Lens, dall'incidente al riscatto: il racconto senza filtri del musicista e cantautore bolognese 

In uscita il 5 dicembre a mezzanotte il brano musicato a cartoon, un progetto innovativo che parla di resilienza, speranza e rinascita

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LENS: “Tutti abbiamo il diritto di sognare” 

Classe 1995, LENS è un musicista e cantautore bolognese. Appassionato di musica fin da bambino, ha sempre scritto e arrangiato i propri brani. Oggi a 30 anni - dopo un periodo di pausa forzata causata da un incidente traumatico che gli ha completamente sconvolto la vita, costringendolo a più interventi chirurgici e a un lunghissimo periodo di riabilitazione, da cui è uscito con una forza di volontà fenomenale - torna sulla scena musicale con un progetto innovativo e di altissimo livello realizzato a Bologna da Fonoprint, che parla di resilienza, speranza e rinascita.
 
Lens, dopo anni complessi torni sulla scena. Come stai vivendo questo momento?
 
"Lo vivo come una rinascita. Ho 30 anni e per molto tempo non sapevo se sarei tornato a cantare, o persino a camminare. L’incidente mi ha travolto, letteralmente: sono stato investito durante un attraversamento, ho riportato fratture in tutto il corpo e un trauma cranico. Sono rimasto in coma quasi due mesi. I medici non davano molte speranze, ma un giorno, mentre mia madre mi teneva la mano e parlava, ho sorriso. Da lì è iniziato il viaggio più difficile e più importante della mia vita".
 
Hai raccontato che al risveglio nulla era semplice
 
"No, non parlavo, ero in sedia a rotelle, non riconoscevo nemmeno i miei genitori. Avevo i tubi in gola, avevo perso la voce. Per un anno non ho potuto nemmeno pensare di fare musica. Ma sette mesi dopo mi sono rimesso a scrivere. Non ero una “vittima della strada”, come dicono: sono ancora qui. E la forza per rialzarmi è arrivata anche da un messaggio vocale di un amico. Lo ascoltai mentre ero ancora tra il sonno e il buio e diceva: “Hai più coraggio di quello che credi.” In quel momento ho sorriso. Ed è stato come tornare nel mondo".
 
Ora pubblichi FAVOLE, il tuo primo brano dopo questo lungo silenzio. Perché questo titolo?
 
"Perché per me le favole sono sempre state più reali della realtà. Ci insegnano a credere nell’impossibile, a proteggere i nostri desideri più profondi, a immaginare mondi dove tutto può accadere. Questa canzone nasce da una storia d’amore che ho vissuto: con quella persona mi sembrava di essere davvero dentro una favola. È bello guardarsi così, come due protagonisti che riscrivono il proprio mondo. Lei non è più la mia compagna… e non so se saprà della canzone, forse la sentirà, forse no. Ma la magia è nelle emozioni che viviamo, non nei finali".
 
In che modo il tuo nuovo progetto, ideato da Sauro Moretti della MORETTI MANAGEMENT e realizzato a Bologna nello studio di registrazione della Fonoprint, rappresenta la tua rinascita?

 
"Fonoprint è anche la mia etichetta discografica ed è stata insieme alla Moretti Management determinante per la mia rinascita. È un progetto che parla di resilienza, speranza e ritorno alla vita. La produzione di Parix Hilton è stata fondamentale: ha trasformato le mie idee in un mondo sonoro che unisce realtà e immaginazione. Il videoclip, diretto da Giuseppe Candita con le animazioni di Tommaso Cherubini, racconta questa fusione: personaggi, illustrazioni, atmosfere che sembrano uscite dai libri che amavo da bambino. Io sono cresciuto nella fantasia: la letteratura fantastica era il mio rifugio. Oggi trasformo quella fantasia in musica".
 
Come descriveresti il tuo stile musicale?
 
"Una fuga dalla realtà attraverso il racconto della mia vita. Sono un super appassionato di fumetti. Prendo immagini surreali, come quelle dei cartoni che guardavo da bambino, e le mescolo alla mia storia, alle mie ferite e ai miei sogni. La mia musica è una favola moderna: c’è dolore, ma c’è anche luce. Voglio fare “art music”: non solo canzoni, ma un universo. Ho già pronti altri dieci brani, tutti prendono spunto dalla mia vita reale. Vorrei essere il primo italiano a utilizzare un fumetto visivo musicato come mezzo per esprimere i propri sentimenti e condividerli col pubblico". 

Chi sono i tuoi punti di riferimento artistici?
 

"Nel mondo direi The Weeknd, e quando ero più giovane XXXTentacion. Mi hanno insegnato che la musica può essere un’arte totale, non solo un suono. In Italia devo molto a Tedua: nel 2015 sono andato a un suo concerto a Bologna. È stato uno dei momenti più belli della mia vita, ma anche il più rivelatore. Mi sono chiesto: “Perché sono qui e non sul palco?” E la risposta è stata chiara: “Perché voglio essere lì.” Il giorno dopo ho contattato un produttore e ho fatto la mia prima canzone, senza aver mai studiato musica. Da lì non mi sono più fermato".
 
Perché desideravi così tanto essere su quel palco?
 
"Perché amo l’attenzione, amo essere guardato, ma soprattutto amo quel momento in cui sentirò di avercela fatta. So che non sarà come me lo immagino, so che non mi darà quello che penso… ma mi permetterà di sorridere prima di morire. I ricordi sono i genitori di ciò che siamo. E c’è una canzone che uscirà più avanti legata a questo: Figli del passato".
 
Hai un messaggio per le persone che, come te, hanno vissuto incidenti gravi o lunghi periodi di riabilitazione?
 

"Sì. Non dovete mai smettere di credere che sia possibile tornare alla vita. Il fatto stesso che siete ancora qui significa che avete già superato l’impossibile. E questo dà forza. Se ce l’avete fatta una volta, potete farcela ancora".
 
Cosa pensi delle leggi sul codice della strada e delle pene per chi provoca incidenti?
 
"Non so quanto possano essere davvero utili, ma penso che inasprirle sia un passo verso qualcosa di migliore. La responsabilità dovrebbe essere più forte della paura della pena".
 
FAVOLE esce il 5 dicembre. Cosa vuoi che arrivi a chi lo ascolterà?
 
"Vorrei che ricordassero che abbiamo tutti il diritto di sognare, di immaginare e di trasformare la nostra vita in una favola. L’incidente mi ha portato via tanto, ma mi ha lasciato una verità: la magia è nelle emozioni. E non c’è niente di più vero".

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