Manovra bocciata dalla sanità: la metà dei medici pensa a lasciare il pubblico

Turni massacranti e tagli: i camici bianchi bocciano la finanziaria e in molti meditano di mollare il lavoro. E se tornassero indietro ne sceglierebbero altri

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Quasi la metà dei medici pensa di lasciare in anticipo

L'Italia ha un grande problema sanità. O meglio, la sanità ha un grande problema con l'Italia. "Quasi la metà dei medici pensa di appendere in anticipo il camice bianco al chiodo per mettersi a riposo", scrive oggi La Stampa, che racconta i risultati di un sondaggio realizzato da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, su un campione rappresentativo di tutte le regioni italiane.

"Più che arrabbiati per i bassi stipendi, sono stanchi per il troppo lavoro e impauriti per i tagli presenti e futuri alle loro pensioni", spiega la Stampa. "Anche se a preoccupare è soprattutto quel terzo abbondante che se tornasse indietro non sceglierebbe più di iscriversi a medicina e quel 12 e passa per cento che addirittura oggi pensa di cambiare del tutto mestiere. Mentre l’idea di pagare meglio gli straordinari, come previsto dalla manovra per tagliare le liste d’attesa, è bocciata da nove dottori su dieci".

Secondo i risultati del sondaggio, "l’idea di tagliare in anticipo il traguardo della pensione sta passando per la testa del 46,15% di loro. Una percentuale così alta che se pure solo nel 10% dei casi si trasformasse in realtà significherebbe la fuoriuscita anticipata dai nostri ospedali di decine di migliaia di professionisti". E perché in molti pensano di lasciare in anticipo? "Quasi sei su dieci di quelli che pensano alla pensione anticipata lo fanno per la paura di subire un taglio alla propria pensione, magari con misure retroattive come quelle introdotte nella manovra, anche se poi alleggerite con un successivo emendamento. Per il 30,95% la causa invece sarebbero gli eccessivi carichi di lavoro, mentre la bassa retribuzione motiva solo il 2,38% e la voglia di chiudere la carriera all’estero il 9,53%".

Oltre uno su tre pensa a mollare il pubblico e passare al privato o all'estero

Ma attenzione, il problema è più ampio. Come spiega la Stampa, "anche chi non è in età di pensione nel 38,71% dei casi sta pensando di lasciare il servizio pubblico. Il 21,82% per andare nel privato, il 4,56% sceglierebbe l’estero, mentre un preoccupante 12,33% di scoraggiati pensa di cambiare del tutto attività. Uno scoramento che trova conferma nel 36,43% di medici che alle condizioni attuali, tornando indietro nel tempo, non sceglierebbe più la stessa professione".