Manovra, sindacati spaccati: la Uil promuove il dialogo con il governo, la Cgil rilancia la protesta
Sul tavolo della Comissione Bilancio di Camera e Senato, la manovra economica divide i sindacati: la Uil promuove il dialogo con il Governo, la Cgil è pronta a scendere in piazza
Contrattazione, Irpef e salari. Le posizioni dei sindacati sulla Manovra. Uil "Criticità su fisco, pensioni e sanità", Cgil: "Da taglio aliquota Irpef vantaggi da 0 a 440 euro"
La manovra "segna, per la prima volta, un riconoscimento concreto del valore economico, sociale e politico della contrattazione collettiva, collegando in modo diretto lo strumento fiscale ai rinnovi contrattuali. È un fatto positivo, frutto del confronto tra Governo e parti sociali, che accogliamo con favore". Tuttavia, "presenta notevoli criticità nei capitoli relativi a fisco, pensioni e sanità, con rischi per l’esercizio di tutele e diritti delle persone”. Lo ha affermato Santo Biondo, segretario confederale della Uil, nel corso dell’audizione sulla legge di bilancio nelle commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera.
“L’articolo 4, che prevede la detassazione dei rinnovi contrattuali e la riduzione dell’imposta sui premi di produttività, va nella direzione che la Uil chiede da anni: sostenere i salari attraverso la contrattazione. Ora - ha precisato Biondo - serve renderla una misura strutturale e circoscritta ai contratti sottoscritti dalle parti sociali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ed estendere la soglia di reddito fino a 40 mila euro, oltre a recuperare i ratei del 2024 ed estendere questa misura anche al pubblico impiego. Inoltre, è necessario, da un lato, rafforzare la contrattazione di secondo livello, ancora troppo debole nelle piccole imprese e, dall’altro rendere strutturali tutele come la Cigs per cessazione”.
"La riduzione della seconda aliquota dell’Irpef porterà vantaggi, sopra i 28.000 euro di reddito, tra 0 e 440 euro, tra un caffè al mese e uno al giorno mentre la detassazione al 5% degli incrementi contrattuali, per i lavoratori fino a 28.000 euro, garantirà un beneficio medio di 126 euro, e solo per il prossimo anno". Lo ha affermato Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, nel corso dell'audizione sulla legge di bilancio nelle Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera.
Nel dettaglio la Cgil spiega in uno studio che la proposta del governo contenuta nella manovra di diminuire la seconda aliquota dell’Irpef dal 35% al 33%, mantenendo inalterato lo scaglione da 28.001 euro fino a 50.000 euro, "non corrisponderebbe in alcun modo alla restituzione del drenaggio fiscale già subito. Infatti, per i redditi fino a 28 mila euro, questa rimodulazione dell’Irpef non produrrebbe alcun beneficio annuo; mentre da 28 mila in poi il beneficio oscillerebbe tra 0 e 440 euro annui".
Quanto alla tassazione al 5% degli incrementi retributivi corrisposti nell’anno 2026 ai dipendenti del settore privato con redditi di lavoro dipendente non superiori a 28 mila euro, in attuazione di rinnovi contrattuali nazionali sottoscritti negli anni 2025 e 2026, sottolinea il sindacato, tenendo conto che nella relazione tecnica si prevede per il 2026 un mancato gettito di 420,3 milioni di euro e una platea di 3,3 milioni di lavoratori, il beneficio medio sarebbe pari a 126 euro per lavoratore. "Anche in questo caso, la misura non coprirebbe il drenaggio già subito", osserva la Cgil.
Manovra, Cgil: "È inadeguata e ingiusta, avanti mobilitazione"
La manovra di bilancio "va cambiata" perché è "palesemente inadeguata, ingiusta e controproducente".
Lo ha affermato Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil, nel corso dell'audizione sulla legge di bilancio nelle Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera. Per questo, ha sottolineato, "abbiamo manifestato in piazza san Giovanni lo scorso 25 ottobre" e "proseguiremo la nostra mobilitazione".