Il Papa in mezzo ai migranti di Lesbo: "Fermiamo questo naufragio di civiltà"

Il viaggio di Francesco

Cronache
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Francesco: "Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà"

 

"Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà". È il giorno del ritorno di Francesco a Lesbo, tra i rifugiati del 'Reception and Identification Centre' di Mytilene, il campo di Mavrovouni che ha sostituito quello di Moria, poco distante, distrutto da un incendio nel settembre 2020. "Sono qui per dirvi che vi sono vicino. Sono qui per vedere i vostri volti, per guardarvi negli occhi".

Il Papa era andato a Moria il 16 aprile 2016 e ne tornò sconvolto: "Quello che ho visto, i bambini… Era da piangere". Ora la tendopoli di Moria è stata sostituita da file di container in riva al mare, giornata un po’ nuvolosa ma limpida, tra le barche dei pescatori e le motovedette a poche miglia si vede nitida la costa della Turchia, sono arrivarti tutti da là. Come Masa Amini che sta nell’isola "da due anni e quattro mesi" con il marito Mohammad e figlia Msoooma, di otto anni, tutti fuggiti dall’Afghanistan come Zami Ali, che di anni ne ha sedici e anche lei, dice spalancando gli occhi neri sopra la mascherina, spera "che il Papa possa fare qualcosa per noi, dire al mondo la nostra situazione, sono a Lesbo da due anni qui è un po’ meglio di Moria ma d’inverno nei container fa freddo, spesso manca l’elettricità, in famiglia siamo sette…".

Tetti di lamiera, teloni di plastica a riparare dell’umidità, biancheria stesa ad asciugare nei corridoi stretti tra i container, bambini che giocano con i gatti. La polizia sorveglia le uscite, Francesco parla sotto un tendone montato poco distante nel quale sono stati ammesse poche decine di rifugiati. Però li vede, e dice: "Se vogliamo ripartire, guardiamo i volti dei bambini. Troviamo il coraggio di vergognarci davanti a loro, che sono innocenti e sono il futuro. Il mare sta diventando un freddo cimitero senza lapidi. Non lasciamo che il mare nostrum si tramuti in un desolante mare mortuum, che questo luogo di incontro diventi teatro di scontro".