occidente senza approfondire (salvo alcune eccezioni come la Bild tedesca).

Il giorno dell'invasione il primo atto di eroismo dell’esercito ucraino diventa il titolo d’apertura di tutti i media occidentali. Il mondo intero si era commosso per i soldati ucraini che presidiavano l'isola dei Serpenti: all’arrivo della marina russa, che chiedeva di arrendersi, i soldati ucraini risposero con un fiero vaffanculo ai marinai russi. Secondo la versione dei media occidentali dell’epoca i marinai russi, offesi da questa risposta, si erano vendicati uccidendo la guarnigione ucraina con i cannoni delle navi. Così spiegavano differenti testate tra cui Repubblica. Il quotidiano italiano aggiunge che Zelensky avrebbe dato un riconoscimento postumo ai soldati caduti per il loro eroismo.

Circa un mese dopo il media americano NPR spiegava, confermato anche da altri media occidentali, che i soldati ucraini dell’isola non solo non erano stati uccisi ma, prima arrestati come prigionieri di guerra dai russi, erano stati rilasciati in uno dei tanti scambi di prigionieri russo-ucraini. Le supposte atrocità dei soldati russi anche in questo caso non si sono palesate.

Catastrofi nucleari

Tra le tante azioni sconsiderate che vengono accreditate a Putin vi sono anche quelle che interessano le centrali nucleari.

Il 4 marzo 2022 le truppe russe occupano la centrale nucleare ucraina di Zaporizia, la più grande d'Europa. Zelensky accusa Putin (le cui truppe sono nella centrale) di aver bombardato e aver innescato un incendio ai reattori della centrale.

I media occidentali si scagliano contro il leader russo. Il Corriere della Sera parla di un incendio alla centrale rievocando l’incidente di Chernobyl. Titoli simili arrivano anche da Repubblica, La Stampa, Il Giornale, il Messaggero Paura Nucleare.

Nessuna delle testate italiane ed europee, in quei giorni, si domanda per quale motivo i russi, che hanno il controllo della centrale, si stanno bombardando da soli. In seguito la IEA e il Pentagono confermeranno che non ci sono state fughe radioattive. Inoltre viene confermato che gli unici ordigni nella zona erano i missili che gli ucraini sparavano contro i russi nelle vicinanze e i bengala che i russi accendevano per illuminare il terreno dello scontro. Il leit motive degli attacchi a questa centrale si è comunque trascinato per tutto in conflitto sino ad oggi. Lo stesso Grossi direttore della IEA ha più volte ha chiesto di smettere gli attacchi, senza però entrare nel merito di chi fosse l’attaccante, forse per non irritare il governo Ucraino.

I rischi nucleari cagionati dal conflitto non si riducono alla centrale nucleare russa.

Il 31 marzo 2022 viene lanciato dai media occidentali un nuovo allarme. Questa volta è la centrale spenta di Chernobyl a guadagnare l’onore delle cronache. Dalle pagine del Corriere della Sera Massimo Sideri scrive che “ l’area di Chernobyl, secondo l’agenzia ucraina per l’energia atomica, è tornata sotto il controllo di Kiev dopo che, sempre secondo le autorità ucraine, alcuni militari russi erano stati portati in ospedali specializzati in Bielorussia dopo aver attraversato e scavato trincee nella foresta rossa, l’area più contaminata della Terra”.  Gli altri media italiani vanno in scia con temi e riflessioni dello stesso tenore. Anche in questo caso gli ispettori della IEA si precipitano anche a Chernobyl e concludono anche stavolta scorie e radioattività nella norma.

Attacchi russi nel territorio Nato

Tra le “fake news” più significative riportate dai media occidentali ci sono gli attacchi russi nei territori di uno degli stai membri NATO. La più importante è sicuramente quella del 26 settembre 2022. Quattro esplosioni sottomarine a largo di Svezia e Danimarca distruggono i gasdotti russo-tedeschi Nord Stream 1 e 2 costati 21 miliardi di dollari pagati quasi tutti dai russi tramite la Gazprom in società con due compagnie tedesche, una francese, una austriaca.

I gasdotti sono la linea di distribuzione principale dell’economico gas russo agli stati europei, prima di tutto al Germania, che con la sua industria altamente energivora, ha trovato nella Russia e il suo gas economico, un partner energetico perfetto.

Mosca chiede un'indagine ma l'ucraino Podoliak consigliere principe di Zelensky accusa Mosca dell’attacco terroristico denuncia un’aggressione contro l'Unione Europea e la NATO.

La britannica BBC (la cui fondazione riceveva circa 3 milioni di dollari da USAID, strumento di soft power strumentalizzato da Biden) fa eco alle parole dell’ucraino.

In seguito prima Hersh, giornalista di inchiesta indipendente, poi lo stesso New York Times riveleranno che è stato un attacco organizzato e effettuato da militari e terroristi (civili secondo i media più neutrali) ucraini. Lo stesso scrivente ha indicato su queste pagine i dettagli sia dell’evento e che uno degli esecutori è stato arrestato in Italia alcune settimane fa. Allo stato attuale il capo ucraino arrestato in Italia, e un suo collega arrestato in Polonia rischiano di tornar in libertà. In Italia non si parla di più estradare l’ucraino in Germania, mente in Polonia il tribunale ha vietato l’estradizione di Vladimir Zhuravlyov in Germania. Entrambi i cittadini ucraini, se estradati e processati in Germania, potrebbero rivelare verità scomode per l’Ucraina e i suoi alleati europei.

I presunti attacchi russi in territorio NATO continuano il 15 novembre 2022, quando nella serata due missili precipitano 10 km oltre il confine polacco e uccidono due civili.

La radio polacca Z parla di due missili russi: Kiev accusa Mosca, Mosca accusa Kiev, Kiev parla di lanci pianificati dalla Russia e mascherati da errori. Zelensky chiede alla Nato di riunirsi per far scattare l'articolo 5, che impone agli stati membri di intervenire in guerra al fianco del paese attaccato.

Estonia Lettonia, Lituania e Repubblica Ceca si associano alle richieste di Zelensky, ma Stati Uniti e Unione Europea sono molto prudenti. Alcune ore dopo l’incidente il presidente polacco Duda avverte Biden che il missile non è russo, è ucraino. Ma Zelensky continua a mentire sapendo di mentire per trascinare la Nato nella guerra mondiale, un sogno che il leader ucraino persegue dall’inizio delle ostilità.

A questi eventi distruttivi (cagionati dagli ucraini) si aggiungono il recente “attacco” contro la leader europea Von Der Leyen.  Il 1° settembre 2025 la vice portavoce della Commissione, Arianna Podestà dichiara che «Possiamo confermare che c’è stato un disturbo del segnale GPS, ma l’aereo è atterrato in sicurezza», riporta Politico. Tuti i media europei e americani come il prestigioso Financial Times accusano la Russia. Tuttavia nei giorni successivi il governo bulgaro spiega che non ci sono stati disturbi del segnale che facessero pensare ad un attacco esterno contro l’aereo.

Tra fine estate e inizio autunno 2025 è giunta l’invasione dei droni. I primi sono arrivati in sciame: droni russi atterrati in territorio polacco. Alcuni distrutti dalla forza aerea NATO. Subito i media han dichiarato che fosse un’invasione e un drone aveva persino distrutto il tetto di un’abitazione. In seguito gli stessi media hanno ritrattato quando le agenzie di intelligence europee han mostrato dubbi (poi confermati) che i droni fossero stati diretti volontariamente dalla Russia in Polonia. Si spiegò in seguito che le attività di disturbo elettronico NATO in quella zona hanno alterato il percorso dei droni, parte di uno sciame di distrazione a supporto di un attacco russo in Ucraina.

In seguito a questa prima “invasione” droni sconosciuti hanno iniziato a volare sui cieli dell’Europa dalla Svezia sino alla Germania. Subito si sono accusati i russi. E, forse, grazie a queste invasioni, ha preso forma il progetto del “muro anti drone”. Qualche settimana dopo alcuni dei “piloti” di questi droni sono stati interrogati dalle autorità dei paesi interessati dall’invasione: turisti asiatici e cittadini europei, non sono emerse relazioni con la Russia. A queste si son aggiunti attacchi hacker ad aeroporti europei. L’Indipendent ha reso noto che è stato arrestato la persona dietro l’attacco hacker, senza riportare nessuna relazione con la Russia.

Guerra cognitiva contro l’Europa o semplici errori di comunicazione?

Dagli attacchi alle infrastrutture europee sino a presunti crimini di guerra è necessario interrogarsi sulla qualità e l’affidabilità delle informazioni che raggiungono l’opinione pubblica occidentale, in special modo europea ed italiana. Molti di questi eventi, infatti, si rivelano, nel migliore dei casi, fake news, quando non vere e proprie manipolazioni. In guerra, si sa, la prima vittima è la verità.

Non è chiaro comprendere se tale “confusione informativa” sia cagionata da molteplici, ma casuali, errori dei membri dei media oppure si tratti di una guerra cognitiva, mirante ad orientare la percezione collettiva dei cittadini europei. Nel secondo caso si può ipotizzare che l’obiettivo possa essere quello di alimentare un clima di paura e insicurezza costante, favorendo così un consenso quasi automatico verso politiche di riarmo e aumento della spesa militare.

La strategia non è nuova. Già agli inizi del Novecento il giurista tedesco Carl Schmitt descriveva come la costruzione del “nemico esterno” fosse funzionale a rafforzare la coesione interna di uno Stato. Da allora, la propaganda ha più volte utilizzato questo schema per indirizzare l’opinione pubblica e giustificare scelte politiche e militari estreme.

Che si tratti di molteplici errori di comunicazione o una strategia ben mirata ,c’è una sicurezza che ogni cittadino europeo può abbracciare. A seguito delle decisioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, preoccupata dagli eventi di cui sopra, e i Paesi membri dell’Unione dovranno destinare circa 1 trilione di euro a investimenti in armamenti e difesa comune. Un piano che solleva più di una domanda: da quali minacce, esattamente, dovrà difendersi l’Europa? Tali minacce possono includere anche attacchi di terroristi o militari ucraini contro infrastrutture e bersagli dei membri EU/Nato? La distruzione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 restano testimoni silenti di queste minacce (ucraine) da cui dovranno difendersi gli europei.

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