La cucina italiana patrimonio dell'Unesco, ma il vero made in Italy è nei gesti, non nelle etichette. Il commento

La cucina vera — quella che vive, cambia, emoziona — non abita negli elenchi UNESCO, ma nella memoria, nei gesti, nell’onestà, nella qualità del servizio e nella creatività di chi la fa...

di Simone Rosti
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La cucina italiana è patrimonio UNESCO, il commento

L’UNESCO ha deciso: la cucina italiana è patrimonio mondiale dell’umanità. E noi, naturalmente, dovremmo esultare come se avessimo vinto i Mondiali.

Ma passata l’euforia iniziale resta una domanda semplice: a cosa serve davvero questo timbro? Perché la cucina — la nostra come quella di ogni popolo forse anche con tradizioni più longeve e profonde delle nostre — non è un affresco da catalogare. È vita, improvvisazione, memoria, emozione. È tutto ciò che sfugge ai recinti, figuriamoci a una certificazione burocratica che non aggiunge nulla, perché la cucina italiana valeva già prima e varrà anche dopo, senza bisogno di bollini dorati. Quindi sì, festeggiamo. Ma con misura. La cucina vera — quella che vive, cambia, emoziona — non abita negli elenchi UNESCO, ma nella memoria, nei gesti, nell’onestà, nella qualità del servizio e nella creatività di chi la fa.

E non abita nei “mangifici” in cui si sono trasformate le nostre città che pullulano di pessimi locali che non rappresentano affatto la vera cucina italiana. Il rischio è che il blasonato bollino UNESCO incrementi ancora di più questa marea di taglieri, street food, bettole convertite in bistrot, trappole per turisti, ecc. Per questo un plauso va ad un’associazione come Slow Food che promuove da sempre tradizioni e culture gastronomiche dei nostri territori e che ci segnala ogni anno, con la sua famosa Guida delle Osterie, i locali autentici e non quelli che usano l’italianità solo come specchietto per le allodole a fronte dei quali l’UNESCO potrà fare ben poco. Altro plauso va poi a guide gastronomiche nazionali (come Gambero Rosso, Espresso, Identità Golose, ecc.) attente a valorizzare cuochi e cucine meritevoli. 

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