Indi Gregor, la disumanità non merita affezione: boicottare il Regno Unito

Smettiamola di vederla come idea di vacanza, di fine settimana all'estero

di Tiziano Rapanà
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Indy Gregory
Cronache

Il caso di Indi Gregory

Forse è il caso di disintegrare il fascino dell'Inghilterra, Londra in primis. Quell'idea tutta turistica dell'approdo esistenziale di ogni sogno e conquista in quel di South Kensington. Una nazione che mette in discussione il diritto alla vita non riesce a catturare la mia attenzione. Smettiamola di vederla come idea di vacanza, di fine settimana all'estero.

Riscopriamo i nostri borghi, i nostri luoghi di storia patria. Questa disumanità così feroce non merita curiosità e nemmeno affezione: cari lettori, fate le ferie in Italia o in altre nazioni. Andate dappertutto, ma non in Inghilterra. Facciamolo per Indi Gregory, Charlie Gard e gli altri. Rompiamo il muro dell'ottusità con i fatti. Il cinema ha creato un'immagine seducente sull'Inghilterra.

Quante donne hanno immaginato avvolgenti scenari romantici con "Nothing Hill", il film interpretato da Julia Roberts e Hugh Grant. Loro incarnavano l'amore puro più forte del censo (lei, nel film, diva affermata e lui povero Cristo). Ma la realtà è più aggressiva e non permette ad un bimbo di sopravvivere e provare a vincere la trappola del tempo.

Non sono più i tempi del "Fumo di Londra", celeberrimo film di e con Alberto Sordi che girava per la città con la bombetta in testa e un ombrello sciccoso a fare da bastone. La pipa à la Maigret completava il quadro del perfetto uomo londinese visto dal grande attore romano. Ma la vita è molto diversa dai tanti film che hanno raccontato e alimentato il mito degli inglesi. Iniziamo a smontarlo.

Basta con il fascino degli 007 e con le altre fesserie massmediatiche, un bambino sta morendo. Il mondo è grande, e guerre permettendo, si può andare dappertutto. Immaginate le vostre vacanze nei posti più impensabili (meglio in Italia), ma non andate in Inghilterra.